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  • Mutuo Green un finanziamento vantaggioso ed ecologico

    Mutuo Green un finanziamento vantaggioso ed ecologico

    Negli ultimi anni sono stati proposti progetti a livello Europeo allo scopo di finanziare mutui che possano avere sia un riscontro economico agevolato, sia un basso impatto ambientale. È così che nasce il Mutuo Green, un finanziamento bancario finalizzato all’acquisto o alla riqualificazione di una casa ad alta efficienza energetica.

    Mutuo Green e EeMAP

    L’EeMAP (Energy Efficient Mortgages Action Plan) è un piano d’azione in materia di efficienza energetica messo in campo dall’Unione Europa. È nato con lo scopo d’incentivare la riqualificazione e l’acquisto di edifici.

    I principali obbiettivi energetico climatici che L’Europa deve raggiungere entro il 2030 sono:

    • tagliare del 40% l’emissione del gas serra
    • far sì che almeno il 32% dell’energia prodotta provenga da fonti rinnovabili
    • raggiungere un livello di efficienza energetica del 32,5%

    Il Mutuo Green per l’acquisto di una casa, si può ottenere per l’acquisto e la riqualificazione di abitazioni ad alta efficienza energetica. Per ottenerlo un immobile deve essere di classe energetica A o B.

    Per classe energetica s’intende l’efficienza in termini di consumi di acqua, energia elettrica e riscaldamento di un immobile.

    All’immobile gli viene attribuita, come accade anche per gli elettrodomestici, una targhetta colorata col livello di consumo energetico, con classi che vanno dalla A alla G a seconda dell’efficienza. Le classi A sono le più efficienti, le g sono le meno efficienti.

    APE attestato prestazione energetica

    Quindi l’immobile avrà un’Attestato di Prestazione Energetica (APE) che attesta, sia in caso di acquisto che in caso di affitto, in quale classe energetica rientra lo stabile.

    Dal 1 Luglio 2009 la certificazione di classe energetica è diventata obbligatoria sia per l’acquisto di un immobile, sia per l’affitto, ma non tutti gli stabili ne sono soggetti.

    Sono esclusi dalla certificazione energetica:

    • gli edifici vecchi o antichi non dotati d’impianto di riscaldamento
    • i fabbricati isolati, di superficie massima di 50 mq
    • i fabbricati agricoli, industriali e artigianali non residenziali, ad esempio una serra
    • beni immobili paesaggistici e culturali che possono essere solo restaurati per non danneggiarne il carattere artistico o storico

    Ed eventuali altri immobili per i quali vanno verificate le caratteristiche al momento in cui si richiede il prestito.

    Cos’è il Mutuo Green?

    Il Mutuo Green è un progetto a livello Europeo che permette di agevolare in termini sia di sostenibilità ambientale che economica, l’acquirente di un immobile. Grazie a questo progetto si ottengono infatti:

    • miglioramento di efficienza energetica
    • impatto positivo sul valore dell’immobile
    • bollette più basse
    • minore probabilità d’insolvenza del credito

    Attualmente al progetto partecipano 42 banche europee di cui 10 italiane. Alcune di queste che aderiscono ad esempio sono:

    • Monte dei Paschi di Siena
    • Banco BPM
    • Unicredit

    Tutti i cittadini possono partecipare a questo progetto. Come? Utilizzando e auto-consumando l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come il vento, la luce ed altre fonti.

    Inoltre oggi, possiamo usufruire di incentivi ed ecobonus, cioè di agevolazioni fiscali, sulle spese per interventi di riqualificazione energetica. E ogni Stato dell’Unione Europa deve intervenire fornendo condizioni finanziare favorevoli per riqualificare gli edifici.

    Il prestito che si può richiedere per questo tipo d’incentivi è appunto il Mutuo Green e può essere per:

    • acquisto casa
    • ristrutturazione casa
    • costruzione bio edilizia

    Come posso ottenere questo tipo di prestito?

    Innanzitutto per richiedere il Mutuo Green servono:

    • carta d’identità
    • codice fiscale
    • documentazione reddituale
    • certificazione delle caratteristiche eco sostenibili (APE)

    Se il prestito è richiesto per l’acquisto di una casa, questo prevede che l’abitazione debba essere certificata alla categoria A o B, o che debba rispettare i parametri di efficienza eco sostenibili. I tassi d’interesse applicati per questo genere di mutuo sono sia di tipo fisso che variabile. Entrambi verranno proposti a condizioni più favorevoli.

    I Mutui Green possono finanziare anche fino all’80% o al 100% del valore dell’immobile. Spesso, chi acquista casa nuova, vuole migliorare alcune condizioni. A volte si interviene sull’accrescimento dell’isolamento termico, o sugli impianti di riscaldamento ad alta efficienza o altro. Così alcune banche concedono un finanziamento extra per la copertura delle spese di riqualificazione.

    In caso di richiesta del mutuo per la ristrutturazione, bisogna presentare il preventivo delle spese da sostenere. Bisogna dimostrare che i lavori, porteranno ad un aumento di classe energetica dell’edificio, migliorandone le prestazioni di almeno il 30%.

    Il tasso concesso è a condizioni vantaggiose e può essere sia fisso che variabile. Il prestito può coprire tutto o in parte le spese legate ai lavori di ristrutturazione.

    Se il mutuo invece è richiesto per costruzione bio edilizia, cioè per case green a basso impatto ambientale, bisogna presentare una particolare certificazione; c’è bisogno di attestare l’eco-sostenibilità dell’immobile.

    L’importo del finanziamento generalmente in questi casi è del 70% fino al 90% del valore dell’immobile. I mutui sono a tasso fisso o variabile e di una durata generalmente fino a 30 anni.

    Il periodo di durata del prestito può variare dai 10 ai 30 anni, a secondo della somma richiesta, delle condizioni generali e della banca.

    I vantaggi del Mutuo Green

    Le condizioni a cui si propone il Mutuo Green sono molto vantaggiose, infatti, i prestiti, vengono erogati a:

    • tassi d’interesse più bassi
    • sconti sullo spread della Banca
    • sconti dedicati alle polizze assicurative
    • Loan to Value (LTV) più favorevole, cioè il rapporto tra la somma concessa e il valore della proprietà

    Il parametro LTV serve per determinare il livello di rischio del prestito in base al valore di mercato dell’immobile. Più è alto LTV più è alto il tasso d’interesse del mutuo.

    Il risparmio energetico comporta bollette per la fornitura di energia più basse e di conseguenza un risparmio economico. Questo rende più sicure le banche sulla liquidità dell’acquirente dalla quale dovranno riscuotere il credito.

    Inoltre le agevolazioni fiscali previste dalla Legge di Bilancio 2021 prevedono altri sconti del 50% o del 65% per:

    • sostituzione infissi
    • impianti di climatizzazione
    • installazione di impianti solari
    • isolamento degli spazi contro lo scompenso termico e l’inquinamento acustico
    • per l’installazione di schermature solari come persiane o tapparelle

    Infine con l’EeDaPP (Energy Efficient Data Protocol and Portal) protocollo e portale di energie a basso consumo, si registrano i beni ipotecati. Cioè si effettua la registrazione dei dati relativi ai prestiti energeticamente efficienti e si analizzano. Lo scopo è di sviluppare un mercato per i finanziamenti energetici ai fini di emissioni di obbligazioni ever green /energy efficient. Ai dati si potrà accedere attraverso un portale comune e centralizzato.

  • SPID identità digitale per i servizi online

    SPID identità digitale per i servizi online

    La parola SPID è l’acronimo di Sistema Pubblico d’Identità Digitale. Nasce dalla proposta un parlamentare veronese Stefano Quintarelli ed ha lo scopo di identificare gli utenti in un sistema unico. Questo sistema, permette l’accesso online ai servizi pubblici e privati, da qualsiasi dispositivo.

    Qual è lo scopo dello SPID o identità digitale?

    Lo SPID ha lo scopo di facilitare l’accesso ai servizi pubblici tutelando i dati e la privacy dei possessori dell’identità digitale. In precedenza, per accedere ai servizi offerti dall’amministrazione pubblica, occorrevano un account e una password specifici. A volte era necessario effettuare comunicazioni tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) e registrare anche ulteriori credenziali. Questo sistema ora semplifica la burocrazia cartacea e i passaggi informatici. Permette anche di risparmiare il tempo che solitamente si impiega a trasferire le pratiche cartacee da un ufficio all’altro.

    Alcuni Enti e Regioni permettono con questo sistema, di accedere ad alcune pratiche online come:

    • finanziamenti
    • programmi di sviluppo
    • fondi europei
    • bonus
    • iscrizioni scolastiche
    • prenotazioni sanitarie

    oppure per quanto riguarda l’economia e finanza è possibile effettuare:

    • pagamenti di tasse
    • pagamenti di tributi
    • tenere la gestione di fatture elettroniche
    • precompilare il modello 730 unico

    Si può inoltre accedere al portale online del proprio Comune e scaricare certificati o estratti di stato civile.

    Si può accedere al portale dell’INPS al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.

    E ancora :

    • presentare la domanda per i contributi per l’acquisto dei libri di testo
    • usufruire dei bonus cultura
    • partecipare a concorsi pubblici
    • gestire pratiche e controllare accrediti, come nel caso di Reddito di Cittadinanza

    Come scegliere il gestore SPID

    Tutte le persone maggiorenni possono richiedere lo SPID anche se risiedono all’estero. È necessario scegliere un Identity Provider (IP) cioè chi deve gestire l’identità digitale.

    Attualmente le società accreditate dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) a fornire l’utenza digitale sono:

    La scelta dei gestori soggettiva e spesso è determinata da diversi fattori come ad esempio i tre livelli di identità che determinano il livello di sicurezza:

    • primo livello a cui ci si accede con nome utente e password
    • secondo livello per il quale cui occorre un One Time Password (OTP), un codice usa e getta
    • terzo livello di sicurezza dove le società creano una card con un codice associato all’identità dell’utente.

    Attualmente solo Aruba, Poste e Sielte erogano il terzo livello di sicurezza.

    Un altro fattore che determina la scelta è la modalità riconoscimento, che può avvenire:

    • di persona presso un ufficio attraverso un operatore, in modo gratuito
    • a domicilio attraverso un portalettere, in questo caso a pagamento
    • per alcuni gestori il riconoscimento può avvenire attraverso webcam (servizio a pagamento)
    • utilizzando la CIE (Carta d’Identità Elettronica), la CNS (Carta Nazionale dei Servizi), o la firma digitale

    Il riconoscimento è un passaggio obbligatorio per ottenere lo SPID e insieme agli altri dati viene richiesto per prevenire usi fraudolenti e proteggerci da furti d’identità. Una volta abilitato lo SPID, è gratuito.

    Come si crea uno SPID?

    Per poter creare uno SPID è necessario:

    • Documento d’Identità
    • Tessera Sanitaria / Codice Fiscale
    • indirizzo di posta elettronica
    • numero di telefono cellulare

    È necessario scegliere l’identity Provider a cui affidarsi, collegarsi al sito da qualsiasi dispositivo e proseguire nella voce servizi online d’identità digitale abilitati a SPID.

    Inserire i dati anagrafici richiesti e l’email, al quale, una volta registrati vi verrà inviato un codice di verifica, da inserire e confermare. Scegliere una Password ed inserire il numero di cellulare attraverso il quale vi verrà inviato un codice di verifica, da inserire e confermare.

    Per il riconoscimento è necessario alternativamente:

    • scansionare il documento con il quale si è registrati
    • presentarsi direttamente di persona in ufficio del gestore
    • collegamento via webcam e con il codice di pratica inviato per e-mail

    Dopo il riconoscimento vi arriverà un e-mail di conferma con le credenziali SPID.

    Lo SPID può essere di tre livelli:

    1. per accedere ai siti che richiedono solo username e password.
    2. per altre amministrazioni che richiedono una sicurezza maggiore
    3. con card con codice associato all’identità o firma digitale per un ulteriore grado di sicurezza

    e bisogna scaricare un applicazione come InfoCert ID o PosteID o di altro tipo in base al gestore scelto, necessaria per accedere ai servizi online attraverso l’utilizzo del QR Code.

    Esempio di accesso al portale INPS tramite QR code

    Per effettuare l’accesso al portale, ad esempio in quello dell’INPS, seleziona l’indirizzo internet: www.inps.it. Si aprirà la Home Page, una pagina con l’elenco dei servizi disponibili a cui si può accedere.

    Per entrate nell’area personale, clicca nella finestra in alto a destra su MY INPS. Clicca dove c’è la voce autenticazione con SPID. Entra con SPID e clicca il tuo Identity Provider nell’elenco della finestra che vedrai aprirsi.

    Comparirà il QR Code (Quick Response Code), cioè il codice a risposta veloce. È uno schema di forma quadrata che memorizza le informazioni.

    Dal cellulare apri l’applicazione ID scaricata in precedenza e pigia su autorizza con QR Code e inquadra il QR sul monitor. Il tuo dispositivo leggerà questo codice grazie alla fotocamera e l’applicazione ID scaricata. Una volta riconosciuto il codice QR, sul tuo cellulare si aprirà una schermata dove inserire L’ID per l’autorizzazione. Cioè un codice alfanumerico di 6 caratteri che hai scelto al momento della registrazione dell’applicazione ID.

    Inserisci il codice e vedrai aprirsi sul monitor una pagina di richiesta di consenso dati. Una volta accettato il consenso si entra nel portale dell’INPS. Eventuali servizi potrebbero richiedere un ulteriore livello di sicurezza e quindi chiedere anche lo SPID 3 per acconsentire l’accesso.

    SPID e altre informazioni sull’identità digitale

    Tutti i cittadini che risiedono in Italia, con un documento italiano e maggiorenni, possono richiedere l’identità digitale ai gestori riconosciuti AgID.

    Gli italiani che risiedono all’estero, per richiedere lo SPID devono essere in possesso di:

    • documento in corso di validità italiano, ad esempio passaporto o carta d’identità
    • Tessere Sanitari / Codice Fiscale
    • e-mail
    • numero di telefono cellulare ad uso personale

    Per le procedure di attivazione puoi rivolgerti ad uno dei gestori riconosciuti AgID. Alla pagina richiedi SPID, ci sarà l’icona EU (Unione Europea) o mondo e mondo, insieme a tutte le altre informazioni e i metodi di riconoscimento.

    Per lo straniero che si trova in Italia che vuole richiedere lo SPID, deve essere in possesso di:

    • documento italiano, ad esempio: carta d’identità in corso di validità
    • codice fiscale
    • e-mail
    • numero di telefono cellulare ad uso personale

    Sul sito dell’agenzia delle entrate, si può verificare la procedura per ottenere il codice fiscale. Se hai il permesso di soggiorno, nel richiedere lo SPID, puoi richiedere la carta d’identità Italiana.

    Per le procedure di attivazione puoi rivolgerti ad uno dei gestori riconosciuti AgID.

    Alla pagina richiedi SPID, ci sarà l’icona EU (Unione Europea) o mondo e mondo, insieme a tutte le altre informazioni e i metodi di riconoscimento.

  • Contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Con il Decreto Sostegni è stato approvato il contributo a fondo perduto per le aziende e i lavoratori autonomi colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia; dal 30 marzo 2021 è possibile presentare le domande. Il contributo sarà erogato a chi ha subìto un calo di almeno il 30% del fatturato tra il 2020 e il 2019. È previsto anche un importo minimo destinato a chi ha iniziato l’attività nel 2020 e quindi non può fare il confronto con l’anno precedente.

    Il contributo a fondo perduto ha un valore un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 € per le persone giuridiche. Il massimo importo erogabile a sostegno delle aziende in crisi è di 150mila euro. Potranno ottenerlo i titolari di partita IVA e le imprese. In queste categorie sono compresi

    • lavoratori autonomi in regime forfettario
    • professionisti iscritti agli ordini
    • enti non commerciali
    • aziende agricole
    • associazioni sportive dilettantistiche (ASD)

    La domanda va fatta inviando documentazione idonea all’agenzia delle Entrate a partire da martedì 30 marzo 2021. L’Agenzia delle Entrate ha predisposto un modello per la presentazione e le istruzioni.

    A chi spetta il contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Come già anticipato bisogna avere perdite superiori al 30% rispetto al 2019. Per poter chiedere all’agenzia delle Entrate il contributo a fondo perduto 2021 bisogna aver subìto un calo del fatturato e dei corrispettivi di almeno il 30% tra il 2020 e il 2019. Il calo del fatturato è un requisito indispensabile; senza non si ha diritto.

    Inoltre non hanno diritto alla prestazione tutti i soggetti che hanno avuto ricavi superiori ai 10 milioni di euro nel 2019. Anche chi non era in possesso di una partita IVA attiva nel giorno di entrata in vigore del decreto Sostegni; il 23 marzo 2021 (Dl 41/2021). Di conseguenza chi ha chiuso definitivamente la sua attività, non ha diritto ad alcuna contributo.

    Come si calcola il fatturato relativo al Decreto Sostegni

    Il calo di fatturato tra il 2020 e il 2019 deve essere calcolato sull’imponibile di tutte le fatture attive (sia le immediate che le differite) per  tutte le operazioni fatte tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. Sono incluse le cessioni dei beni ammortizzabili.

    Il calo del 30% va misurato su base mensile media. Questa scelta è stata fatta per permetter un confronto omogeneo anche per le attività che hanno aperto nel corso del 2019. A tal proposito va evidenziato che  il mese in cui è stata aperta la partita IVA non va conteggiato.

    A chi ha aperto la partita IVA a partire dal 1/1/2020, non avendo un parametro di confronto, gli spetta il contributo nella misura minima;  1.000 € per persone fisiche,  2.000 € per persone giuridiche .

    Il contributo minimo sarà erogato anche a chi ha aperto nel 2019, anche se non dovesse arrivare al calo del 30% o dovesse addirittura registrare un aumento degli affari.

    Come si calcola il contributo a fondo perduto

    Il contributo si calcola in percentuale sul calo di fatturato medio mensile, sono state stabiliti 5 scaglioni di indennizzo che sarà del

    • 60% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 100.000 euro
    • 50% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 400.000 euro
    • 40% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 1 milione di euro
    • 30% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 5 milioni di euro
    • 20% per le persone fisiche e giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 10 milioni

    Oltre non si ha diritto ad alcun contributo.

    Il procedimento di calcolo prevede come primo passaggio il calcolo del calo di fatturato, in seguito si applica la percentuale di contributo a cui si ha diritto a seconda degli scaglioni.

    Come si chiede il contributo

    Il contributo può essere richiesto fino al 28 maggio 2021. La domanda va presentata all’Agenzia delle Entrate, telematicamente, sul  portale Fatture e corrispettivi del sito dell’Agenzia. La domanda può essere inoltrata con il tramite di un intermediario abilitato o in prima persona dal soggetto interessato..

    Nella domanda va specificato la modalità con cui ricevere il contributo

    • diretta con accredito su conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate
    • indiretta sotto forma di credito d’imposta

    Una volta fatta la scelta diventa irrevocabile e riguarda l’intero contributo.

    Sanzioni e revoca

    Per quel che riguarda le sanzioni, valgono sono le stesse previste dal Decreto Rilancio. Lo stesso vale per l’erogazione del contributo e per i controlli.

    È necessario quindi prestare molta attenzione alla compilazione delle domande; l’Agenzia ha predisposto controlli preventivi. Inoltre chi riceverà un contributo non dovuto, potrà essere passibile della restituzione maggiorata da i interessi e sanzioni.

    È comunque possibile rinunciare se ci si dovesse rendere tardivamente conto di non avere i requisiti necessari. L’istanza di rinuncia al contributo a fondo perduto può essere inoltrata anche oltre il termine del 28 maggio.

    La rinuncia può essere trasmessa per mezzo di un soggetto delegato al cassetto fiscale o alla consultazione delle fatture elettroniche. Nel caso in cui l’intermediario sia stato a suo tempo delegato esclusivamente alla richiesta del contributo previsto dal Decreto Sostegni, potrà inviare la rinuncia solo nel caso in cui è stato lui stesso a trasmettere la richiesta.

    Nel caso in cui il contributo sia stato già percepito, la rinuncia va fatta contestualmente alla restituzione della somma ottenuta maggiorata di sanzioni e interessi.

    Si potrà, godere dello sconto sulle sanzioni consentito dal ravvedimento operoso. La restituzione va fatta tramite modello F24 senza  possibilità compensare con altri crediti d’imposta.

  • Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    In questi tempi di pandemia da Coronavirus, il Governo Italiano come tanti altri Governi, è dovuto intervenire a sostegno dell’economia. Per regolare gli aiuti, ha emesso dei decreti temporanei, poi aggiornati con continue modifiche e deroghe. Tra i sostegni attuati, nel Decreto di liquidità vi è quello per i Prestiti Covid alle imprese.

    Nuove condizioni per i Prestiti Covid

    In sostegno all’economia sofferente del Paese, aggravata dalla pandemia, il Governo ha dovuto potenziare e modificare Decreti Legge e Leggi, in alcuni casi anche già esistenti. Un esempio ne è la Legge di Bilancio.

    La Legge di Bilancio 2021 prevede:

    • credito agevolato alle imprese
    • il prolungamento del finanziamento da 10 a 15 anni, per i prestiti fino a 30 mila euro e garantiti al 100% dal fondo PMI
    • la proroga fino al 30 Giugno 2021 per le garanzie sul credito, a supporto della liquidità delle piccole e medie imprese
    • il potenziamento dei fondi
    • ampliamento della platea dei beneficiari
    • agevolazioni in ambito pensioni
    • tagli fiscali

    Inoltre il prolungamento del periodo della durata di 15 anni, può essere richiesto anche per finanziamenti già concessi, con l’adeguamento alle nuove condizioni, ad esempio, con:

    • un nuovo finanziamento
    • la sottoscrizione di un importo aggiunto al finanziamento stipulato in precedenza
    • mantenendo il piano di finanziamento precedente e creandone uno nuovo di ammortamento separato per l’importo aggiunto.

    rif. Legge di Bilancio 2021 

    Prestiti Covid personali

    Il governo è intervenuto anche a sostegno di chi si è trovato in difficoltà perdendo ad esempio il lavoro o trovandosi in cassa integrazione a causa dell’emergenza Coronavirus. L’ABI ( Associazione Bancaria Italiana) insieme ad alcune associazioni consumatori, hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di richiedere la sospensione per almeno 9 mesi, delle rate o dell’intera quota capitale di un prestito.

    Ma per chi oggi volesse chiedere prestiti covid proprio per far fronte alle difficoltà e alla carenza di liquidità come può ottenerlo? Innanzitutto, si può ottenere facilmente anche in caso di Lockdown, in quanto le banche lavorano anche da remoto, via telefono o online. La documentazione può essere spedita via e-mail e si può usufruire della firma digitale.

    Il prestito personale è il finanziamento di una somma non collegato allo specifico acquisto di beni o servizi, dietro pagamento di rate costanti ad un tasso di interesse fisso. Il contratto avviene direttamente tra il richiedente e il finanziatore e in questo caso non vi è nessun bene in garanzia. Le banche però si avvalgono di far sottoscrive delle polizze assicurative per tutelarsi nel caso di perdita di lavoro o di morte.

    Per i lavoratori dipendenti o per i pensionati che vogliono richiedere un prestito si può valutare la cessione del quinto. Cioè un finanziamento a tasso fisso di una rata, prelevata direttamente dalla busta paga o dalla pensione equivalente ad 1/5 dello stipendio.

    Requisiti per la cessione del quinto

    Ma chi altro può richiedere questo tipo di finanziamento?

    • i lavoratori statali
    • i lavoratori pubblici
    • i dipendenti privati

    L’ammontare del prestito dipende dal:

    • TFR
    • l’importo della retribuzione o della pensione
    • dagli anni di anzianità

    Ma c’è l’obbligo di una sottoscrizione di una polizza che garantisce il rimborso anche in caso di perdita di lavoro o morte. E per i lavoratori dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato con una certa anzianità lavorativa.

    Il contratto prevede:

    • l’ammontare del finanziamento
    • gli importi delle rate con le date di scadenza
    • il tasso di interesse applicato
    • eventuali garanzie e coperture assicurative

    Il richiedente deve presentare:

    • i dati anagrafici
    • l’ultima busta paga
    • il benestare dell’azienda

    Inoltre eventuali spese sono a caso del richiedente e in caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata saranno dovuti gli interessi di mora. Nel caso di altre problematiche come ad esempio riduzione dello stipendio o perdita del lavoro, l’istituto che ha finanziato il prestito può sciogliere il vincolo del contratto. Inoltre si rischia di essere inseriti nella lista dei cattivi pagatori.

    Infine alcune banche ed altri istituti di credito hanno attuato delle politiche di sostegno nei confronti di alcune categorie ad esempio i sanitari, elargendo prestiti a tasso zero o altri tipi di incentivi.

    Inoltre a sostegno della liquidità per le imprese e non solo, il Governo è intervenuto con la moratoria sui prestiti.

    Moratoria sui Prestiti

    Sia i professionisti, sia i lavoratori autonomi e sia le micro, le piccole e medie imprese che risiedono in Italia, possono beneficiare di una moratoria straordinaria sui prestiti.

    Questo è possibile con il Sostegno Liquidità che prevede la sospensione o la dilazione delle rate.

    Chi richiede il finanziamento, non deve essere debitore nei confronti della banca, nel periodo precedente allo stato di emergenza. Inoltre, deve dimostrare che la carenza di liquidità è avvenuta di conseguenza alla pandemia. Le banche e tutti gli altri istituti di credito, sono obbligati ad accettare la moratoria.

    Ovviamente devono sussistere tutti i requisiti richiesti dal Decreto Legge Cura Italia.

    rif. DL Cura Italia n°18 del 17 Marzo 2020

    Prestiti Covid garantiti da SACE

    Ma il Governo com’è intervenuto in sostegno dei prestiti covid?

    L’art.1 del Decreto Liquidità favorisce l’accesso al credito necessario per sostenere la continuità delle imprese. Di queste misure di sostegno ne possono usufruire:

    • lavoratori autonomi
    • professionisti
    • società di professionisti
    • associazioni professionali

    E ne possono usufruire tutte le aziende indipendentemente dal settore o dimensione dell’impresa e forma giuridica, ma con sede in Italia e che si siano trovati in difficoltà nel periodo conseguente al Coronavirus. Il prestito richiesto dalle imprese in difficoltà viene Garantito dal Fondo di Garanzia e dalla SACE S.p.A.

    Il Fondo Garanzia dà la possibilità di agevolare la concessione di un finanziamento alle piccole e medie imprese, dietro garanzia dello Stato. Questo fondo è già operativo dal 2000 ma con la pandemia è nata l’esigenza di inserire interventi straordinari. È stato più volte incrementato di ulteriori fondi che si prevedono saranno rifinanziati ancora negli anni a venire. Al momento la proroga all’accesso di questi sostegni è al 30 giugno 2021.

    La SACE s.p.a. è una società per azioni Italiana che ha come proprietario la Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario.

    Per le piccole e medie imprese PMI è possibile fare ricorso alla SACE S.p.A. in caso non ci siano risorse disponibili dai Fondi di Garanzia.

    Per quanto riguarda le imprese agricole e pesca possono fare ricorso al fondo di Garanzia SACE solo c’è stato il completo utilizzo del fondo costituito dall’ISMEA.

    L’ISMEA è l’istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. È un ente economico che si occupa anche di studi ricerche, informazioni e della Cassa per sostenere progetti di sviluppo di produzione agricola.

    rif. DL di Liquidità del 08 Aprile 2020

    Prestiti Covid: garanzie SACE e MEF

    Chi vuole ottenere un prestito deve rivolgersi alla banca dietro richiesta di garanzia.

    Le caratteristiche che rappresentano la garanzia SACE per le grandi imprese sono:

    • garanzia fino a 6 anni
    • prestito fino al 25% del fatturato
    • oppure prestito pari al doppio dei costi del personale per il 2019
    • pre-ammortamento esteso a 36 mesi

    Quindi, la società SACE, dietro il programma di Garanzia Italia, gestisce le richieste di copertura dei rischi.

    Per le imprese più piccole con meno di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro, la garanzia è del 90%. È prevista inoltre una procedura semplificata, cioè:

    • l’impresa richiede il finanziamento all’istituto di credito di fiducia con garanzia dello Stato
    • l’istituto di credito verifica che siano rispettati tutti i criteri per poi inserire la richiesta nel portale dell’azienda SACE.
    • la SACE riscontra l’esito positivo e assegna un codice CUI (Codice Unico Identificativo) ed emetta la garanzia
    • L’istituto di credito eroga al richiedente il finanziamento con garanzia SACE dietro contro-garanzia dello Stato

    Le garanzie SACE sono elargite anche a società di Leasing (noleggio) e di Factoring (cessione crediti).

    Invece per le imprese con più di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato tra 1,5 miliardi e i 5 miliardi, le garanzie coprono l’80% del finanziamento. Mentre per le imprese con un fatturato superiore a 5 miliardi, la garanzia è del 70%.

    La procedura per le imprese con più di 5000 dipendenti è quella ordinaria, cioè:

    • l’impresa presenta la richiesta di finanziamento alla Banca
    • la banca trasmetterà richiesta di garanzia alla SACE (se la richiesta è accettata)
    • la SACE, verifica i requisiti e trasmette la richiesta al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze)
    • il MEF pubblica un decreto specifico per emettere la garanzia
    • la Banca concede il finanziamento

    Fondo di Garanzia per le PMI

    Il fondo di garanzia per le PMI è stato ampliato con l’emissione di diversi decreti e deroghe. Questo fondo offre:

    • la sospensione del versamento delle commissioni
    • la garanzia gratuita
    • la rinegoziazione del debito
    • l’allungamento della garanzia

    Ne possono usufruire le imprese fino a 499 dipendenti. La copertura è del 90% del finanziamento, fino a 6 anni e in alcuni casi anche al 100%.

    I prestiti possono essere:

    Fino a 30.000 euro per le imprese che presentano alla propria banca un’autocertificazione per i danni subiti a causa del covid. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi o del doppio delle spese del personale. Garantiti al 100% dal fondo per le PMI.

    Prestiti oltre i 30.000 euro per le imprese fino a 499 dipendenti. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi. Il prestito non può essere superiore al doppio della spesa per i salari dei dipendenti o al fabbisogno, per i successivi 18 mesi.

    Infine, le imprese con ricavi non superiori a 3.2 miliardi, possono ottenere anche una garanzia al 100% dimostrando dietro autocertificazioni i danni economici subiti a causa del Covid.

  • Sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese

    Sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese

    A causa della pandemia da covid-19, la commissione Europea ha attuato un piano di sostegno alla liquidità delle famiglie, degli enti locali e delle imprese. Gli stati membri, collaborano in modo coordinato, allo scopo di sostenere l’economia di tutti i settori.

    Decreti per il sostegno alla liquidità

    Tutte le nazioni, a causa dell’epidemia di covid-19, hanno dovuto adottare misure restrittive in molti campi, come ad esempio: divieti di viaggio, di circolazione, quarantena e altro. Questo ha causato una mancanza di liquidità che ha colpito soprattutto le imprese, le famiglie e posti di lavoro.

    Per limitare danni ingenti all’economia, gli stati membri dell’Unione Europea sono intervenuti con sostegni economici. Il 13 Marzo 2020 sono state prese delle misure temporanee atte a garantire sostegno alla liquidità.

    Il Governo Italiano nel 2020 è intervenuto inserendo il Decreto Cura Italia e a seguito altri decreti come: il Decreto Liquidità, il Decreto Rilancio e il Decreto Agosto. Tutti posti come misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia.

    Le disposizioni prese per gli aiuti economici, essendo temporanee e legate al periodo pandemico, col tempo, hanno subito e ancora subiscono, deroghe e modifiche, sia per quanto riguarda le scadenze, sia per le misure economiche di sostegno.

    Alcune delle misure adottate sono:

    • sostegno ai consumatori
    • sospensione dei pagamenti delle imposte
    • misure in materia di sussidi salariali
    • intervento e riordino della rete ospedaliera
    • potenziamento dell’assistenza territoriale

    Inoltre sono stati istituiti indennizzi ai diversi settori colpiti come:

    • turismo
    • trasporti
    • cultura

    e diversi altri settori. La commissione, durante tutto il periodo di emergenza, potrebbe inoltre inserire ulteriori misure necessarie che si potrebbero presentare e che devono essere approvate velocemente.

    rif. Decreto Cura Italia, DL n°18 del 17 Marzo 2020

    rif. Decreto Liquidità, DL n°23 del 08 Aprile 2020

    rif. Decreto Rilancio, DL n°34 del 19 maggio 2020

    rif. Decreto Agosto, DL n°104 del 14 Agosto 2020

    A chi sono destinati gli aiuti?

    Attraverso il Decreto Rilancio, attualmente sono stati destinati 12 miliardi di liquidità a Regioni ed Enti Locali per il pagamento della Pubblica Amministrazione.

    Ad oggi, con il Decreto Agosto, sono stati incrementati gli aiuti. È stata istituita un ulteriore somma di 1,67 miliardi, destinata agli enti territoriali e distribuita tra province, comuni e città. Ai comuni, sono stati assegnati ulteriori contributi per le opere di messa in sicurezza del territorio e delle scuole. Invece, 900 milioni di Euro, sono stati destinati per il ristoro al sostegno del trasporto. E ancora è stata istituita la moratoria sui prestiti, cioè la sospensione delle rate in scadenza.

    Per dare sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese, sono intervenuti anche con aiuti sotto forma di:

    • agevolazioni fiscali
    • prestiti pubblici agevolati
    • tassi d’interesse agevolati
    • prestiti garantiti dallo stato
    • gratuità della garanzia
    • estensione delle garanzie
    • sospensione di tributi e contributi

    E tante altre misure ancora, concesse a chi dimostra che la difficoltà economica non sussisteva già nel periodo che precedeva la pandemia. E che quindi le difficoltà sono iniziate successivamente a causa del covid.

    Ogni aiuto a sostegno dalle famiglie, delle imprese, degli enti e dell’economia in generale, sarà concesso dietro la verifica di requisiti specifici ampiamente spiegati in ogni decreto.

    Sostegno alla liquidità delle famiglie

    Ma quali sono i principali interventi attuati a favore delle famiglie?

    Il governo ha introdotto una serie di agevolazioni e bonus a sostegno delle famiglie, come:

    • il bonus baby-sitting
    • estensione dei congedi parentali
    • lavoro agile o smart working
    • acquisto di piattaforme e strumenti digitali

    I genitori lavoratori dipendenti del settore privato, autonomi o liberi professionisti, con almeno un figlio che non abbia compiuto 12 anni possono chiedere il bonus baby-sitting. Per l’acquisto del servizio, viene emesso un voucher che può arrivare fino a 100 euro a settimana.

    I congedi parentali, estesi da 15 giorni a 30 giorni, per chi ha figli che non superano i 12 anni con un’indennità di retribuzione al 50%.

    Il lavoro agile o smart working destinato ai genitori che sono lavoratori dipendenti e che hanno almeno un figlio minore di 14 anni. Questo vuol dire svolgere il proprio mestiere da remoto, cioè da qualsiasi postazione telematica anziché dal proprio ufficio o solito luogo di lavoro.

    La DAD, cioè la didattica a distanza, è uno dei tanti provvedimenti attuati riguardanti le restrizioni covid. Un percorso educativo attraverso l’utilizzo di computer e piattaforme. In questo modo, l’insegnante può collegarsi online e fare contemporaneamente lezione a tutti i suoi studenti. Ciascuno studente, partecipa quindi in videoconferenza in modo del tutto autonomo e in spazi personali come la cameretta.

    È nata così la necessità di intervenire con delle risorse destinate all’acquisto di piattaforme e strumenti digitali. IL Governo, mette quindi a disposizione per gli studenti privi di strumenti tecnologici adeguati, i dispositivi digitali individuali, dietro comodato d’uso gratuito. Cioè si da la possibilità di usufruire per un dato tempo e per un uso specifico motivo, di un oggetto, che in questo caso è il computer, per poi restituirlo al termine del contratto.

    Fondi di sostegno per disabilità

    Il Governo è intervenuto con ulteriori sostegni sociali:

    • ha rafforzato i permessi ex legge 104
    • incrementato i fondi per l’assistenza e la disabilità
    • potenziato il reddito d’emergenza o REM, per famiglie con componenti con disabilità
    • incrementato il fondo per la didattica per studenti con disabilità

    Per chi usufruisce dei permessi per la legge 104, si aggiungono, ai 3 giorni già spettanti, ulteriori 12 giorni di permesso retribuito.

    Sono intervenuti a sostegno del reddito:

    • sospensione di licenziamenti
    • sovvenzione del pagamento dei salari
    • cassa di integrazione e fondo di solidarietà per ulteriori nove settimane
    • reddito di emergenza per le famiglie in difficoltà a causa del covid
    • rafforzamento e proroga del reddito di cittadinanza

    Fondi di sostegno per enti e imprese

    Per sostenere le imprese, il decreto prevede un contributo a fondo perduto per i titolari di partita IVA.

    I beneficiari di questo fondo sono i soggetti che:

    • svolgono attività d’impresa
    • producono reddito agrario
    • svolgono attività di arte o professione

    È escluso chi ha attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto.

    L’attuale Governo Draghi ha attuato ulteriori proroghe al decreto sostegni. 

    • Proroga per la cassa integrazione gratis causa covid
    • blocco dei licenziamenti
    • fondi per lo spettacolo
    • Semplificazione delle procedure della cassa integrazione CIG
    • Stralcio cartelle esattoriali
    • ampliamento del reddito di emergenza
    • deroga sui contratti a tempo indeterminato

    e ancora tanti altre deroghe e provvedimenti atti al sostegno dell’economia.

    Inoltre grazie al DL Ristori-bis è previsto oltre all’ampliamento della platea dei beneficiari del fondo perduto, anche la sospensione dei versamenti fiscali per chi esercita attività di :

    • ristorazione
    • alberghiera
    • agenzia di viaggio
    • tour operator

    Ad oggi, la maggior parte delle scadenze delle temporanee misure di sostegno (Temporary Framework), sono state prorogate fino al 31/12/2021. E, probabilmente, nel tempo ci saranno ancora altri interventi e proroghe sia da parte del nostro Governo, sia da parte degli Stati dell’Unione Europea.

    rif. Decreto Milleproroghe,  diventato legge n°21 del 26 febbraio 2021.

  • Sospensione Mutui – Decreto Ristori e Fondo Gasparrini

    Sospensione Mutui – Decreto Ristori e Fondo Gasparrini

    L’emergenza Covid 19 ha creato gravi difficoltà economiche in tutti i settori. In seguito alla pandemia il Governo è intervenuto, attraverso l’emanazione di diversi decreti, allo scopo di sostenere operatori sia del settore pubblico che privato. Uno di questi è il Decreto Ristori, che comprende anche regole per la sospensione dei mutui.

    Sospensione mutui per la prima casa

    A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, necessarie per contenere l’emergenza sanitaria da Coronavirus, l’economia ha subito un forte calo in tutti i settori. Tra questi provvedimenti ci sono le restrizioni sulle attività produttive e sugli spostamenti delle persone su tutto il territorio Nazionale.

    Tutto questo ha colpito i lavoratori che hanno subito una drastica riduzione delle ore lavorative o addirittura la perdita del lavoro. Di conseguenza uno dei tanti problemi riscontrati è stata la difficoltà delle persone di sostenere le rate del mutuo. È nata così la necessità di intervenire con il cosiddetto Decreto Ristori. Il Decreto che si occupa appunto della Sospensione dei Mutui per la prima casa.

    rif: Decreto Ristori (D.L. n. 137 del 28 ottobre 2020) convertito in Legge n. 176 del 18 dicembre 2020; Decreto Ristori-bis (D.L.149/2020), ter (D.L. 154/2020) e quarter (D.L: 157/2020).

    Il Decreto Ristori

    Il Decreto Ristori è stato seguito da altri decreti come: il Decreto Ristori-bis, terquarter. Tutti istituiti per attuare le misure di sostegno per le persone e le attività colpite dalle nuove restrizioni e prevedono:

    • un contributo a fondo perduto da destinare agli operatori dei vari settori economici.
    • sospensione delle procedure esecutive immobiliari sulla prima casa (sospensione dei mutui)
    • misure di sostegno per le imprese e tanti altri generi d’aiuto.

    Ma in realtà già da prima esistevano decreti istituiti allo scopo di aiutare le persone in difficoltà finanziare tra questi c’è il Fondo Gasparrini.

    Il Fondo Gasparrini per la sospensione dei mutui

    Il Fondo Gasparrini è un fondo creato per aiutare le persone in difficoltà a causa della perdita di lavoro o altre condizioni di disagio. È un fondo di solidarietà per chi ha acquistato la prima casa. Questo fondo prevede che i titolari di un mutuo per un valore sino a 250.000 euro possano beneficiare delle sospensioni delle rate per 18 mesi, dall’inizio dello stato di difficoltà. È possibile applicare la sospensione del mutuo anche in ammortamento da meno di 1 anno. Cioè di quei mutui ottenuti con prestiti da restituire attraverso pagamento periodico di rate a scadenza.

    Cosa devo fare per sospendere il mutuo?

    Per sospendere il mutuo il cittadino deve presentare la domanda alla banca dove l’ha ottenuto. Compilare e consegnare alla propria banca il modulo di richiesta di sospensione pubblicato da CONSAP ma anche da molti istituiti di credito. Non è possibile ottiene la sospensione nel caso in cui:

    • ci sia stato un ritardo nei pagamenti superiore a 90 giorni, con decadenza del contratto da parte del beneficiario o risoluzione, o se è stata avviata una procedura esecutiva di ipoteca
    • c’è fruizione di agevolazioni pubbliche
    • i mutui, sulla quale è stata stipulata un’assicurazione a copertura di eventuali rischi

    La sospensione può essere chiesta per non più di due volte, e per un periodo massimo di diciotto mesi.

    Chi può accedere al Fondo di Solidarietà?

    I casi attualmente previsti per l’accesso al Fondo di solidarietà (Fondo Gasparrini) sono per:

    • cessazione del rapporto di lavoro subordinato (dipendente)
    • cessazione dei rapporto di lavori atipici (contratti di lavoro non abituali)
    • la morte o il riconoscimento di un handicap grave non inferiore all’80%

    Invece i casi in cui non si può accedere al fondo, sono per:

    • cessazione di lavoro in maniera consensuale, cioè nel caso in cui sia il datore di lavoro che il lavoratore sono concordi a concludere il rapporto lavorativo.
    • scioglimento del contratto per aver raggiunto i limiti di età, cioè l’età pensionabile
    • licenziamento per giusta causa (condotte gravi)
    • in caso di dimissioni non per giusta causa.

    Rifinanziamento Fondo Gasparrini

    In occasione dell’emergenza sanitaria il Fondo Gasparrini è stato rifinanziato fino a 400 milioni di euro con il decreto cosiddetto Cura Italia. Questo decreto è rivolto al potenziamento dell’assistenza territoriale, con lo scopo di intervenire su accoglienza e assistenza di tipo pubblico e privato. Ad esempio con:

    • l’arruolamento temporaneo di medici e infermieri
    • la sospensione degli obblighi per i tributi e contributi
    • o sospensione di altri incentivi fiscali

    Successivamente con il DL Liquidità, si è data l’opportunità di allargare la platea dei beneficiari a cui destinare gli aiuti inserendo anche le imprese. Il Decreto consiste in una serie di prestiti alle piccole e medie imprese di cui lo stato si farà garante.

    rif: DL Liquidità legge 5 giugno 2020, n. 40 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, (GU n.143 del 6-6-2020 ) entrata in vigore del provvedimento: 07/06/2020.

    rif: Fondo Gasparrini istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la legge n°244 del 24/12/2007. Rifinanziamento disposto dall’articolo 54 del Decreto Legge 18/2020.

    rif: Decreto-Legge Cura Italia del 17 marzo 2020, n. 18  – Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

    I beneficiari del DL Liquidità

    Fino al 17/12/2020 gli aiuti previsti dal Decreto Liquidità sono stati destinati anche alle seguenti categorie:

    • Lavoratori che hanno subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni ( Cassa Integrazione o altri ammortizzatori sociali)
    • Lavoratori autonomi e liberi professionisti, inclusi artigiani e commercianti che dimostrano di aver subito una riduzione di fatturato superiore al 33% nel periodo di chiusura o restrizione delle proprie attività a causa delle disposizioni adottate dalle autorità competenti.
    • Titolari di mutui per un importo massimo di 400.000 euro.
    • Titolari di mutui che usufruiscono dei fondi di garanzia per i mutui prima casa. Il Fondo recentemente rifinanziato con il Decreto Crescita che prevede la concessione di garanzia sui mutui dell’importo massimo di 250 mila euro.

    In questo periodo di emergenza per attingere a questi fondi, non è stato richiesto l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), normalmente necessario per accedere a bonus o prestazioni sociali agevolate.

    Proroghe dei fondi

    Il Fondo Gasparrini ha ottenuto una proroga fino al 31/12/2021 per il fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa.

    Fino al 09/04/2022 per i mutui in ammortamento.

    Alcune delle proroghe avevano scadenza programmata al 17/12/2020 tra cui le agevolazioni ai professionisti, artigiani e commercianti. Quindi ora rientrano nelle precedenti regole da prima stabilite e che prevedevano :

    • dichiarazione ISEE con un reddito non superiore a 30 mila euro
    • il beneficio del mutuo fino ad un valore di  250 mila anziché 400 mila
    • che i mutui già ammessi alla garanzia del Fondo Prima casa non potranno accedere alla sospensione del pagamento delle rate
    • e l’impossibilità di richiedere la sospensione per i mutui che abbiano già fruito di 18 mesi.

    Per ogni chiarimento, contattare: [email protected]

    rif: Decreto Crescita ( art.19 DL 30 Aprile 2019 n.34)

  • Cashback e rimborsi per acquisti con pagamenti elettronici

    Cashback e rimborsi per acquisti con pagamenti elettronici

    Il Cashback è un programma di rimborso adottato dal Governo, per tutti quei cittadini che per effettuare acquisti, utilizzano mezzi di pagamento elettronici. Questi tipi di pagamento sono tracciabili e quindi utili per contrastare l’evasione fiscale. La lotta all’evasione è l’obiettivo del programma Cashback.

    Cos’è il Cashback?

    Il Cashback fa parte del piano di Governo Italia Cashless insieme al programma della Lotteria degli ScontriniEntrambi nati per incentivare la moneta elettronica anziché il contante. Il programma del Cashback è entrato a pieno regime il 1° Gennaio 2021 e durerà fino al 30 Giugno 2022.

    È un iniziativa che permette di ottenere il rimborso del 10% in denaro sugli acquisti effettuati attraverso mezzi di pagamento elettronici, in un dato periodo di tempo. Il programma è suddiviso in tre periodi della durata di 6 mesi ognuno.

    In famiglia, i rimborsi, possono essere cumulati. Cioè, ogni componente maggiorenne può partecipare al rimborso unendo il suo a quello degli altri membri familiari che partecipano al programma.

    Cosa occorre per partecipare al programma del Cashback?

    Per partecipare al programma, bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia. Confermare di aver letto l’informativa sulla privacy. Dichiarare di essere in possesso dei requisiti richiesti per il diritto al rimborso ed essere consapevole delle sanzioni penali. Inoltre dovrai inserire i dati richiesti, quali:

    • il codice fiscale
    • gli strumenti di pagamento elettronici utilizzati per gli acquisti
    • il codice IBAN a te intestato per destinare il rimborso tramite bonifico

    Se utilizzi uno o più strumenti di pagamento è necessario inserire gli estremi identificativi di ognuno. Per alcune tipologie di carte ti potrebbe essere richiesto di inserire manualmente il codice della tua carta (PAN).

    È possibile effettuare pagamenti con strumenti di pagamento convenzionati PagoPA S.p.A.

    Sono convenzionati con PagoPA

    • American Express
    • Nexi
    • Pago Bancomat
    • Poste Italiane

    Ci sono anche altri molti prestatori di servizi di pagamento, l’elenco è disponibile sul sito ufficiale, in generale sono buone tutte le carte bancomat dei circuiti bancari italiani così come le principali carte di credito.

    Come registrarsi al programma Cashback?

    Per accedere al servizio, puoi registrarti sull’applicazione IO, che puoi scaricare direttamente sul tuo smartphone o tablet compatibili. Oppure puoi registrarti sui sistemi messi a disposizione dagli Issuer convenzionati. Gli Issuer convenzionati sono aziende che hanno messo a disposizione i loro canali per aderire all’iniziativa. Quindi potrai iscriverti al programma Cashback anche tramite i canali degli Issuer: app per mobile, siti di e-banking, servizi dedicati presso sportelli fisici o altro.

    Alcuni esempi sono:

    • applicazioni BancoPosta
    • applicazioni Sella
    • Nexi Pay
    • Hype

    Per l’app IO occorre disporre dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) oppure della CIE (Carta di Identità Elettronica) attiva e PIN associato. Segui la procedura guidata:

    • inserisci il codice fiscale
    • crea un codice di sblocco
    • registra i metodi di pagamento elettronici selezionando la scheda Pagamenti dell’applicazione IO
    • clicca sulla voce aggiungi metodi di pagamento
    • scegli il metodo di pagamento da registrare ( es. carta di credito/debito)

    Per aderire al programma Cashback compila il modulo con i relativi dati, cliccando sulla sezione Portafoglio IO. Oppure vai nella sezione Servizi e cerca Cashback. Hai anche la possibilità di scegliere di ricevere avvisi.

    Eventualmente vuoi modificare l’IBAN per l’accredito del CashBack, puoi farlo cliccando sull’apposita voce modifica. Inoltre puoi verificare il dettaglio delle transazioni, cliccando in fondo alla pagina o controllare il numero di transazioni effettuate cliccando in alto.

    La registrazione del metodo di pagamento e le tue transazioni potrebbero richiedere dei tempi tecnici per l’acquisizione dei dati, fino a 3 giorni lavorativi. Puoi gestire o cancellare in ogni caso l’iscrizione di IO cliccando su gestisci iscrizione e cancella iscrizione, in fondo alla schermata dell’app.

    Quali strumenti di pagamento sono inclusi?

    Gli strumenti di pagamento che permettono la partecipazione al programma Cashback sono le transazioni effettuate tramite POS o altri dispositivi fisici di accettazione pagamenti:

    • carte di credito anche prepagate
    • carte di debito su circuiti internazionali e su circuiti PagoBancomat
    • app di pagamento, come Satispay o Bancomat Pay
    • carte e app di pagamento connesse a circuiti privati con spesa limitata, comunemente chiamate carte fedeltà
    • altri sistemi di pagamento come Google Pay e Apple Pay

    Quali operazioni sono escluse dal programma Cashback?

    Sono escluse dal programma, tutti i pagamenti effettuati:

    • online
    • per acquisti inerenti ad all’attività d’impresa, arte o professione
    • presso esercenti che non dispongono di circuito convenzionato
    • per acquisti effettuati fuori dal territorio nazionale, inclusi la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano

    Inoltre sono esclusi dal programma:

    • i prelievi
    • le ricariche telefoniche
    • le operazioni di addebito diretto su conto corrente

    e tutte le altre operazioni che non risultano comprese ai sensi del Decreto 24 novembre 2020, n.156 emesso dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.

    Come sarà calcolato il rimborso?

    Nel programma Cashback, il rimborso può essere percentuale e speciale.

    Il rimborso percentuale, prevede un minimo di 50 transazioni per semestre, con rimborso pari al 10% sull’importo totale realizzato nel periodo dei 6 mesi stabilito da programma.

    Il rimborso sarà quindi calcolato, dal primo acquisto, più tutti gli altri acquisti che vengono effettuati nel periodo stabilito, cioè che rientrano nel semestre. Non è previsto un importo minimo. La soglia massima per ogni singola transazione è di 150 euro. Significa che se ne dovessi spendere 180 in un unica transazione il rimborso del 10%, verrà calcolato soltanto sulla soglia massima di 150 euro e quindi sarà 15 euro.

    Mentre, nel periodo semestrale, il rimborso sarà calcolato su un valore massimo di spesa di 1500 euro. Cioè, anche se in sei mesi, io dovessi totalizzare una spesa di 2000 euro, il rimborso del 10% sarà calcolato soltanto su 1500 euro e quindi sarà di 150 euro.

    IL rimborso speciale, prevede un super Cashback forfettario, con premio finale di 1500 euro per semestre per i primi 100.000 cittadini che avranno usato di più i sistemi di pagamento elettronici. Quindi verranno presi in considerazione quelli con il numero più alto di operazioni effettuate a prescindere dalla spesa di ogni transazione. La classifica dei cittadini più attivi, sarà consultabile sempre tramite l’app IO.

    Come e quando sono erogati i rimborsi ?

    I rimborsi vengono erogati dalla Consap S.p.A entro e non oltre la scadenza del periodo di riferimento, tramite bonifico bancario sul codice IBAN a te intestato. Sono versati entro 60 giorni dal termine di ciascun periodo. Ad ogni semestre la classifica si azzera.

    In qualsiasi momento puoi cancellarti dal programma o recedere. La disattivazione sarà effettiva a partire dal giorno successivo. Per tutta la durata del programma controlla lo storico movimenti, per verificare la correttezza delle transazioni e dei rimborsi.

    Per qualsiasi informazione, puoi rivolgerti a PagoPA S.p.A. oppure direttamente all’app IO per ottenere assistenza:

    • tecnica per adesione al programma IO
    • e se non visualizzi le transazioni effettuate sul programma IO

    Rivolgiti invece, al tuo Issuer convenzionato per assistenza:

    • tecnica relativa ai canali messi a tua disposizione dallo stesso Issuer convenzionato
    • relativa alla transazioni effettuate nell’ambito del programma, con gli strumenti di Pagamento messi a disposizione dallo stesso Issuer
    • per ogni assistenza relativa alle operazioni di pagamento

    In caso di mancato o inesatto accredito dei rimborsi previsti dal programma, potrai presentare reclamo a Consap S.P.A. Dovrai inviare l’apposito modulo compilato e sottoscritto entro 120 giorni successivi all’ultimo giorno del mese, nel quale è previsto il pagamento, insieme agli allegati richiesti. Tutto disponibile sul sito della Consap.

  • La Lotteria degli Scontrini e Cashless

    La Lotteria degli Scontrini e Cashless

    La Lotteria degli Scontrini nasce dal Programma Cashless che letteralmente vuol dire senza moneta. Creato dal Governo Conte II per incentivare l’uso di carte di credito, carte di debito, bancomat, carte prepagate e altri pagamenti elettronici in alternativa dei contanti.

    Perché nasce la Lotteria degli Scontrini ?

    Lo Stato sta cercando di promuovere la lotta all’evasione fiscale e limitare il fenomeno dell’economia sommersa, cioè quella economia che contribuisce al prodotto interno lordo del paese ma che non è tassata.

    La Lotteria degli Scontrini quindi, nasce con lo scopo d’incentivare sia i consumatori che gli esercenti. Entrambe le parti infatti, possono partecipare all’estrazione di premi in denaro. L’idea è stata promossa dall’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’ambito del cosiddetto Piano Italia Cashless.

    Chi può partecipare alla Lotteria degli Scontrini?

    Possono partecipare tutti i cittadini maggiorenni e residenti in Italia che acquistano beni e servizi. Gli acquisti devono essere effettuati esclusivamente con mezzi di pagamenti elettronici per i quali è rilasciato lo scontrino.

    Ogni acquisto genera biglietti virtuali che consentono di partecipare alla lotteria. I biglietti verranno emessi per ogni transazione a partire da 1 euro e ad un massimo di 1000 euro. Ogni euro speso dà diritto ad un biglietto.

    Ad esempio: se spendo 10 euro, ho diritto a 10 biglietti, ma, se ne dovessi spendere 1.005 euro, otterrò 1000 biglietti, cioè il limite massimo. C’è da sapere anche che, se effettuiamo un acquisto da 1 euro e 50 centesimi, otteniamo 2 biglietti. Questo perché viene presa in considerazione l’eventuale cifra decimale superiore ai 49 centesimi che quindi produrrà un altro biglietto virtuale.

    Cosa non consente di partecipare alla lotteria degli scontrini?

    Gli acquisti:

    • con un importo inferiore a un euro
    • effettuati online
    • effettuati nell’esercizio di attività di impresa, arte o professione

    Nella fase di avvio della lotteria degli scontrini non consentono di partecipare:

    Gli acquisti:

    • che sono documentati mediante fatture elettroniche
    • per i quali i dati dei corrispettivi sono trasmessi al sistema Tessera Sanitaria (per esempio acquisti effettuati presso farmacie, para-farmacie, ottici, laboratori di analisi, ambulatori veterinari ecc.)
    • per i quali l’acquirente richieda all’esercente l’acquisizione del proprio codice fiscale a fini di detrazione o deduzione fiscale

    E non consentono di partecipare alla lotteria:

    • I biglietti di teatro e cinema
    • Gli scontrini emessi da benzinai

    Inoltre per partecipare è necessario avere il codice lotteria.

    Come ottenere il codice lotteria?

    Utilizzando un qualsiasi dispositivo come: PC, tablet e smartphone, puoi ottenere il codice lotteria. Come? Accedendo al portale www.lotteriadegliscontrini.gov.it . Entra nell’aria pubblica partecipa ora e inserisci il codice fiscale. Leggi l’informativa, accetta la privacy e inserisci il codice di sicurezza generato.

    Clicca su genera codice e ottieni il codice che è univoco e collegato al codice fiscale che puoi stampare o salvare sul tuo smartphone. È un codice alfanumerico da presentare al momento dell’acquisto prima del pagamento cashless.

    Come controllare gli scontrini?

    Gli scontrini possono essere controllati sul portale della lotteria degli scontrini. Devi accedere all’area riservata. La registrazione avviene tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) solitamente associata alla Tessera Sanitaria. Vai nella sezione riservata agli acquirenti inserendo i tuoi dati personali quali:

    • nome
    • cognome
    • indirizzo
    • e-mail
    • numero di telefono

    nell’area riservata troverai una finestra dove saranno indicate le voci:

    • il mio calendario estrazione
    • i miei scontrini
    • i miei dati personali
    • assistenza

    Inoltre troverai gli scontrini caricati validi per la lotteria, i biglietti generati e le estrazioni a cui parteciperai.

    Dove finiscono i nostri dati?

    Al sistema della lotteria arrivano solo i dati riguardanti l’importo speso, la modalità di pagamento elettronico e il tuo codice lotteria, mentre non arrivano i dati riguardanti la tipologia del bene o del servizio acquistato.

    I dati raccolti sono conservati nella banca dati del sistema lotteria dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sono utilizzati esclusivamente nelle estrazioni e per risalire a te solo in caso di vincita. Questo avviene tramite l’abbinamento codice lotteria – codice fiscale. Né l’esercente né altri potranno invece risalire alla tua identità.

    Cosa dovrà fare l’esercente?

    L’esercente, nel momento in cui effettua la registrazione telematica dell’operazione di vendita, prima dell’emissione dello scontrino, deve memorizzare il codice lotteria che il cliente mostra al momento dell’acquisto. Acquisto che dovrà essere effettuato con metodo di pagamento cashless di importo pari o superiore a 1 euro.

    In pratica il commerciante che vende deve:

    • scansionare il codice lotteria con un lettore ottico collegato al registratore telematico (o digitarlo sul tastierino del registratore stesso)
    • memorizzare i dati dell’operazione
    • accettare il pagamento con carta, bancomat o altro strumento elettronico di pagamento
    • emettere il documento commerciale (scontrino).

    In questo modo, sullo scontrino, sarà riportato sia il codice lotteria del cliente che l’importo pagato in elettronico.
    Il registratore di cassa, trasmetterà in automatico i dati al sistema della Lotteria degli Scontrini (gestito dall’Agenzia delle entrate e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli).

    Come si identifica uno scontrino della lotteria degli scontrini?

    Ogni scontrino è identificabile tramite i seguenti campi:

    • numero del documento commerciale (es. DOCUMENTO N. 0001-0002)
    • data e ora (es. 04-02-2021 12:54)
    • matricola dispositivo trasmittente preceduta dalla sigla RT o Server RT (es. RT 35IAT123456, Server RT:36SAT123456)
    • identificativo di cassa presente solo in caso di Server RT, riportato sotto la matricola dispositivo trasmittente (es. ECR 03540007)
    • importo (es. 20,50€).

    I dati dello scontrino saranno trasmessi dall’esercente, entro la fine della giornata di emissione. In caso di impedimenti tecnici, non oltre i 12 giorni.

    Le estrazioni come avverranno?

    Le estrazioni della Lotteria degli Scontrini saranno settimanali mensili e annuali e premieranno sia i consumatori che gli esercenti, con premi diversificati.

    Per gli acquirenti

    • estrazioni settimanali con 15 premi da 25.000 euro
    • estrazioni mensili con 10 premi da 100.000 euro
    • Seguirà l’estrazione annuale con un premio di 5.000.000 di euro

    Per gli esercenti

    • estrazioni settimanali con 15 premi da 5.000 euro
    • estrazioni mensili con 10 premi da 20.000
    • seguirà l’estrazione annuale con un premio di 1.000.000

    Gli acquisti senza contanti di Febbraio, parteciperanno alle estrazioni mensili che prenderanno il via Giovedì 11 Marzo 2021. Ogni secondo giovedì del mese ci sarà l’estrazione mensile. Saranno considerati gli scontrini trasmessi e registrati nel sistema della lotteria entro le 23:59 dell’ultimo giorno del mese precedente.

    Le prime estrazioni settimanali si terranno Giovedì 10 Giugno 2021. In questa data verranno considerati tutti gli scontrini trasmessi nel sistema dal 31 maggio 2021 al 6 giugno 2021 entro le ore 23:59. A partire da questa data, tutti i giovedì, avverranno le estrazioni settimanali. Saranno considerati tutti gli scontrini trasmessi e registrati dal sistema lotteria dal lunedì alla domenica, fino alle ore 23:59, della settimana precedente.

    La prima estrazione annuale è prevista all’inizio del 2022 e premierà uno degli acquisti cashless effettuati dal 1° febbraio al 31 dicembre 2021. La data dell’estrazione annuale, sarà poi individuata da un atto del Direttore Generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

    Se i giorni scelti per le estrazioni dovessero coincidere con una festività nazionale, l’estrazione è rinviata al primo giorno feriale successivo.

    Come riscuotere i premi della Lotteria degli Scontrini?

    Ogni scontrino potrà risultare vincente a una sola estrazione settimanale, a una sola estrazione mensile e a una sola estrazione annuale. Non occorre esibire alcuno scontrino per riscuotere il premio. I premi della lotteria non sono soggetti a tassazione.

    L’Agenzia delle dogane e dei monopoli effettua il pagamento dei premi esclusivamente mediante bonifico bancario o bonifico postale.

    Per l’acquirente

    Se hai vinto, lo saprai subito accedendo all’area riservata sul portale della lotteria degli scontrini. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli comunica comunque la vincita tramite:

    • PEC (se ne hai registrata una)
    • o raccomandata AR.

    Per l’esercente

    Se hai vinto, lo saprai subito accedendo alla tua area riservata della lotteria. L’esercente è individuato sulla base del numero di partita IVA memorizzato nella banca dati “sistema lotteria”.

    La comunicazione è effettuata tramite:

    • PEC all’indirizzo di posta elettronica certificata disponibile sull’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (INI-PEC)
    • o tramite raccomandata AR al domicilio fiscale.

    È garantita in ogni momento la riservatezza dell’identità del vincitore. In entrambi i casi, verrà segnalato l’obbligo di recarsi, entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione, presso l’Ufficio ADM.

    L’ADM è l’ufficio delle dogane e monopoli territorialmente competente, in base alla propria residenza o al proprio domicilio fiscale. Lì va effettuata l’identificazione e l’indicazione delle modalità di pagamento.

    Segui le istruzioni che troverai nell’avviso e reclama il premio. Se passati i 90 giorni dalla ricezione della comunicazione il premio non verrà reclamato, sarà versato all’erario.

    Quindi non c’è altro da dire che buona fortuna!

    fonte: https://www.lotteriadegliscontrini.gov.it/

  • Prestito Covid da 25.000 Euro – come funziona

    Prestito Covid da 25.000 Euro – come funziona

    Per far fronte alla emergenza economica collegata alla pandemia di Coronavirus il Governo ha deciso una serie di misure a sostegno dell’economia dei Paese. Alcune di queste misure sono contenute nel Decreto Liquidità pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno 8 Aprile 2020. Una di queste misure è il già famoso prestito da venticinquemila Euro, completamente garantito dallo Stato.

    Chi può avere il prestito da 25.000 Euro?

    La domanda sembra scontata ma in realtà non lo è tanto. In molti pensano che questo prestito sia riservato solo alla aziende ma non è così, praticamente tutto il mondo del lavoro non dipendente può accedere al prestito agevolato e garantito dallo Stato.

    • imprese
    • artigiani
    • autonomi
    • professionisti

    In questo elenco sembrano mancare i commercianti, per fortuna non è così. Lo stesso ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, lo ha detto nel corso della conferenza stampa di presentazione del provvedimento: “Ovviamente c’è bisogno immediato di liquidità anche per i più piccoli, di micro liquidità che serve all’artigiano, all’idraulico, al commerciante, al professionista.

    Per l’emissione del prestito sono state snellite le procedure burocratiche ed è stata posta una garanzia del 100%, a carico del Fondo di Garanzia per le Pmi.

    Requisiti per ottenere il prestito

    Il prestito sarà erogato dagli istituti bancari ma non è prevista una valutazione del credit score. In pratica al finanziamento possono accedere i soggetti indicati poco fa e, grazie alla sburocratizzazione del processo, i soldi potranno essere erogati in tempi molto rapidi. Per l’accettazione di una pratica le banche potranno decidere senza attendere il via libera del Fondo di Garanzia per le PMI.

    Le banche si riservano la possibilità (ma non l’obbligo) di valutare in centrale rischi la posizione del cliente. È ovvio che una segnalazione in CRIF potrebbe pregiudicare il buon fine di una pratica di finanziamento, ma la decisione è rimessa ai singoli istituti bancari che potrebbero concedere prestiti anche soggetti segnalati, come detto la garanzia è data al 100% dal Fondo di Garanzia per le PMI.

    Quanto si può ottenere con il prestito COVID?

    Il Decreto Liquidità emesso per superare la crisi economica dovuta al coronavirus prevede tre diversi strumenti con livelli di intervento crescenti

    • fino a un massimo di 25.000 euro
    • da 25.000 e fino a 800.000 euro
    • da 800.00 euro fino a 5 milioni di euro

    In questo articolo ci concentriamo sullo strumento più richiesto, quello fino a 25mila Euro.

    L’importo di cui fin qui ho parlato è il massimo che si può ottenere con questo strumento ed in particolare si possono ricevere in prestito importi non superiori al 25% dei ricavi dichiarati con un tetto massimo di 25.000 euro.

    A questo scopo è bene specificare che i ricavi sono i soldi che le imprese incassano grazie alla vendita di beni e/o servizi. I ricavi quindi coincidono con il fatturato e non vanno confusi con il profitto che invece è il guadagno effettivo ottenuto sottraendo ai ricavi i costi sostenuti per la produzione dei beni e per l’erogazione dei servizi.

    Se un professionista ha emesso fatture per importi inferiori a centomila Euro non potrà ottenere il massimo importo concedibile con questo prestito. Ad esempio un medico che ha dichiarato ricavi per 75.000€ potrà avere un massimo di 18.750€.

    • 75.000€ X 25%= 18.750€

    Quanto tempo ci vuole avere i soldi?

    Si è parlato di sburocratizzazione, il che vuol dire che in teoria non ci vuole molto tempo. In particolare il fatto  che le banche non devono aspettare il via libera dal fondo di garanzia, permette procedure molto rapide

    L’erogazione potrebbe avvenire in tempi stretti, massimo 48 ore. Qualcuno paventava possibili ritardi per la grande corsa al prestito che si sarebbe potuta scatenare. La realtà dei fatti è che finora non c’è stata l’assalto alle banche ed i motivi possono essere diversi.

    • Viste le attuali disposizioni sull’isolamento sociale dovuto al coronavirus, non tutti possono andare in banca. Solo quelle attività che sono operative in questa fase hanno la possibilità farlo e, come sappiamo, sono poche.
    • C’è tempo per presentare la domanda fino al 31 dicembre 2020, in molti stanno valutando il da farsi.
    • Dal punto precedente scaturisce un altro motivo di attesa.  Le aziende che hanno visto crescere il proprio fatturato nel 2019 aspettano di presentare la dichiarazione dei redditi così da poter ottenere una somma maggiore.

    Ripeto: in assenza di cause ostative alla concessione del prestito l’erogazione avviane in massimo 48 ore.

    Qual è il tasso di interesse del prestito agevolato?

    Molti hanno frainteso il fatto che il prestito sia garantito dalla Stato con il fatto che il prestito sia a tasso zero. Non è così. In ogni caso anche il tasso è agevolato e dipende dai singoli istituiti di credito. Il decreto dice che il tasso di interesse applicato a questi prestiti dovrà considerare i soli costi di istruttoria e di gestione dell’operazione finanziaria.

    Le banche si stanno attestando su prestiti con interessi intorno al 1,5%.

    Quando dovrò restituire i soldi?

    Non bisogna restituire niente per i primi due anni per quel che riguarda la quota capitale. Il decreto prevede un periodo di pre-ammortamento durante il quale la banca potrà chiedere solo il pagamento della quota interessi.

    A partire dal terzo anno e fino ad un massimo di sei (compresi i primi due) inizia l’ammortamento con il pagamento delle rate comprensive di quota capitale.

    Il modulo di richiesta per il prestito da venticinquemila Euro

    Il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato un modulo di presentazione della domanda che puoi scaricare qui

    Modulo di presentazione della domanda di prestito agevolato covid-19 fino a 25000 euro

    Tuttavia molti istituti bancari hanno prodotto moduli personalizzati, dedicati alle proprie filiali e agenzie. Pima di compialre il modulo qui allegato ti consiglio di informarti se la tua banca ha prodotto moduli propri.

  • Casa popolare: cosa è e quali sono i requisiti per ottenerne una

    Casa popolare: cosa è e quali sono i requisiti per ottenerne una

    Gli Erp (alloggi di edilizia residenziale pubblica) sono comunemente conosciuti come case popnolari. Una casa popolare è un immobile di proprietà dello Stato assegnato, dopo un’esplicita richiesta, ai cittadini più bisognosi. La caratteristica principale di queste abitazioni è che esse vengono concesse a canoni di locazione agevolati, più bassi, in modo da garantire, anche a coloro che non possono permettersela, una casa in cui vivere.

    Casa popolare: a chi spetta?

    Circa ogni 4 anni i Comuni pubblicano un bando per l’assegnazione delle case popolari. I bandi possono essere anche più frequenti a causa della grande mole di richieste. Tali bandi contengono,aggiornandoli di volta in volta, i requisiti per ottenere una casa popolare.

    I possibili beneficiari di un alloggio popolare sono:

    • cittadini economicamente in difficoltà, aventi un reddito che non deve superare le soglie indicate nel bando (il cosiddetto reddito convenzionale)
    • cittadini per i quali è stato riconosciuto lo status di disabilità.
    • genitori single con figli a carico
    • giovani coppie
    • soggetti senza fissa dimora.

    Ovviamente questi sono solo beneficiari ipotetici poiché l’effettivo accesso all’agevolazione e la posizione in graduatoria per l’assegnazione delle case popolari varia in base ai requisiti stabiliti dal bando di ammissione pubblicato dal Comune di residenza.

    Richiesta casa popolare: documenti da presentare

    Al modulo di domanda per la richiesta di un alloggio popolare vanno allegati una serie di documenti indicati dal Comune.
    Tra i documenti da presentare per richiedere una casa popolare ricordiamo:

    • Fotocopia di un valido documento d’identità.
    • Certificato ASL relativo ai componenti invalidi del nucleo familiare.
    • Certificato ASL riferito alla tipologia dell’immobile dell’attuale residenza (alloggio improprio, scarsa igiene e/o sovraffollamento).
    • ISEE in corso di validità.

    Ogni bando per la richiesta di una casa popolare indica con precisione gli ulteriori documenti (per esempio marca da bollo, provvedimenti di sfratto etc.) da allegare al modulo di domanda.

    Bando e modulo richiesta casa popolare

    Il sito ufficiale del Comune il portale dell’Ente gestore che si occupa delle assegnazioni pubblica il bando. Questo stabilisce le modalità e i requisiti per ottenere una casa popolare. Normalmente sia il modulo di domanda che il bando sono consultabili presso gli uffici municipali adibiti (oppure online tramite i portali degli Enti gestori). Se il cittadino è in possesso dei requisiti indicati dal bando allora è possibile procedere con la richiesta della casa popolare.

    Assegnazione case popolari: come funziona

    I cittadini in possesso dei requisiti per richiedere una casa popolare devono rivolgersi al proprio Comune di Residenza. Come anticipato all’inizio dell’articolo, circa ogni 4 anni i comuni pubblicano un bando per l’assegnazione dei cosiddetti alloggi popolari. Con la pubblicazione del bando vengono infatti definiti i requisiti per ottenere una casa popolare. Tali criteri variano di comune in comune ed è quindi necessario prendere atto delle eventuali novità introdotte.

    La domanda per richiedere una casa popolare va inoltrata al Comune di residenza. Una volta inviato il modulo di richiesta gli addetti del Comune procedono trasmettendo la richiesta alla Commissione di assistenza alloggi che, in base alle linee guida dettate dal bando, redige una graduatoria, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione d’appartenenza. Nella graduatoria è presente, per ogni richiedente, un punteggio. Il punteggio aumenta nel momento in cui aumentano i requisiti per ottenere una casa popolare. (Per esempio vi è un punteggio specifico per i nuclei familiari con soggetti invalidi, o con figli minori a carico etc.)

    Dopo la pubblicazione della graduatoria definitiva, a tutti i richiedenti viene inoltrata una lettera contenente la loro posizione e il punteggio ottenuto. In base alle disponibilità del Comune saranno resi noti i cittadini idonei e che quindi potranno beneficiare dell’alloggio popolare. Ai soggetti assegnatari sarà inoltre comunicata la data e il luogo di convocazione per determinare l’alloggio popolare spettante.

    Ovviamente la scelta dell’immobile è relativa, poiché il tipo di alloggio spettante è strettamente legato al punteggio ottenuto in graduatoria e dunque ai requisiti del singolo richiedente. Vi ricordiamo che a causa dell’elevato numero di richieste per l’assegnazione delle case popolari, le domande sono comunque inserite in liste d’attesa e assegnate in base alla disponibilità effettiva degli immobili (quindi assegnate quando si liberano o vengono costruite nuovi alloggi).

    Requisiti per ottenere una casa popolare

    Richiedere una casa popolare è possibile solo in presenza di determinati requisiti. Scopriamo quali sono i requisiti per ottenere un alloggio popolare.

    Per poter richiedere una casa popolare il cittadino deve risultare in condizioni di difficoltà, tali da non consentirgli di procurarsi una casa in cui vivere. Ragion per cui per poter ottenere le strutture abitative statali è necessario che il richiedente non abbia diritti di proprietà, di usufrutto, di abitazione o uso su qualsiasi tipo di alloggio (o parte di immobile).

    Inoltre, è bene ricordare che possono ottenere una casa popolare solo i contribuenti che risultano residenti nel Comune che ha emesso il bando per la concessione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ciò significa che pur possedendo i requisiti indicati dal bando, non può fare domanda per ottenere una casa popolare il cittadino che non risiede in una area appartenente al comune che si occupa del bando  per l’assegnazione della casa popolare

    Requisiti casa popolare

    Per poter accedere alle graduatorie per l’assegnazione di una casa popolare (a Milano, come a Napoli o in altri comuni italiani) è necessario, come anticipato rientrare in determinate condizioni stabilite dal bando.

    In linea generale sono diversi i requisiti per ottenere una casa popolare, tra i più significativi ricordiamo:

    • reddito ISEE
    • numero di soggetti che compongono il nucleo familiare
    • numero di figli minori fiscalmente a carico
    • età anagrafica del richiedente e dei componenti della famiglia

    Ove presente una persona alla quale è stata riconosciuta l’invalidità, è presa in considerazione la percentuale assegnata.

    Acquistare una casa popolare

    È possibile acquistare una alloggio popolare attraverso due opzioni:

    1. Tramite riscatto. In questo caso i pagamenti del canone d’affitto sono utilizzati come una sorta di riscatto concordato per l’acquisto dell’immobile. Il riscatto è possibile nel momento in cui un alloggio era già stato concesso da un determinato numero di anni. In questo caso il soggetto locatario (cittadino in affitto) ha diritto di precedenza rispetto agli altri eventuali acquirenti (diritto di prelazione).
    2. Tramite asta. In questo caso la casa popolare non è abitata, dunque non è stata ancora concessa a nessuno. Se il bando lo concede e in presenza dei requisiti minimi stabiliti, è possibile procedere con l’acquisto di un alloggio popolare a prezzi vantaggiosi. L’iter da seguire è specificato nel bando.

    Case popolari: decesso assegnatario

    È importante ricordare che nel caso venisse a mancare il cittadino assegnatario di un alloggio popolare, non è detto che i familiari possano continuare a beneficiarne. La casa popolare infatti potrà essere “mantenuta” da un parente solo se questo fa parte del medesimo nucleo familiare del legittimo assegnatario. Per poter sfruttare l’agevolazione, la presenza del “futuro erede” nella residenza popolare deve essere comunicata tempestivamente alla pubblica amministrazione che procederà con i dovuti controlli per verificare l’effettiva convivenza, stabile e duratura, dei componenti della famiglia.