Tag: Rata del mutuo

  • Mutuo Green un finanziamento vantaggioso ed ecologico

    Mutuo Green un finanziamento vantaggioso ed ecologico

    Negli ultimi anni sono stati proposti progetti a livello Europeo allo scopo di finanziare mutui che possano avere sia un riscontro economico agevolato, sia un basso impatto ambientale. È così che nasce il Mutuo Green, un finanziamento bancario finalizzato all’acquisto o alla riqualificazione di una casa ad alta efficienza energetica.

    Mutuo Green e EeMAP

    L’EeMAP (Energy Efficient Mortgages Action Plan) è un piano d’azione in materia di efficienza energetica messo in campo dall’Unione Europa. È nato con lo scopo d’incentivare la riqualificazione e l’acquisto di edifici.

    I principali obbiettivi energetico climatici che L’Europa deve raggiungere entro il 2030 sono:

    • tagliare del 40% l’emissione del gas serra
    • far sì che almeno il 32% dell’energia prodotta provenga da fonti rinnovabili
    • raggiungere un livello di efficienza energetica del 32,5%

    Il Mutuo Green per l’acquisto di una casa, si può ottenere per l’acquisto e la riqualificazione di abitazioni ad alta efficienza energetica. Per ottenerlo un immobile deve essere di classe energetica A o B.

    Per classe energetica s’intende l’efficienza in termini di consumi di acqua, energia elettrica e riscaldamento di un immobile.

    All’immobile gli viene attribuita, come accade anche per gli elettrodomestici, una targhetta colorata col livello di consumo energetico, con classi che vanno dalla A alla G a seconda dell’efficienza. Le classi A sono le più efficienti, le g sono le meno efficienti.

    APE attestato prestazione energetica

    Quindi l’immobile avrà un’Attestato di Prestazione Energetica (APE) che attesta, sia in caso di acquisto che in caso di affitto, in quale classe energetica rientra lo stabile.

    Dal 1 Luglio 2009 la certificazione di classe energetica è diventata obbligatoria sia per l’acquisto di un immobile, sia per l’affitto, ma non tutti gli stabili ne sono soggetti.

    Sono esclusi dalla certificazione energetica:

    • gli edifici vecchi o antichi non dotati d’impianto di riscaldamento
    • i fabbricati isolati, di superficie massima di 50 mq
    • i fabbricati agricoli, industriali e artigianali non residenziali, ad esempio una serra
    • beni immobili paesaggistici e culturali che possono essere solo restaurati per non danneggiarne il carattere artistico o storico

    Ed eventuali altri immobili per i quali vanno verificate le caratteristiche al momento in cui si richiede il prestito.

    Cos’è il Mutuo Green?

    Il Mutuo Green è un progetto a livello Europeo che permette di agevolare in termini sia di sostenibilità ambientale che economica, l’acquirente di un immobile. Grazie a questo progetto si ottengono infatti:

    • miglioramento di efficienza energetica
    • impatto positivo sul valore dell’immobile
    • bollette più basse
    • minore probabilità d’insolvenza del credito

    Attualmente al progetto partecipano 42 banche europee di cui 10 italiane. Alcune di queste che aderiscono ad esempio sono:

    • Monte dei Paschi di Siena
    • Banco BPM
    • Unicredit

    Tutti i cittadini possono partecipare a questo progetto. Come? Utilizzando e auto-consumando l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come il vento, la luce ed altre fonti.

    Inoltre oggi, possiamo usufruire di incentivi ed ecobonus, cioè di agevolazioni fiscali, sulle spese per interventi di riqualificazione energetica. E ogni Stato dell’Unione Europa deve intervenire fornendo condizioni finanziare favorevoli per riqualificare gli edifici.

    Il prestito che si può richiedere per questo tipo d’incentivi è appunto il Mutuo Green e può essere per:

    • acquisto casa
    • ristrutturazione casa
    • costruzione bio edilizia

    Come posso ottenere questo tipo di prestito?

    Innanzitutto per richiedere il Mutuo Green servono:

    • carta d’identità
    • codice fiscale
    • documentazione reddituale
    • certificazione delle caratteristiche eco sostenibili (APE)

    Se il prestito è richiesto per l’acquisto di una casa, questo prevede che l’abitazione debba essere certificata alla categoria A o B, o che debba rispettare i parametri di efficienza eco sostenibili. I tassi d’interesse applicati per questo genere di mutuo sono sia di tipo fisso che variabile. Entrambi verranno proposti a condizioni più favorevoli.

    I Mutui Green possono finanziare anche fino all’80% o al 100% del valore dell’immobile. Spesso, chi acquista casa nuova, vuole migliorare alcune condizioni. A volte si interviene sull’accrescimento dell’isolamento termico, o sugli impianti di riscaldamento ad alta efficienza o altro. Così alcune banche concedono un finanziamento extra per la copertura delle spese di riqualificazione.

    In caso di richiesta del mutuo per la ristrutturazione, bisogna presentare il preventivo delle spese da sostenere. Bisogna dimostrare che i lavori, porteranno ad un aumento di classe energetica dell’edificio, migliorandone le prestazioni di almeno il 30%.

    Il tasso concesso è a condizioni vantaggiose e può essere sia fisso che variabile. Il prestito può coprire tutto o in parte le spese legate ai lavori di ristrutturazione.

    Se il mutuo invece è richiesto per costruzione bio edilizia, cioè per case green a basso impatto ambientale, bisogna presentare una particolare certificazione; c’è bisogno di attestare l’eco-sostenibilità dell’immobile.

    L’importo del finanziamento generalmente in questi casi è del 70% fino al 90% del valore dell’immobile. I mutui sono a tasso fisso o variabile e di una durata generalmente fino a 30 anni.

    Il periodo di durata del prestito può variare dai 10 ai 30 anni, a secondo della somma richiesta, delle condizioni generali e della banca.

    I vantaggi del Mutuo Green

    Le condizioni a cui si propone il Mutuo Green sono molto vantaggiose, infatti, i prestiti, vengono erogati a:

    • tassi d’interesse più bassi
    • sconti sullo spread della Banca
    • sconti dedicati alle polizze assicurative
    • Loan to Value (LTV) più favorevole, cioè il rapporto tra la somma concessa e il valore della proprietà

    Il parametro LTV serve per determinare il livello di rischio del prestito in base al valore di mercato dell’immobile. Più è alto LTV più è alto il tasso d’interesse del mutuo.

    Il risparmio energetico comporta bollette per la fornitura di energia più basse e di conseguenza un risparmio economico. Questo rende più sicure le banche sulla liquidità dell’acquirente dalla quale dovranno riscuotere il credito.

    Inoltre le agevolazioni fiscali previste dalla Legge di Bilancio 2021 prevedono altri sconti del 50% o del 65% per:

    • sostituzione infissi
    • impianti di climatizzazione
    • installazione di impianti solari
    • isolamento degli spazi contro lo scompenso termico e l’inquinamento acustico
    • per l’installazione di schermature solari come persiane o tapparelle

    Infine con l’EeDaPP (Energy Efficient Data Protocol and Portal) protocollo e portale di energie a basso consumo, si registrano i beni ipotecati. Cioè si effettua la registrazione dei dati relativi ai prestiti energeticamente efficienti e si analizzano. Lo scopo è di sviluppare un mercato per i finanziamenti energetici ai fini di emissioni di obbligazioni ever green /energy efficient. Ai dati si potrà accedere attraverso un portale comune e centralizzato.

  • Surroga del mutuo, surrogazione o portabilità

    Surroga del mutuo, surrogazione o portabilità

    Negli ultimi anni la richiesta di surrogazione o portabilità ha subito un forte aumento. La surroga del mutuo è la possibilità del mutuatario di spostare il finanziamento dalla propria banca ad un altra per ottenere condizioni contrattuali migliori. Un esempio potrebbe essere una rata più bassa.

    Surroga del mutuo

    La surroga del mutuo o portabilità, consente di trasferire il mutuo dalla banca che lo ha finanziato ad un altro istituto di credito, senza alcun costo aggiuntivo. La surrogazione dà la possibilità a chi la richiede, di modificare in maniera più conveniente i paramatri del contratto di mutuo stipulato in precedenza. Ad esempio, la durata o il tasso. Si possono variare i parametri a patto che l’importo residuo rimanga lo stesso.

    La surroga detta anche surrogazione o portabilità, è applicabile solo all’importo che rimane ancora da versare. Consente inoltre al mutuatario, di poter accedere al rimborso del credito a condizioni più vantaggiose, senza la necessità di accendere una nuova ipoteca.

    Dopo aver deciso la soluzione più conveniente, verrà avviata la procedura. Ci sarà un preavviso nei confronti della vecchia banca mutuataria, di almeno 30 giorni, per il trasferimento del mutuo. Le due banche in questione collaborano tra loro.

    La banca con la quale il cliente ha precedentemente stipulato il mutuo, dovrà comunicare alla nuova banca l’importo rimanente che resta da pagare. Questo deve avvenire nel termine di 10 giorni e formalizzato con l’atto unico di surroga. È necessaria la presenza di un notaio per redarre l’atto e autenticare le procedure.

    Sino a qualche anno fa bisognava sostenere una serie di costi, ma oggi, grazie alla procedura di surroga introdotta dalla Legge Bersani non è più così.

    Inoltre la surroga esclude sanzioni penali o altri oneri da pagare per l’estinzione del mutuo dalla vecchia banca e il passaggio ad un nuovo contratto con una nuova banca.

    rif. Legge Bersani 40/2007

    I vantaggi della surrogazione

    Il cliente, in base alle proprie esigenze personali o economiche o anche semplicemente per convenienza, può scegliere di chiedere una surroga.

    I vantaggi per il mutuatario derivano dalla possibilità di poter valutare varie opzioni come:

    • aumentare o diminuire la durata del versamento delle rate
    • scegliere il tasso che si ritiene più conveniente (fisso, variabile e misto)
    • ottenere dalla nuova banca uno spread inferiore
    • possibilità di mantenere eventuale polizza assicurativa di incendio e scoppio, stipulata precedentemente con il vecchio mutuo
    • non sostenere ulteriori oneri notarili

    Le banche non sono obbligate ad offrire la surroga di un mutuo più conveniente. La possibilità che questi procedimenti possano avvenire anche più volte, cioè che i clienti a lungo periodo chiedano più surroghe, non viene visto di buon occhio dalle banche subentranti. In quanto, queste ultime si fanno carico delle spese e degli oneri necessari per il passaggio del mutuo, per un soggetto che eventualmente potrebbe cambiare di nuovo banca. Ciò nonostante il mercato e ricco di offerte di surroga.

    È consigliato procedere con la surroga del mutuo solo se davvero è necessario e alla presenza di condizioni più convenienti. È consigliabile inoltre, per valutare al meglio le condizioni di cambio, richiedere più preventivi gratuiti, rivolgendosi a più banche, che, a loro volta, faranno le proprie proposte.

    Non conviene chiedere la surrogazione, nel caso in cui il mutuo sia quasi estinto e quindi sarebbe davvero poco conveniente provare a cambiare un piano d’ammortamento dopo aver pagato quasi tutti gli interessi.

    Contratto di surroga del mutuo

    La surroga può sostituire qualsiasi tipo di mutuo garantito da ipoteca. Quindi sia che si tratti di un mutuo per l’acquisto della prima casa, sia per l’acquisto della seconda casa o per richieste di liquidità.

    Bisogna rivolgersi ad un consulente finanziario che calcolerà la surrogazione tenendo conto dell’andamento di mercato, del tasso d’interesse applicato dalla banca e delle eventuali coperture assicurative. L’obbiettivo è quello di ottenere una rata più bassa.

    La vecchia banca non può opporsi alla richiesta del mutuatario, in quanto, il cliente è tutelato dal TUB, il  Testo Unico Bancario e potrebbe procedere con una richiesta di risarcimento danni.

    È necessario sottoscrive un nuovo contratto con la nuova banca seguendo le procedure dell’istituto. La convenienza della surroga dipende dall’andamento dell’ERIBOR e dell’EURIRS.

    L’atto di surroga può essere:

    • bilaterale
    • trilaterale

    Nella surroga bilaterale i soggetti presenti sono:

    • La nuova banca, detta surrogante
    • il debitore, mutuatario

    Quindi nel nuovo contratto ci saranno solo la nuova banca e il mutuatario, mentre la vecchia banca,  successivamente firmerà un atto unilaterale di quietanza. Cioè un atto che conferma il pagamento del debito da parte del debitore nei suoi confronti e quindi attesta l’estinzione del mutuo ma senza cancellarne l’ipoteca. Quest’atto verrà autenticato dal notaio.

    La surroga trilaterale  prevede che siano presenti:

    • la vecchia banca, detta surrogata
    • la nuova banca , surrogante
    • debitore, mutuatario

    Quindi in questo nuovo contratto sono presenti entrambe le banche insieme al debitore. Viene stipulato con un atto unico notarile che contiene sia le condizioni tra la nuova banca e il debitore, sia la quietanza e l’impegno di mantenere l’ipoteca della vecchia banca.

    Diritti e doveri

    Il mutuatario ha diritto a:

    • la gratuità della surroga
    • che tutti i costi per accertamenti, siano sostenuti dalla nuova banca
    • alla rapidità delle operazioni
    • e che la conclusione e il trasferimento del mutuo alla nuova banca avvenga entro 30 giorni

    Nel caso il termine dei 30 giorni non venga rispettato, il mutuatario ha diritto ad un risarcimento danni dalla vecchia banca pari all’1% del valore del nuovo mutuo per il ritardo di ciascun mese o frazione.

    Il mutuatario deve:

    • rispettare gli obblighi del nuovo contratto
    • mantenere le garanzie
    • avere rispetto della buona fede, cioè essere corretto per tutta la durata del contratto salvo la facoltà di cercare condizioni più favorevoli presso altri istituti

    La disciplina fiscale che regola la surrogazione prevede l’esenzione delle imposte e di altri costi, l’unica eccezione riguarda la tassa ipotecaria di 35,00 euro. Quest’unica imposta da pagare resta a carico della banca che subentra.

    Per ufficializzare la surroga sono necessari diversi documenti come:

    • documento d’identità
    • codice fiscale
    • stato di famiglia
    • atto di matrimonio
    • certificato di reddito
    • copie del compromesso immobiliare
    • atto di acquisto
    • l’ipoteca iscritta sull’immobile
    • planimetrie catastali

    Potrebbero inoltre essere richiesti gli estratti conti bancari.

    Il mutuatario assume la figura del consumatore nei rapporti con la banca, quindi per qualsiasi problema riguardante la preclusione di un suo diritto, può rivolgersi ad Altro Consumo o Unione Nazionale Consumatori o ad altre associazioni di difesa dei consumatori.

    Inoltre le banche hanno un apposito ufficio reclami dove il mutuatario può rivolgersi con un riscontro di ricezione della controversia entro 30 giorni dal reclamo.

    Infine potrebbe rivolgersi all’ Arbitro Bancario Finanziario, organo sostenuto dalla Banca D’Italia.

  • Rinegoziare il mutuo per abbassare la rata

    Rinegoziare il mutuo per abbassare la rata

    Le persone che hanno chiesto un mutuo hanno preso un impegno di lungo termine. Negli corso degli anni le condizioni finanziarie o personali possono cambiare in meglio o in peggio. In queste situazioni, chi ha stipulato, può avere la necessità di rinegoziare il mutuo e cambiare i termini del contratto per ottenere condizioni economiche più vantaggiose.

    Perché rinegoziare il mutuo?

    Se necessario, senza dover dare nessuna spiegazione, il mutuatario può chiedere di rinegoziare le condizioni del mutuo a proprio vantaggio e gratuitamente. La rinegoziazione del mutuo non prevede la scrittura di un nuovo contratto ma solo la modifica di quello già esistente. La trattativa avviene in forma privata tra il mutuatario e la banca. Quindi, il tutto avviene senza la necessità della presenza di un notaio. I motivi di questa scelta potrebbero essere di natura personale o economica. In ogni caso quando il cliente ha la necessità può chiedere all’istituto di credito di modificare i termini stabiliti precedentemente.

    Visto che il contratto in essere resta lo stesso, per rinegoziare un mutuo si può agire sulle condizioni. Per rinegoziare quindi, il cliente può richiedere di modificare uno o più aspetti del mutuo stesso.

    • cambiando la durata del mutuo, cioè rivedendo il numero di anni pattuiti per il versamento delle rate
    • passando da un tasso variabile ad uno fisso o misto o viceversa
    • rivedendo lo spread del mutuo, cioè il tasso d’interesse applicato dalla propria banca

    La durata del mutuo può essere di 5 , 10, 15, 20 anni o anche di più. In fase di rinegoziazione il mutuatario può chiedere di allungare il mutuo facendo così diminuire il valore della rata da versare. O, viceversa,  il cliente può voler scegliere di ridurre il periodo del versamento, aumentando le rate e velocizzando l’estinzione. In questo caso andrebbe a risparmiare un po’ sugli interessi del mutuo.

    Rinegoziare un mutuo a tasso fisso

    La scelta di un mutuo a tasso fisso prevede il pagamento di rate con un ammontare costante durante tutto il periodo. La somma da rimborsare comprende il capitale più gli interessi. Quest’ultimi sono la remunerazione della banca per aver prestato il denaro e sono applicate in misura diversa da ognuna.

    Gli elementi che compongono la rata di un mutuo a tasso fisso e di cui tener conto sono:

    • L’EURIRS (Euro Interest Rate Swap). È il tasso a cui fanno riferimento gli istituti di credito. Il valore è dato dalla media delle quotazioni applicate ai contratti di scambio dalle banche Europee e varia ogni giorno.
    • Lo spread (differenza tra due prezzi o due tassi o due quotazioni) ed è il margine di guadagno della banca.
    • Il TAN (tasso annuale nominale) che sarebbe l’insieme di  EURIS e Spread.

    Il TAN è il tasso d’interesse calcolato dalle banche e dalle società finanziare per calcolare gli interessi che il cliente deve pagare. Più sarà lungo il periodo, maggiore sarà il tasso applicato.

    Il tasso d’interesse applicato, sarà quello del giorno in cui viene stipulato il mutuo. Il costo del mutuo a tasso fisso sarà maggiore rispetto a quello variabile ed è consigliato per chi vuole mantenere un profilo a basso rischio.

    In una rinegoziazione di un mutuo a tasso fisso si può agire sullo spread per rimodulare le rate del mutuo in vantaggio del mutuatario.

    Mutuo a tasso variabile

    Nel caso la scelta del mutuo sia a tasso variabile, il pagamento delle rate da versare non saranno sempre uguali. Questo tasso varia in base all’indice a cui fanno riferimento, cioè all’EURIBOR (Euro Inter Bank Offered Rate).

    L’EURIBOR è il tasso d’interesse medio ottenuto dalle transazioni finanziarie delle principali banche europee ed indica il costo del denaro a breve termine. Ovviamente nel calcolo del valore del mutuo, questo verrà sommato allo spread.

    Con questo tasso la rata del mutuo può aumentare o diminuire e quindi subire delle variazioni durante tutto il periodo. Inizialmente il mutuo a tasso variabile è più basso rispetto a quello fisso, ma è più rischioso, perchè col tempo, nel caso aumentasse, aumenta di conseguenza il valore della rata da pagare. Solitamente le persone che optano per questo tipo di tasso hanno un reddito medio-alto.

    Anche con un mutuo a tasso variabile si può ridurre la rata rinegoziando lo spread.

    Mutuo a tasso misto

    Il mutuo a tasso misto invece, prevede per contratto, la modifica del tasso d’interesse da variabile a fisso o viceversa, anche più volte durante tutto il periodo. Con questo tipo di mutuo si possono ottenere condizioni più vantaggiose e nel lungo periodo diventa più economico. Ma tutto questo ha un costo e spesso è più alto rispetto ad un contratto a tasso variabile. È consigliato a persone che hanno una situazione economica ben definita e che vogliono valutare quale sia il tasso d’interesse più vicino alle proprie esigenze.

    Anche in questo caso il cliente può chiedere alla propria banca, di rivedere lo spread da lei stessa applicata. Rilevando che altre banche magari, nello stesso periodo, promuovono uno spread decisamente inferiori rispetto a quello applicato all’epoca del contratto.

    È importante sapere che la banca non è tenuta a rinegoziare il mutuo, ma resta nel suo interesse venire incontro alle esigenze del cliente se non vuole perderlo. Infatti questo potrebbe surrogare il mutuo e trasferirsi in un altro istituto bancario a condizioni più vantaggiose.

    La legge non prevede dei limiti di tempo per rinegoziare, ma alcune banche possono poter stabilire un periodo minimo di rimborso del piano, prima di voler procedere. Se la rinegoziazione viene negata, il cliente potrà valutare altre strade come

    • surroga
    • estinzione anticipata
    • sostituzione

     

    Contratto di mutuo

    Chi richiede un mutuo è perchè ha intenzione o di comprare casa, o di ristrutturare, o comprarne una seconda oppure ottenere liquidità.

    Nel contratto di mutuo, innanzitutto, vengono riportati i soggetti coinvolti, che sono:

    • il mutuatario, cioè colui che riceve il mutuo
    • il mutuante che sarebbe la banca, cioè il finanziatore alla quale si affida il mutuatario
    • il proprietario dell’immobile, concesso a garanzia.
    • il garante, cioè una persona che garantisce l’impegno del pagamento da parte del mutuatario e che in caso di mancato pagamento si fa carico del debito
    • o il fideiussore, cioè qualcuno che si obbliga personalmente a rimborsare il prestito del debitore in caso di inadempienza (mancato pagamento)

    Per quanto riguarda la richiesta di un mutuo per l’acquisto di un immobile, il proprietario dell’immobile potrebbe essere una persona diversa da chi richiede il mutuo. Esempio: i genitori che comprano casa ad un figlio.

    Inoltre l’immobile viene concesso a garanzia del mutuo, con l’ipoteca. Cioè la banca si tutela acquisendo il diritto sul bene in caso di insolvenza da parte del debitore.

    Il contratto di mutuo quindi, è un documento che stabilisce oltre l’accordo tra le parti, l’erogazione di una somma di denaro da parte della banca ad una persona che ne ha fatto richiesta. Il mutuatario s’impegnerà a restituire la somma corrisposta in base alle modalità di contratto. Il tutto stipulato davanti ad un notaio.

    Il contratto inoltre contiene:

    • la durata del mutuo
    • le modalità di pagamento
    • tasso d’interesse e tipologie di tasso
    • interessi di mora
    • tutte le spese
    • modalità per l’estinzione anticipata del mutuo
    • oneri fiscali
    • gli allegati con le condizioni generali e il documento di sintesi

     

  • Sospensione Mutui – Decreto Ristori e Fondo Gasparrini

    Sospensione Mutui – Decreto Ristori e Fondo Gasparrini

    L’emergenza Covid 19 ha creato gravi difficoltà economiche in tutti i settori. In seguito alla pandemia il Governo è intervenuto, attraverso l’emanazione di diversi decreti, allo scopo di sostenere operatori sia del settore pubblico che privato. Uno di questi è il Decreto Ristori, che comprende anche regole per la sospensione dei mutui.

    Sospensione mutui per la prima casa

    A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, necessarie per contenere l’emergenza sanitaria da Coronavirus, l’economia ha subito un forte calo in tutti i settori. Tra questi provvedimenti ci sono le restrizioni sulle attività produttive e sugli spostamenti delle persone su tutto il territorio Nazionale.

    Tutto questo ha colpito i lavoratori che hanno subito una drastica riduzione delle ore lavorative o addirittura la perdita del lavoro. Di conseguenza uno dei tanti problemi riscontrati è stata la difficoltà delle persone di sostenere le rate del mutuo. È nata così la necessità di intervenire con il cosiddetto Decreto Ristori. Il Decreto che si occupa appunto della Sospensione dei Mutui per la prima casa.

    rif: Decreto Ristori (D.L. n. 137 del 28 ottobre 2020) convertito in Legge n. 176 del 18 dicembre 2020; Decreto Ristori-bis (D.L.149/2020), ter (D.L. 154/2020) e quarter (D.L: 157/2020).

    Il Decreto Ristori

    Il Decreto Ristori è stato seguito da altri decreti come: il Decreto Ristori-bis, terquarter. Tutti istituiti per attuare le misure di sostegno per le persone e le attività colpite dalle nuove restrizioni e prevedono:

    • un contributo a fondo perduto da destinare agli operatori dei vari settori economici.
    • sospensione delle procedure esecutive immobiliari sulla prima casa (sospensione dei mutui)
    • misure di sostegno per le imprese e tanti altri generi d’aiuto.

    Ma in realtà già da prima esistevano decreti istituiti allo scopo di aiutare le persone in difficoltà finanziare tra questi c’è il Fondo Gasparrini.

    Il Fondo Gasparrini per la sospensione dei mutui

    Il Fondo Gasparrini è un fondo creato per aiutare le persone in difficoltà a causa della perdita di lavoro o altre condizioni di disagio. È un fondo di solidarietà per chi ha acquistato la prima casa. Questo fondo prevede che i titolari di un mutuo per un valore sino a 250.000 euro possano beneficiare delle sospensioni delle rate per 18 mesi, dall’inizio dello stato di difficoltà. È possibile applicare la sospensione del mutuo anche in ammortamento da meno di 1 anno. Cioè di quei mutui ottenuti con prestiti da restituire attraverso pagamento periodico di rate a scadenza.

    Cosa devo fare per sospendere il mutuo?

    Per sospendere il mutuo il cittadino deve presentare la domanda alla banca dove l’ha ottenuto. Compilare e consegnare alla propria banca il modulo di richiesta di sospensione pubblicato da CONSAP ma anche da molti istituiti di credito. Non è possibile ottiene la sospensione nel caso in cui:

    • ci sia stato un ritardo nei pagamenti superiore a 90 giorni, con decadenza del contratto da parte del beneficiario o risoluzione, o se è stata avviata una procedura esecutiva di ipoteca
    • c’è fruizione di agevolazioni pubbliche
    • i mutui, sulla quale è stata stipulata un’assicurazione a copertura di eventuali rischi

    La sospensione può essere chiesta per non più di due volte, e per un periodo massimo di diciotto mesi.

    Chi può accedere al Fondo di Solidarietà?

    I casi attualmente previsti per l’accesso al Fondo di solidarietà (Fondo Gasparrini) sono per:

    • cessazione del rapporto di lavoro subordinato (dipendente)
    • cessazione dei rapporto di lavori atipici (contratti di lavoro non abituali)
    • la morte o il riconoscimento di un handicap grave non inferiore all’80%

    Invece i casi in cui non si può accedere al fondo, sono per:

    • cessazione di lavoro in maniera consensuale, cioè nel caso in cui sia il datore di lavoro che il lavoratore sono concordi a concludere il rapporto lavorativo.
    • scioglimento del contratto per aver raggiunto i limiti di età, cioè l’età pensionabile
    • licenziamento per giusta causa (condotte gravi)
    • in caso di dimissioni non per giusta causa.

    Rifinanziamento Fondo Gasparrini

    In occasione dell’emergenza sanitaria il Fondo Gasparrini è stato rifinanziato fino a 400 milioni di euro con il decreto cosiddetto Cura Italia. Questo decreto è rivolto al potenziamento dell’assistenza territoriale, con lo scopo di intervenire su accoglienza e assistenza di tipo pubblico e privato. Ad esempio con:

    • l’arruolamento temporaneo di medici e infermieri
    • la sospensione degli obblighi per i tributi e contributi
    • o sospensione di altri incentivi fiscali

    Successivamente con il DL Liquidità, si è data l’opportunità di allargare la platea dei beneficiari a cui destinare gli aiuti inserendo anche le imprese. Il Decreto consiste in una serie di prestiti alle piccole e medie imprese di cui lo stato si farà garante.

    rif: DL Liquidità legge 5 giugno 2020, n. 40 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, (GU n.143 del 6-6-2020 ) entrata in vigore del provvedimento: 07/06/2020.

    rif: Fondo Gasparrini istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la legge n°244 del 24/12/2007. Rifinanziamento disposto dall’articolo 54 del Decreto Legge 18/2020.

    rif: Decreto-Legge Cura Italia del 17 marzo 2020, n. 18  – Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

    I beneficiari del DL Liquidità

    Fino al 17/12/2020 gli aiuti previsti dal Decreto Liquidità sono stati destinati anche alle seguenti categorie:

    • Lavoratori che hanno subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni ( Cassa Integrazione o altri ammortizzatori sociali)
    • Lavoratori autonomi e liberi professionisti, inclusi artigiani e commercianti che dimostrano di aver subito una riduzione di fatturato superiore al 33% nel periodo di chiusura o restrizione delle proprie attività a causa delle disposizioni adottate dalle autorità competenti.
    • Titolari di mutui per un importo massimo di 400.000 euro.
    • Titolari di mutui che usufruiscono dei fondi di garanzia per i mutui prima casa. Il Fondo recentemente rifinanziato con il Decreto Crescita che prevede la concessione di garanzia sui mutui dell’importo massimo di 250 mila euro.

    In questo periodo di emergenza per attingere a questi fondi, non è stato richiesto l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), normalmente necessario per accedere a bonus o prestazioni sociali agevolate.

    Proroghe dei fondi

    Il Fondo Gasparrini ha ottenuto una proroga fino al 31/12/2021 per il fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa.

    Fino al 09/04/2022 per i mutui in ammortamento.

    Alcune delle proroghe avevano scadenza programmata al 17/12/2020 tra cui le agevolazioni ai professionisti, artigiani e commercianti. Quindi ora rientrano nelle precedenti regole da prima stabilite e che prevedevano :

    • dichiarazione ISEE con un reddito non superiore a 30 mila euro
    • il beneficio del mutuo fino ad un valore di  250 mila anziché 400 mila
    • che i mutui già ammessi alla garanzia del Fondo Prima casa non potranno accedere alla sospensione del pagamento delle rate
    • e l’impossibilità di richiedere la sospensione per i mutui che abbiano già fruito di 18 mesi.

    Per ogni chiarimento, contattare: [email protected]

    rif: Decreto Crescita ( art.19 DL 30 Aprile 2019 n.34)

  • Il contratto di mutuo

    Il contratto di mutuo

    Il contratto di mutuo è un accordo tra due parti. Con questo accordo una della parti consegna all’altra denaro o altra specie di beni fungibili  a titolo di credito o di prestito. La parte che cede il bene si chiama mutuante, quella che lo riceve si chiama mutuataria. La parte mutuataria si obbliga a restituire alla scadenza beni della stessa specie, qualità o valore.

    Il contratto di mutuo è un accordo articolato ed a volte complicato, per questo motivo il mutuatario deve sempre pretendere che le clausole contrattuali proposte siano comprensibili e che gli siano comunicate con sufficiente anticipo. In questo modo chi stipula ha la possibilità di sottoporle ad una valutazione di una associazione di fiducia, di un legale o di un consulente. Generalmente i contenuti fondamentali di un contratto mutuo sono molto simili, seppur redatti da banche diverse.

    Le spede del contratto di mutuo

    È importante sapere che stipulare un contratto di mutuo comprende alcuni oneri economici; tra i più significativi:

    Le spese di istruttoria – legate ai costi di banca per valutare la pratica e dare il benestare, sono da pagare anche se il contratto non va a buon fine. Possono essere variabili.

    Le spese di perizia – legate alla necessità di periziare il valore effettivo dell’immobile. In pochi casi, di solito limitatamente agli acquisti diretti da un costruttore, la banca si fida di una autocertificazione mentre, normalmente, pretende una perizia di un tecnico di sua fiducia.

    Il costo dell’assicurazione – legata alla necessità di garantire l’immobile contro incendi e esplosioni. La banca può non accontentarsi di una polizza condominiale e richiedere la stipula di una specifica assicurazione, che ha di solito un costo o fisso o percentuale.

    Le imposte – è ancora in vigore la così detta imposta sostitutiva che è pari allo 0,75% del capitale finanziato ed erogato da una banca.

    Le spese notarili – le più onerose, legate alla stesura e alla stipula del contratto di mutuo. Il costo può variare sensibilmente a seguito della parcella notarile. I Notai come ogni altra categoria professionale applicano una loro tariffa che non può essere inferiore al minimo tabellare previsto dall’ordine).

    La stipula del contratto di mutuo

    Il contratto mutuo si perfeziona al momento della stesura Notarile dell’atto; il Notaio ha il dovere di iscrivere l’ipoteca presso l’apposito ufficio. Sino a quando la pratica Notarile non è completata e trasmessa alla banca, la somma non può essere erogata, ciò significa che non si potrà disporre del denaro prima di 2-3 settimane.

    Per evitare questa attesa, alcune banche mettono a disposizione subito la somma mutuata a titolo di prefinanziamento, il cui ammontare viene caricato di un ulteriore interesse.

    Si può eludere il prefinanziamento accordandosi in anticipo con il venditore che deve essere garantito se vende prima di incassare l’intera somma. È compito del Notaio proporre e spiegare alle parti diverse soluzioni possibili.

    I soggetti dell’accordo

    Ogni contratto di mutuo comprende dei soggetti coinvolti ovvero:

    • il finanziatore – la banca ed il suo rappresentante
    • la parte mutuataria – l’utente che riceve il mutuo
    • la parte datrice di ipoteca – i proprietari dell’immobile che concedono l’ ipoteca
    • gli eventuali fideiussori – i garanti

    Il contratto ha un suo preciso oggetto cioè l’ammontare del mutuo e la quietanza della parte mutuataria, che comprendono gli obblighi per i mutuatari, le condizioni di rimborso, la durata e la modalità di rimborso del mutuo concesso.

    È stabilito inoltre il  tasso di interesse e, nel caso sia variabile, criteri con cui verrà periodicamente rideterminato; l’iscrizione dell’ipoteca nel grado previsto e per l’importo convenuto e la descrizione dettagliata delle unità interessate.

    Il contratto prevede un’estinzione anticipata del mutuo cioè la facoltà per il debitore di estinguere il debito anticipatamente e l’indicazione della relativa commissione. È indispensabile fornire nel documento anche gli indirizzi a cui dovranno essere inviate tutte le comunicazioni scritte tra le parti.

    Nel contratto di mutuo sono citati per iscritto gli oneri fiscali, l’addebito ai mutuatari dell’imposta sul mutuo che la banca dovrà versare per loro conto all’Erario: dichiarazioni sui requisiti per l’applicazione dell’imposta ridotta.

    Allegati al contratto di mutuo

    Allegato al contratto è il cosiddetto “Capitolato” che contiene le clausole comuni a tutti i mutui erogati dalla banca:

    • la solidarietà ed indivisibilità degli obblighi, facoltà della banca di richiedere il rimborso di tutto il mutuo anche ad un singolo mutuatario o garante, indipendentemente dal numero di soggetti coinvolti, anche in caso di successione
    • gli obblighi, impegni che i debitori devono assumersi nella conservazione dell’immobile
    • comunicazione alla banca di eventuali variazioni nella loro situazione economica o finanziaria
    • diminuzione di garanzia, nel caso in cui il valore del bene garante dovesse perdere valore, è specificata la facoltà da parte della banca di richiedere una integrazione di garanzia o l’ immediata restituzione del debito
    • risoluzione del contratto, possibilità per il finanziatore di richiedere il rimborso immediato dell’intero debito
    • Imputazione dei pagamenti, ordine di preferenza della banca per la compensazione delle spettanze da parte del mutuatario (spese e rate)
    • cessione del credito, facoltà della banca di cedere il credito a terzi mediante comunicazione scritta al debitore.
    • Accollo. In caso di accollo del mutuo senza informare preventivamente la banca, il debitore originario avrà ancora l obbligo di rimborsare il debito.
    • Il piano di ammortamento
  • Mutuo BNL della Banca Nazionale del Lavoro

    Mutuo BNL della Banca Nazionale del Lavoro

    La BNL (Banca Nazionale del Lavoro) è tra i principali gruppi bancari nel nostro paese. L’istituto bancario occupa la sesta posizione nella lista dei principali gruppo bancari in Italia. Come tutte le banche è operativa nel settore dei mutui. Il mutuo BNL è pensato per andare incontro a tutte le esigenze della clientela retail, ma non solo.

    Per completare la panoramica sulla identità di BNL c’è da dire che nel 2006, a seguito della conclusione dell’Offerta Pubblica d’Acquisto (OPA) da parte di BNP Paribas, BNL è entrata a far parte di un grande gruppo internazionale presente in Francia e in altri 85 Paesi del mondo. Del gruppo BNP Paribas fa parte anche Findomestic specializzata nei prestiti personali.

    BNL Mutuo: le tipologie

    Parlando della Banca Nazionale del Lavoro, sto parlando di un grande istituto bancario per cui l’offerta al pubblico è molto vasta, suddivisa in mutui per acquisto, ristrutturazione e surroga, nelle formule a

    • Tasso fisso
    • Tasso variabile
    • Quasi fisso

    Mutui BNL a tasso fisso

    Il principale prodotto a tasso fisso dell’istituto bancario è il Mutuo Spensierato, una tipologia di finanziamento a tasso fisso e rata costante. A questo mutuo ho già dedicato un articolo di approfondimento.

    L’offerta BNL per i mutui a tasso fisso si completa con altri due prodotti:

    • Futuro Sereno: mutuo a tasso fisso e rata decrescente
    • Affitto Più: mutuo a tasso fisso e rata crescente

    BNL Mutuo Futuro Sereno

    Il Mutuo Futuro Sereno BNL intende rispondere alle esigenze di chi, disponendo di un reddito variabile, vuole pianificare il domani senza eccessive preoccupazioni, scegliendo un impegno finanziario meno gravoso nel tempo.

    Prevede un piano di rimborso a tasso fisso e rate decrescenti che lo rende adatto a chi preferisce pagare di più inizialmente e meno negli anni successivi.

    Caratteristiche del Mutuo Futuro Sereno di BNL

    È un finanziamento a tasso fisso ma con rate di importo decrescente nel corso dell’ammortamento. Le rate, mensili e decrescenti, sono composte da una quota capitale e da una quota interessi, prefissate alla stipula del contratto di mutuo. La durate possibili  sono 5, 10, 15, 20, 25 e 30 anni, ma in fase contrattuale è possibile ottenere anche durate intermedie.

    BNL Mutuo Affitto Più a tasso fisso

    BNL Mutuo Affitto Più a tasso fisso, è per chi vuole pagare una rata di mutuo prefissata con incrementi ogni 5 anni, stabiliti in contratto. È il prodotto fatto su misura per chi vuole comprare casa, invece di pagare l’affitto, ed è disposto ad allungare o accorciare la durata del rimborso.

    Prevede un piano di rimborso a rata costante (mensile) per i primi 5 anni, calcolata sulla base del tasso vigente al momento della stipula. Per le rate successive, ogni 5 anni, è previsto un incremento fissato in contratto, con la finalità di anticipare la restituzione del capitale, offrendo il vantaggio al cliente di pagare meno interessi.

    Questa caratteristica del prodotto può determinare, anche in caso di andamento non favorevole dei tassi di interesse, impatti positivi sulla durata del finanziamento o sull’importo della rata finale.

    Le rate del mutuo Affitto Più a tasso fisso

    Mensile, di importo prefissato con incrementi ogni 5 anni determinati come segue:

    • Mutuo di durata superiore a 15 anni (con durata massima contrattuale 25 anni): primi 5 anni, rata di importo costante sulla base del tasso vigente alla stipula. Successivamente variazioni prestabilite in contratto (in maniera analoga all’inflazione, ma non a questa indicizzata) alla scadenza del 5°, del 10° e del 15° anno di ammortamento.
    • Mutuo di durata superiore a 20 anni (con durata massima contrattuale 30 anni): primi 5 anni, rata di importo costante sulla base del tasso vigente alla stipula. Successivamente variazioni prestabilite in contratto (in maniera analoga all’inflazione, ma non a questa indicizzata) alla scadenza del 5°, del 10°, del 15° e del 20° anno di ammortamento.

    Le rate sono comprensive di una quota interessi e di una quota capitale pari alla differenza tra l’ammontare della rata prestabilita e quello della quota interessi.

    Ammortamento BNL Mutuo Affitto Più

    Le rate del mutuo sono composte da una quota interessi e da una quota capitale e sono calcolate sino alla concorrenza dell’importo prefissato. Qualora l’ammortamento del mutuo non dovesse avvenire entro la durata massima contrattuale, l’ultima rata sarà comprensiva degli interessi e dell’intero capitale non ancora rimborsato.

    Mutui BNL a tasso variabile

    Il mutuo a tasso variabile di BNL è un prodotto pensato per chi vuol ottenere la rata più bassa possibile in funzione dei tassi dei mercati; il tasso variabile infatti è meno caro di quello fisso ma è esposto alla fluttuazione dei tassi di interesse. Il mutuo BNL a tasso variabile è agganciato all’indice Euribor a 1 mese.

    Questa tipologia di finanziamento può essere richiesta in caso di:

    • acquisto della prima casa ma anche di eventuali altre case
    • ristrutturazione di un immobile adibito ad uso abitativo
    • sostituzione di uno o più finanziamenti  già in essere
    • sostituzione con erogazione aggiuntiva di liquidità
    • consolidamento di eventuali altri prestiti
    • esigenze di liquidità

    Caratteristiche del mutuo a tasso variabile BNL

    L’importo massimo finanziabile corrisponde al  70% del valore dell’immobile. In deroga è possibile arrivare fino all’80%. Le durate previste sono 5, 10, 15, 20, 25 e 30 anni

    Il rimborso è avviene per mezzo di una rata mensile di valore variabile in funzione del tasso. Tasso che può variare mensilmente in funzione della quotazione dell’Euribor ad un mese. La rilevazione avviene per valuta il primo giorno lavorativo del mese precedente la scadenza della rata.

    Le rate sono composte da una quota capitale più una quota interessi. La prima è precalcolata in base al piano di rimborso. La seconda è variabile in base alla rilevazione dell’indice Euribor. Il tasso di interesse applicato al mutuo è quindi variabile ed è calcolato in base alla rilevazione dell’Euribor a 1 mese, a cui va aggiunto lo spread.

    Le spese di istruttoria del mutuo variabile BNL  dipendono dall’importo finanziato:

    • 1,25% (per un massimo di euro 1.000,00) per mutui fino a euro 80.000,00
    • 1,00% (min euro 800,00 – max euro 1.300,00) per mutui fino a euro 130.000,00
    • 0,90% (min euro 1.170,00 – max euro 2.250,00) per mutui fino a euro 250.000,00
    • 0,90% (min euro 2.250,00 – max euro 2.500,00) per mutui oltre euro 250.000,00
    • non sono previste spese in caso di surroga

    Le spese di perizia vengono calcolate in percentuale sull’importo finanziato:

    • 300,00 € fino a 110.000,00 €
    • 300,00 € fino a 250.000,00 €
    • 350,00 € fino a 500.000,00 €
    • 450,00 € fino a 1.000.000,00 €
    • 550,00 € fino a 25000.000,00 €
    • 800,00 € oltre 2.500.000,00 €

    Altri mutui a tasso variabile

    Mutuo BNL Su Misura Elite

    Se cerchi una soluzione che ti permetta di sfruttare i vantaggi del mutuo a tasso variabile ma con una maggiore flessibilità nel rimborso allora potresti pensare a BNL Su Misura Elite. Una soluzione pensata sopratutto per liberi professionisti e lavoratori autonomi con entrate non costanti. Questo mutuo permette di pianificare i pagamenti con un maggior grado di elasticità dei tempi e dei modi del rimborso.

    Il rimborso del capitale è programmato e flessibile. La rata del mutuo è semestrale ed è composta di soli interessi, è variabile (indice Euribor a sei mesi). Il rimborso del capitale è libero. È il cliente che decide, rispettando dei minimi, quanto capitale rimborsare alle scadenze  previste dal contratto di mutuo.

    Mutuo BNL Quasi Fisso

    Il mutuo BNL quasi fisso è un mutuo a tasso variabile con Cap, ti spiego come funziona: il Cap è il tasso di interessi massimo che può essere applicato alla rata.

    In questo prodotto il tasso di interesse è variabile ed è agganciato quotazione dell’Euribor ad un mese, rilevato per valuta il primo giorno lavorativo del mese precedente la scadenza della rata.

    La rata, mensile, viene calcolata in base al tasso complessivo (Euribor a 1 mese + spread) che non potrà mai superare il tasso massimo prefissato detto Cap. Il Cap si attiva mensilmente quando il tasso complessivo raggiunge o supera il livello del Cap.

    Le altre condizioni sono le stesse del variabile puro.

    BNL Paribas

    La banca BNL rientra tra i primi sessanta gruppi finanziari a livello europeo e fra le prime cento banche in ordine di importanza a livello globale. BNL è controllata dalla francese Paribas.

    BNP Paribas controlla interamente il capitale ordinario di BNL e detiene direttamente alcune partecipazioni (tra cui quelle delle società di gestione del risparmio, della società di leasing Locafit e di BNL Vita) prima detenute dalla stessa BNL.

    L’ingresso nel Gruppo BNP Paribas ha rilanciato BNL nel contesto competitivo del mercato italiano: la Banca coniuga, la sua storica presenza in Italia con l’esperienza di un grande gruppo internazionale.

    BNL rappresenta oggi di una specializzata in prodotti finanziari oltre alla rappresentanza in Itali per il gruppo BNP Paribas. BNL offre un’ampia gamma di prodotti e servizi bancari, finanziari e assicurativi, da quelli tradizionali ai più innovativi, volti a soddisfare le esigenze dei clienti, segmentati per mercati quali:

    • retail
    • private
    • corporale
    • pubblica amministrazione
  • Calcolo del piano di ammortamento alla francese

    Calcolo del piano di ammortamento alla francese

    A tutti (o quasi) quelli che hanno potuto comprare casa è capitato di confrontarsi con la scelta del mutuo. I parametri per trovare il mutuo giusto sono diversi e non è facile districarsi tra le varie offerte. Uno strumento fondamentale per poter valutare un mutuo è il piano di ammortamento. Quello presente in questa pagina è un tool che permette di fare il calcolo del piano di ammortamento alla francese. È uno strumento utile che ti permette di conoscere con precisione il piano restituzione del capitale e dei relativi interessi di un mutuo con ammortamento alla francese. Per il calcolo servono solo

    • il capitale richiesto
    • la durata del mutuo
    • il tasso lordo applicato dalla banca.

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    Istruzioni:

    1. Inserisci i valori nei campi Capitale, Tasso e Durata
    2. Come separatore dei decimali usa la virgola
    3. fai click su Calcola

    Dopo aver cliccato il tasto Calcola potrai leggere lo sviluppo del piano di ammortamento scorrendo la pagina.

    Lo sviluppo delle rate in un piano di ammortamento alla francese

    Un mutuo con un piano di ammortamento alla francese ha uno sviluppo particolare delle singole rate mensili. Le rate sono costanti ma la composizione di ognuna di esse cambia. Le rate dei mutui sono composte da due voci:

    • la quota capitale
    • la quota interessi

    Con ogni rata si restituisce quindi una parte del capitale ottenuto in prestito ed una parte degli interessi dovuti per l’operazione di mutuo. La prima rata ha un quota interessi molto alta che, rata dopo rata, decresce fino ad essere prossima allo zero nell’ultima. Di conseguenza la quota capitale della prima rata è la più bassa di tutto il piano di ammortamento alla francese e cresce mese dopo mese.

    andamento piano di ammortamento alla francese

     

    Il calcolo del piano di ammortamento alla francese consiste nello sviluppo del piano dei pagamenti, dalla prima all’ultima rata. Questo sviluppo mette in evidenza, per ogni rata mensile, la componente capitale e la componente interessi.

    Questo tipo di piano di ammortamento prevede il rimborso della quota interessi in misura maggiore nei primi anni di mutuo e in misura molto minore negli ultimi anni. La quota capitale ha un andamento inverso crescendo ad ogni rata. La rata mensile invece resta costante per tutta la durata del mutuo.

    N.B. La rata resta costante solo se il mutuo è a tasso fisso, altrimenti varia in funzione dei parametri stabiliti.

    Come si fa il calcolo del piano

    Lo sviluppo del piano di ammortamento alla francese è molto semplice, la parte più complessa è il calcolo della rata del mutuo, una volta nota la rata il resto è un gioco da ragazzi.

    Ti faccio un esempio. Mettiamo il caso che tu voglia sviluppare il piano di ammortamento di mutuo in cui

    • il capitale erogato è € 100.000
    • il tasso lordo applicato è il 6%
    • di conseguenza il tasso mensile è dello 0.5%
    • la durata è di dieci anni

    La prima cosa da fare è calcolare la rata mensile. In questo caso il calcolo l’ho fatto io e risulta essere di € 1.110,21.

    Poi devi calcolare gli interessi da pagare sulla prima rata: essendo il tasso annuo questo va diviso per 12 per ottenere un tasso mensile e con questo fare il calcolo: € 100.000 x 0.5% = € 500.

    Per differenza si calcola la quota capitale della prima rata 1.110,21 – 500 = 610,21

    Ne primo mese pagherai una rata mensile di € 1.100,21 di cui e 610.21 in conto capitale e e 500 in conto interessi.

    Ora devi passare al mese successivo rifacendo esattamente la stessa procedura, prima però devi ridurre il capitale della quota versata nel mese precedente. Il nuovo capitale sul quale rifare il calcolo è € 100.000 – € 500 = € 99.500.

    Rifacendo gli stessi calcoli di prima otterrai una quota capitale 613,26 ed una quota interessi di 496,95  che sommati ti daranno la rata del secondo mese che è sempre di € 1.110,21.  Andando avanti mese per mese puoi sviluppare l’intero piano di ammortamento.

    Strumenti e tool

    Senza uno strumento informatico il calcolo è lungo e laborioso ed è per questo che ho realizzato il tool di questa pagina. Lo scopo di questa spiegazione, infatti, non è quello di farti fare i calcoli (se vuoi puoi comunque farlo) ma di farti comprendere meglio il procedimento di calcolo.

    Il piano di ammortamento del mutuo

    Il piano ammortamento di un mutuo definisce le caratteristiche del rimborso: le tempistiche, le rate, (e le relative quote capitale e interessi), sono riassunte nel dettaglio nel piano di ammortamento sottoscritto dalle parti. Quindi può essere definito come il procedimento di estinzione del debito residuo: la banca e il mutuatario si accordano sulla modalità di calcolo delle rate.

    Vediamo di seguito i diversi piani di ammortamento del mutuo e le principali caratteristiche che li contraddistinguono.

    L’ammortamento Francese prevede una rata costante e uniforme nel tempo. In caso di tasso fisso, all’inizio del rimborso, il mutuatario versa una rata composta da una quota interessi maggiore della quota capitale. Le proporzioni si invertono con il passare del tempo, la quota interessi diminuisce e aumenta la quota capitale: in caso di estinzione anticipata del debito residuo, la quota capitale resta elevata, a vantaggio della banca che ha incassato, nella prima parte, più quote interessi.

    Nel caso di ammortamento tedesco o a interessi anticipati, all’inizio del piano di rimborso il mutuatario versa rate composte esclusivamente da quota interessi e successivamente da quota capitale. Questa tipologia di piano di ammortamento è la meno vantaggiosa per il consumatore.

    Nell’ammortamento italiano, il piano di rimborso è costituito da rate mensili composte da quota costante e quota interessi variabile.

    Cosa è il piano di ammortamento

    Il piano d’ ammortamento mutuo è il processo attraverso il quale viene gradualmente restituito il capitale oggetto del contratto di mutuo, insieme alla relativa quota di interessi. La scelta del piano d’ammortamento mutuo determina l’ammontare della rata:

    • rata costante in cui quota capitale e quota interessi rimangono uguali per tutta la durata del mutuo
    • rata decrescente in cui la somma tra quota capitale e quota interessi decresce al crescere del numero delle rate pagate

    Esistono diversi piani di ammortamento di un mutuo:

    Alla francese

    È il più utilizzato nella prassi e prevede una modalità di rimborso del finanziamento a rata costante. Ogni rata comprende la quota interesse  e la quota capitale. La quota di capitale rimborsata con la rata si calcola sottraendo all’importo della rata totale, la quota d’interessi pagata per ognuna di esse. Gli interessi sono posticipati nel senso che maturano al termine di ogni periodo di rateazione. La rateazione di solito è mensile.

    Al termine del piano d’ ammortamento del mutuo il capitale concesso al mutuatario dovrà risultare integralmente rimborsato. Stesso discorso vale per la quota interessi che deve risultare sempre pagata. Al principio del piano d’ ammortamento le rate avranno una quota d’interesse maggiore e una quota di capitale minore, la relativa proporzione si invertirà con il trascorrere del piano d’ ammortamento.

    All’italiana

    Questo piano di ammortamento prevede un importo variabile della rata. Il capitale che viene rimborsato alla scadenza di ogni rata è fisso e gli interessi che, sommati alla quota fissa del capitale rimborsato, determineranno l’importo delle rate del piano d’ ammortamento, andranno decrescendo perché calcolati su una quota residua di capitale da rimborsare via via minore.

    Attraverso il piano d’ammortamento del mutuo all’italiana l’importo in valore nominale della rata dovrebbe man mano decrescere (salvo gli effetti di eventuali modifiche del tasso d’interessi).

    Piano d’ammortamento tedesco

    Così come il piano d’ammortamento alla francese, è caratterizzato dalla rata costante, anche nel piano d’ammortamento del mutuo tedesco la quota d’interessi pagata nelle rate determina l’ammontare del capitale rimborsato in quanto gli interessi maturati nel periodo debbono naturalmente essere sempre pagati.

    A differenza del piano d’ ammortamento alla francese, il pagamento degli interessi avviene in via anticipata, cioè all’inizio del periodo in cui gli stessi matureranno. La prima rata, di soli interessi, sarà pagata in coincidenza con il momento di rilascio del prestito conseguentemente, l’ultima rata concretamente pagata sarà composta esclusivamente dal capitale (in quanto gli interessi saranno stati pagati con la rata precedente).

    Il pagamento degli interessi in via anticipata, nel piano d’ammortamento tedesco, determina un abbassamento del loro valore nominale (rispetto ad un equivalente piano d’ammortamento alla francese).

  • Cosa significa mutuo a tasso fisso?

    Cosa significa mutuo a tasso fisso?

    Il mutuo a tasso fisso è una delle tipologie di finanziamento finalizzato all’acquisto di beni o servizi che è possibile fare in Italia. Lo scopo per il quale di solito si stipula un mutuo a tasso fisso è l’acquisto della casa. È possibile usare questa soluzione anche per altri scopi, in questi casi si parla di mutui per

    • ristrutturazione, finalizzati a lavori di sistemazione di opere immobiliari
    • edilizia, erogati per finanziare opere edili
    • liquidità, concessi per fare fronte ad esigenze finanziarie
    • mutui chirografari, poco utilizzati, simili ad un prestito per la mancanza dell’ipoteca

    Il mutuo a tasso fisso

    Tutte le tipologie di mutuo possono essere erogate sia nella formula a tasso variabile che in quella a tasso fisso. Per capire bene cosa vuol dire tasso fisso è necessario capire cosa è il tasso di interesse in un mutuo.

    In un mutuo il tasso di interesse è il prezzo da pagare per avere in prestito il denaro, è espresso in percentuale e può essere applicato in diversi modi. Uno di questi è il tasso fisso.

    Il tasso fisso è la percentuale da pagare per l’erogazione del mutuo concordata con la banca, è calcolata in maniera da essere pagata con rate di valore costante per l’intera durata dell’ammortamento del finanziamento. Detta percentuale non varia nel tempo è resta quindi fissa fino alla scadenza del mutuo.

    Tasso fisso ed ammortamento alla francese

    Da notare che in Italia le banche erogano mutui con piano di ammortamento alla francese. Il piano di ammortamento alla francese prevede una composizione della rata di mutuo che varia nel tempo. Per la precisione varia ad ogni rata. Il mutuo a tasso fisso quindi, pur avendo una rata costante non ha la componente interessi uguale per ogni rata.  Per effetto dell’ammortamento alla francese la quota interessi è molto alta con la prima rata e decresce nel tempo fino ad arrivare a zero con l’ultima rata.

    Si potrebbe quindi pensare che non si tratta veramente di un mutuo a tasso fisso in quanto la componente relativa agli interessi varia ad ogni rata. Non è così. Il tasso viene proposto dalla banca in fase di trattativa ed è calcolato aggiungendo una  percentuale di profitto (lo spread) al tasso corrente per il finanziamento del denaro a tasso fisso (l’EurIRS). Il tasso così calcolato, EurIRS+spread, non cambierà per tutta la durata del mutuo e le rate avranno tutte lo stesso importo. Quella che cambia è la composizione delle singole rate, ma questo non ha nulla a che vedere con il tasso applicato che, per l’appunto, è fisso.

    La composizione della rata del mutuo a tasso fisso

    Ho già accennato alla composizione della rata del mutuo a tasso fisso nella sezione precedente. È il caso di analizzarla un po’ meglio per comprendere bene cosa si paga ed a chi con le rate del mutuo.

    La rata del mutuo ha due componenti dette quote

    • quota capitale
    • quota interessi

    La quota capitale è quella che si paga per restituire i soldi avuti in prestito, la quota interessi è quella che si paga affinché la banca che ha erogato il mutuo abbia un suo guadagno nell’operazione.

    La quota interessi a suo volta viene calcolata sommando due tassi di interesse diversi

    • l’EurIRS
    • lo spread

    Il tasso di interesse eurupero – EurIRS

    L’EurIRS (Euro Interest Rate Swap) è il tasso al quale viene acquistato, a copertura del rischio, il denaro dalle banche. In teoria le banche acquistano il denaro dai principali istituti di credito europei per poterlo prestare a chi lo richiede, pagandolo al tasso EurIRS. In pratica non è proprio così perchè le banche possono utilizzare anche la liquidità di cui dispongono per prestare i soldi sotto forma di prestiti o mutui (e altre forme di finanziamento come i fidi). È interessante notare che tra le liquidità di una banca ci sono anche i soldi che vengono depositati sui conti correnti.

    Lo spread nel mutuo

    Lo spread è quindi la parte della quota interessi con la quale la banca realizza il proprio guadagno sull’operazione di mutuo (unica fonte di guadagno quando il denaro per il mutuo è anch’esso finanziato).

    Di solito, quando una banca pubblicizza un mutuo, comunica solo qual è lo spread applicato. Questa foema di comunicazione tel tasso è corretta perchè eventuali variazioni dell’EurIRS non sono controllabili dall’istituto di credito. In caso di concessione del mutuo, si conoscerà il tasso definitivo calcolato secondo la formula EurIRS+spread al momento della stipula sulla base dell’EurIRS corrente.

    Non è il caso di temere che si possano avere brutte sorprese al momento dell’erogazione del mutuo, di solito le oscillazioni dell’EurIRS sono minime ed influiscono in maniera trascurabile sulla rata.

    Le garanzie a copertura del mutuo a tasso fisso

    Quando una banca emette un prestito chiede sempre una garanzia a copertura del rischio di insolvenza.

    Le forme di garanzia alle quali di solito ricorrono le banche sono

    • ipoteche
    • fideiussioni
    • cambiali ipotecarie

    Il mutuo per l’acquisto di un immobile è di solito ipotecario. Questo vuol dire che a garanzia del pagamento c’è lo stesso bene che si acquista con i soldi presi in prestito. La formula è quella dell’ipoteca.

    Oltre a queste garanzie le banche possono chiedere la stipula obbligatoria di polizze assicurative

    • contro l’incendio e lo scoppio dell’immobile oggetto del mutuo
    • sulla vita degli obbligati al pagamento delle rate
    • contro il rischio di disoccupazione o di invalidità degli obbligati

    In casi molto rari e per valori di immobili particolarmente elevati le banche possono chiede l’acquisto opzioni put contro il negative equity, per coprire il rischio di svalutazione dell’immobile.

  • Sospensione mutuo per difficoltà economiche 2019

    Sospensione mutuo per difficoltà economiche 2019

    Sempre più spesso capita di trovarsi temporaneamente in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo. Per questo è stato istituito il fondo di  solidarietà e la possibilità di sospendere le rate del mutuo. La misura è prevista dalla legge 244/2007 e rifinanziata con il decreto Salva Italia.  Fino al 31 dicembre 2019 è possibile ottenere la sospensione del mutuo per 12 mesi, grazie agli accordi stipulati dall’ABI e le associazioni dei consumatori.

    Cos’è la sospensione del mutuo e a chi spetta?

    La sospensione del mutuo è un aiuto economico che in questo periodo di crisi generale ha assunto ancora più importanza. Questo aiuto  è previsto grazie alla legge 244 del 24/12/2007 con la quale è stato istituito il Fondo di Solidarietà rifinanziato attraverso il cosiddetto “Decreto Salva Italia” .

    Fermare le rate del mutuo è un diritto dei cittadini che si ritrovano in situazioni di difficoltà economiche in caso di perdita, riduzione, sospensione del lavoro ma anche handicap o morte.

    Sospensione rate mutuo, chi può accedere?

    Per ottenere la sospensione mutuo è necessario rientrare in categorie che provino l’effettiva situazione di grave difficoltà economica.

    • disoccupazione
    • morte del richiedente
    • riduzione delle ore lavorative
    • disabilità

    rappresentano alcuni degli indicatori necessari. La sospensione rata mutuo per decesso così come quella per perdita del lavoro, può essere richiesta avviando le dovute pratiche.

    Sospensione rate mutuo per perdita del lavoro

    Innanzitutto, al momento della richiesta di sospensione mutuo, è necessario lo stato di disoccupazione, da parte dell’intestatario o di uno dei cointestatari, che può avvenire nel caso di conclusione del rapporto di lavoro:

    • subordinato (sia per il lavoro a tempo determinato che indeterminato);
    • parasubordinato

    È possibile fare richiesta di sospensione delle rate del mutuo anche nel momento in cui il richiedente si trovi in condizioni di non autosufficienza legata a gravi forme di handicap.

    Oltre allo status di disoccupazione anche la riduzione delle ore lavorative per un periodo di almeno 30 giorni da la possibilità di richiedere la sospensione del mutuo. Cosi come ne hanno diritto anche i lavoratori che attendono l’approvazione dei provvedimenti d’autorizzazione per i trattamenti di sostegno del reddito (ovvero i trattamenti di integrazione salariali tipo cassa integrazione).

    Richiesta sospensione mutuo requisiti

    La Legge n.92 del 28/06/2012 sancisce quelli che rappresentano i requisiti che il cittadino deve avere per poter accedere al Fondo di Solidarietà.

    Per poter sospendere le rate dei mutui il richiedente deve dichiarare di non aver utilizzato ulteriori agevolazioni come:

    • agevolazioni pubbliche;
    • sospensione del pagamento del mutuo;
    • agevolazioni legate ad eventuale assicurazione sul mutuo per la copertura del rischio.

    Quali sono i requisiti economici per chiedere la sospensione del mutuo

    Per effettuare la richiesta di sospensione delle rate dei mutui è necessario che il cittadino sia proprietario di un immobile considerato “prima casa” e dunque abitazione principale. Inoltre l’ Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) non deve essere superiore a 30.000 euro. Vedi altre agevolazioni prima casa.

    Su tutti i mutui si può richiedere la sospensione?

    In realtà no, anche il mutuo deve rispondere a determinate caratteristiche, esso non può superare una certa cifra.

    La sospensione mutuo acquisito dalla banca può infatti avvenire solo per i mutui non superiori a 250.000 euro e la domanda può essere fatta solo dopo pagamento regolare del mutuo di almeno 1 anno. Se già fossero stati registrati ritardi del pagamento delle rate questi non possono essere superiori a 90 giorni consecutivi.

    Un ulteriore situazione che prevede la possibilità di richiedere la sospensione del mutuo è la morte del titolare (sospensione rata mutuo per decesso). In questo caso la richiesta va presentata dal cointestatario (in caso di mutuo cointestato) o dall’erede, nel caso il defunto risultasse come unico intestatario del mutuo.

    Sospensione rate mutuo, documentazione da presentare

    La richiesta sospensione mutuo deve essere inoltrata presso l’istituto bancario che ha lo ha erogato.

    La documentazione da presentare è la seguente:

    • valido documento d’identità (per esempio la carta d’ identità)
    • ISEE rilasciata da ente abilitato (come il CAF).

    In caso di morte dell’intestatario (o cointestatario) è necessario indicare i dati anagrafici della persona deceduta e la data di morte.

    In base alla tipologia di contratto e alle modalità attraverso le quali è cessato il rapporto di lavoro cambiano i documenti da presentare:

    • a tempo indeterminato: documentazione che attesti le dimissioni da lavoro per giusta causa
    • a tempo determinato o i rapporti di lavoro parasubordinato o di rappresentanza commerciale o di agenzia: una copia del contratto di lavoro e documento che enunci le modalità attraverso le quali è stato interrotto il contratto

    Per tutte le interruzioni di lavoro che presentano dimissioni per giusta causa i documenti da presentare sono:

    • copia della sentenza giudiziale o dell’atto transattivo bilaterale in cui si comprovi la presenza di condizioni che hanno comportato le dimissioni del lavoratore;
    • copia della lettera di dimissioni e atto col quale l’ex datore di lavoro confermi la giusta causa che ha condotto il lavoratore a licenziarsi.

    Se all’intestatario o al cointestatario del mutuo è stato riconosciuto lo status di invalidità civile almeno all’80% (Legge 104/92) o comunque in caso di condizioni di non autosufficienza è opportuno allegare alla richiesta sospensione rata mutuo il certificato rilasciato dall’ASL competente che riconosca il richiedente come invalido civile.

    Moduli sospensione rate mutui e banche aderenti

    I moduli di richiesta per la sospensione dei mutui e l’elenco delle banche e degli intermediari finanziari che aderiscono all’accordo tra ABI e Associazioni dei Consumatori che aderiscono all’iniziativa per la sospensione della quota capitale dei crediti (mutui, prestiti finanziarie) potrete trovarli qui sui portali ufficiali di abi.it e consap.it, per farvi cosa gradita vi segnaliamo i file in pdf.

    Sospensione mutuo per le imprese, sospensione rate finanziamenti e prestito personale

    Grazie agli accordi stipulati tra Associazione Bancaria Italiana (ABI) e Associazioni d’impresa anche le imprese possono fruire della sospensione dei mutui. Il risultato di tale accordo è stato molto criticato poiché la Legge di Stabilità 2014 prevedeva la possibilità di interrompere il pagamento delle rate dei mutui dal 2015 al 2017.

    In realtà è stata confermata la possibilità di sospendere la quota capitale del mutuo per un solo anno e soltanto una volta nell’arco dei tre anni. Dunque chi, in quest’arco temporale, ha già usufruito di sospensioni delle rate dei mutui per 12 mesi, non potrà beneficiarne nuovamente. Se la sospensione è durata meno di 12 mesi si potrà richiedere la moratoria.

    Cosa prevede l’accordo?

    Tre sono le iniziative previste da questo accordo:

    • Imprese in ripresa: è la sospensione delle rate dei mutui. Possono presentare tale richiesta le piccole e medie imprese considerate “in bonis” ovvero quelle imprese non classificate dalla banca come debitorie o comunque sofferenti (anche i pagamenti in ritardo di 90 giorni sono motivo di esclusione). La sospensione riguarda anche finanziamenti, perfino agevolati, a medio-lungo termine e può avere una durata massima di 12 mesi. Gli interessi saranno calcolati su tutto il debito residuo, e il termine di scadenza rimane quello originario.

    Le banche si riservano il diritto di concedere ai clienti condizioni più vantaggiose di quelle stabilite dall’accordo con le associazioni di categoria. Entro 30 giorni lavorativi dall’emissione della domanda le banche comunicano all’impresa il responso.

    • Imprese in sviluppo: attività dell’ABI volta a promuovere la costituzione di un nuovo importo limite del fido bancario per finanziare progetti imprenditoriali.
    • Imprese e pubblica amministrazione: L’Associazione Bancaria Italiana promuove un nuovo limite del fido bancario per mobilitare i crediti della Pubblica Amministrazione che spettano alle piccole e medie imprese

    Il medesimo accordo è stato stipulato anche tra ABI ed altre Associazioni di consumatori.

    Quanto dura la sospensione?

    Dunque l’accordo, firmato il 31 marzo 2015, si riferisce anche ai cittadini titolari di prestiti personali o prestiti finalizzati. Gli intestatari, grazie a questo accordo, hanno possibilità di richiedere la sospensione delle rate del prestito personale .

    La sospensione del pagamento del mutuo può essere richiesta entro il 31 dicembre 2019, una sola volta e per un periodo massimo di un anno, 12 mesi.

    Il decreto Milleproroghe 2018,  proroga per tutto il 2019 e 2020 l’accordo del 2015 tra ABI, MISE, MEF e Associazioni dei Consumatori.

    L’accordo rinnovato prevede una sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un massimo si 12 mesi. Durante questo periodo il mutuatario dovrà continuare a versare all’istituto di credito la sola quota interessi. Fino al 31 dicembre 2015 la sospensione del pagamento del mutuo aveva una durata massima di 18 mesi.

  • Unioni civili: situazione per le coppie omosessuali ed etero

    Unioni civili: situazione per le coppie omosessuali ed etero

    Durante gli ultimi tempi si è tanto sentito parlare della famosa Legge Cirinnà riguardante l’approvazione delle cosiddette unioni civili. La legge è stata approvata a maggio del 2016 ed è in vigore dal 5 giugno 2016. Scopriamo come funziona la legge sulle unioni civili e qual è la situazione per le coppie omosessuali ed etero.

    Cosa sono le unioni civili?

    La legge 76/2016, approvata a maggio del 2016, meglio conosciuta come Decreto Legislativo Cirinnà è la legge che disciplina le unioni civili e le convivenze di fatto.

    Prima dell’approvazione del decreto, in Italia le coppie composte da persone dello stesso sesso non erano riconosciute dalla legge, non avevano alcun tipo di diritto o dovere. Semplicemente erano invisibili agli occhi dello Stato (cosi come avviene per le unioni civili in Europa).

    A partire dall’entrata in vigore della legge sulle unioni civili, anche le coppie omosessuali sono riconosciute a livello legislativo e, nonostante le critiche, ciò rappresenta comunque un evento storico, che molti non credevano possibile.

    Le unioni civili sono considerate letteralmente “formazioni sociali specifiche”, composte da cittadini maggiorenni dello stesso sesso. Tali formazioni, che potremmo paragonare al vincolo del matrimonio, presentano tuttavia alcuni elementi che non permettono, a livello legislativo, una vero e proprio accostamento all’unione matrimoniale.

    Come funzionano le “coppie di fatto”

    Le unioni civili, per poter essere ufficializzate necessitano della presenza di due testimoni. Per la registrazione nel cosiddetto archivio di Stato civile l’unione deve essere effettuata di fronte ad un ufficiale di stato civile.

    Diritti e doveri per le coppie gay

    I partner, una volta inseriti nell’archivio di Stato, concordano l’indirizzo della vita familiare e fissano una residenza comune (come per il vincolo del matrimonio). Inoltre assumo una serie di diritti e doveri reciproci:

    • Assistenza morale e materiale (diritto all’assistenza ospedaliera, penitenziaria e agli alimenti in caso di divorzio)
    • Obbligo a contribuire ai bisogni comuni, nei limiti delle proprie possibilità
    • Comunione dei beni (se non esplicitamente indicata una diversa convenzione patrimoniale )
    • Reversibilità ed eredità, dunque in caso di decesso di uno dei partner l’altro ha diritto ad ereditare i suoi beni e ove presente, alla pensione di reversibilità
    • Divorzio, se l’unione dovesse cessare, la separazione avviene attraverso il cosiddetto divorzio breve, (bastano 3 mesi di separazione) di fronte all’ufficiale di stato civile
    • Diritto ad assumere il cognome del partner

    Differenza Unioni civili e matrimonio

    Pur avendo parecchi punti in comune il matrimonio e la unione civile non sono la stessa cosa. Le differenze principali infatti riguardano la cosiddetta stepchild adoption,  e l’obbligo di fedeltà.

    La stepchild adoption è  la possibilità di una delle parti di adottare il figlio del partner.

    Anche se originariamente il Decreto di Legge delle unioni civili prevedeva sia le adozioni che l’obbligo di fedeltà, il decreto è stato modificato eliminando di fatto la possibilità di adottare i figli del partner e l’obbligo ad essere fedeli al proprio compagno. Queste modifiche hanno sollevato molte polemiche e così la legge, tanto agognata dalle coppie della comunità LGBT, ha finito con l’essere criticata anche dalla stessa comunità.

    Inoltre, come anticipato, un ulteriore elemento di differenza riguarda il divorzio. Per poter sciogliere l’unione civile infatti non occorrono dai 6 mesi a 1 anno di separazione (come per i matrimoni) ma bastano solo 3 mesi (divorzio breve).

    Molti hanno considerato queste modificazioni legislative come una sconfitta per la legge sulle unioni civili. Di fatto sia la possibilità di accedere all’adozione (del figlio del partner) sia l’assenza dell’obbligo di fedeltà sembrerebbe un mero elemento per segnare la diversità tra unioni civili e matrimonio eterosessuale. Pare tuttavia che la legge 76/2016 possa subire ulteriori modificazioni che potrebbero eliminare tali differenze in modo da rendere completo il riconoscimento delle unioni civili.

    Unioni civili cause impeditive

    Quando le coppie omosessuali non possono sposarsi

    Una coppia omosessuale non può optare per l’unione civile o comunque l’unione è considerata nulla quando:
    Sussiste già un vincolo matrimoniale o un’altra unione civile.

    • Vi è un interdizione per infermità mentale.
    • Vi sono legami di parentela tra le parti.
    • Uno dei contraenti è stato condannato definitivamente per omicidio (tentato o consumato) nei confronti di chi sia sposato o unito civilmente con l’altra parte. (in caso di rinvio a giudizio l’unione civile è sospesa fino alla sentenza di proscioglimento).

    Unioni civili e coppie di fatto

    Non tutti sanno che la legge sulle unioni civili disciplina anche le cosiddette convivenze di fatto (tant’è vero che il testo della legge è intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”).

    Coppie di fatto: cosa sono?

    Le convivenze di fatto riguardano sia coppie eterosessuali che omosessuali. Una convivenza di fatto non fa riferimento a vincoli giuridici ma a un legame affettivo all’interno del quale vengono in qualche modo regolati i propri rapporti patrimoniali.

    Così come per le coppie sposate anche le coppie di fatto hanno diritto a:

    • assistenza ospedaliera penitenziaria e agli alimenti in caso di fine della convivenza (e se una delle parti non è n grado di provvedere al proprio mantenimento)
    • vivere nella casa di proprietà del convivente (in caso di decesso) per 2 anni o per un periodo di tempo pari a quello di convivenza
    • subentrare nel contratto di affitto del convivente (in caso di decesso)
    • comunione dei beni
    • concludere la convivenza (sia se si è in comune accordo sia per volontà unilaterale)

    Unioni civili in Europa

    Facciamo ora una veloce rassegna su qual è la situazione per le coppie di fatto nel resto dell’Europa.

    Olanda: il primo paese a riconoscere le coppie omosessuali

    Il primo paese in Europa che ha riconosciuto i diritti sulle unioni civili è l’Olanda. I Paesi Bassi già a partire dal 1998 hanno riconosciuto le unioni tra persone dello stesso sesso. Nel 2001 fu approvata una legge sui matrimoni omosessuali e con la medesima legge fu approvata anche l’adozione congiunta (che permette di adottare bambini non legati da vincoli di parentela biologica).

    Belgio: matrimonio gay

    Il Belgio è stato il secondo paese al mondo ad autorizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso (già a partire dal 2003). Nel 2006 è stata approvata anche la legge che disciplina le adozioni da parte di famiglie omosessuali

    Francia: matrimonio gay e stepchild adoption

    La Francia ha approvato nel 2013 il matrimonio omosessuale. La legge francese permette, alle coppie gay sposate, di adottare bambini (anche senza adoperare la stepchild adoption).

    Germania: stepchild adoption e convivenze registrate

    Nel 2001 la Germania ha introdotto le cosiddette convivenze registrate per coppie omosessuali. Nel 2013 inoltre è stata anche approvata una legge che consente di adottare bambini tramite la stepchild adoption (attraverso la quale il coniuge può essere riconosciuto come genitore adottivo del figlio biologico del proprio partner).

    Spagna: diritti LGBT tra cattolici e liberali

    La Spagna è uno dei paesi più emblematici quando si parla di diritti omosessuali. Qui infatti, nonostante lo stampo strettamente legato alla fede cattolica, già nel 1998 vi fu un riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso (unioni civili). Negli anni successivi (più precisamente dal 2005) fu approvata una legge nazionale grazie alla quale vennero ufficialmente riconosciuti i matrimoni gay. Dal 2006 anche in Spagna furono approvate le adozioni per le coppie gay.

    Danimarca, il primo paese al mondo a riconoscere le unioni civili

    La Danimarca è il primo paese al mondo ad aver riconosciuto le unioni civili (1989). Le nozze gay, riconosciute dalla Chiesa luterana di Stato, e le adozioni, sono state autorizzate a partire da giugno 2012

    Svezia: adozioni per le coppie gay e matrimonio religioso

    La Svezia è forse uno di quei pochi paesi nei quali sono state legalizzate prima le adozioni per le coppie omosessuali (2003) e poi il matrimonio (2009).

    Finlandia, nozze e stepchild adoption

    La Finlandia ha riconosciuto le unioni civili e l’adozione tramite la stepchild adoption a partire dal 2002, mentre le nozze gay solo dal 2014.

    Portogallo, nozze ma niente adozioni per le coppie omosex

    Il Portogallo nel 2010 ha abolito il concetto di “sesso diverso” nell’ambito del matrimonio. Nonostante ciò le adozioni per le coppie omosessuali non sono state ancora ufficialmente legalizzate.

    Islanda: nozze gay ed adozioni legali

    Assieme alla Svezia, l’Islanda è uno dei pochi paesi nei quali sono state autorizzate prima le adozioni da parte di coppie omosessuali (2006) e successivamente (nel 2010) i matrimoni gay.

    Norvegia: stessi diritti per eterosessuali e omosessuali

    La Norvegia a partire dal 2009 ha abolita ogni differenza tra persone eterosessuali e omosessuali per quanto riguarda il matrimonio, le adozioni e la fecondazione in vitro.