Categoria: Prestito

Il prestito è la concessione da parte di una banca (un istituto finanziario) di una somma di denaro che il cliente deve restituire seguendo un calendario chiaro e su base mensile.
La banca viene chiamata “creditore”, e la persona chi riceve è chiamata un “debitore”.
Il rimborso avviene in rate costituite da una quota capitale e da una quota interesse che rappresenta il guadagno del prestatore.

  • Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    In questi tempi di pandemia da Coronavirus, il Governo Italiano come tanti altri Governi, è dovuto intervenire a sostegno dell’economia. Per regolare gli aiuti, ha emesso dei decreti temporanei, poi aggiornati con continue modifiche e deroghe. Tra i sostegni attuati, nel Decreto di liquidità vi è quello per i Prestiti Covid alle imprese.

    Nuove condizioni per i Prestiti Covid

    In sostegno all’economia sofferente del Paese, aggravata dalla pandemia, il Governo ha dovuto potenziare e modificare Decreti Legge e Leggi, in alcuni casi anche già esistenti. Un esempio ne è la Legge di Bilancio.

    La Legge di Bilancio 2021 prevede:

    • credito agevolato alle imprese
    • il prolungamento del finanziamento da 10 a 15 anni, per i prestiti fino a 30 mila euro e garantiti al 100% dal fondo PMI
    • la proroga fino al 30 Giugno 2021 per le garanzie sul credito, a supporto della liquidità delle piccole e medie imprese
    • il potenziamento dei fondi
    • ampliamento della platea dei beneficiari
    • agevolazioni in ambito pensioni
    • tagli fiscali

    Inoltre il prolungamento del periodo della durata di 15 anni, può essere richiesto anche per finanziamenti già concessi, con l’adeguamento alle nuove condizioni, ad esempio, con:

    • un nuovo finanziamento
    • la sottoscrizione di un importo aggiunto al finanziamento stipulato in precedenza
    • mantenendo il piano di finanziamento precedente e creandone uno nuovo di ammortamento separato per l’importo aggiunto.

    rif. Legge di Bilancio 2021 

    Prestiti Covid personali

    Il governo è intervenuto anche a sostegno di chi si è trovato in difficoltà perdendo ad esempio il lavoro o trovandosi in cassa integrazione a causa dell’emergenza Coronavirus. L’ABI ( Associazione Bancaria Italiana) insieme ad alcune associazioni consumatori, hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di richiedere la sospensione per almeno 9 mesi, delle rate o dell’intera quota capitale di un prestito.

    Ma per chi oggi volesse chiedere prestiti covid proprio per far fronte alle difficoltà e alla carenza di liquidità come può ottenerlo? Innanzitutto, si può ottenere facilmente anche in caso di Lockdown, in quanto le banche lavorano anche da remoto, via telefono o online. La documentazione può essere spedita via e-mail e si può usufruire della firma digitale.

    Il prestito personale è il finanziamento di una somma non collegato allo specifico acquisto di beni o servizi, dietro pagamento di rate costanti ad un tasso di interesse fisso. Il contratto avviene direttamente tra il richiedente e il finanziatore e in questo caso non vi è nessun bene in garanzia. Le banche però si avvalgono di far sottoscrive delle polizze assicurative per tutelarsi nel caso di perdita di lavoro o di morte.

    Per i lavoratori dipendenti o per i pensionati che vogliono richiedere un prestito si può valutare la cessione del quinto. Cioè un finanziamento a tasso fisso di una rata, prelevata direttamente dalla busta paga o dalla pensione equivalente ad 1/5 dello stipendio.

    Requisiti per la cessione del quinto

    Ma chi altro può richiedere questo tipo di finanziamento?

    • i lavoratori statali
    • i lavoratori pubblici
    • i dipendenti privati

    L’ammontare del prestito dipende dal:

    • TFR
    • l’importo della retribuzione o della pensione
    • dagli anni di anzianità

    Ma c’è l’obbligo di una sottoscrizione di una polizza che garantisce il rimborso anche in caso di perdita di lavoro o morte. E per i lavoratori dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato con una certa anzianità lavorativa.

    Il contratto prevede:

    • l’ammontare del finanziamento
    • gli importi delle rate con le date di scadenza
    • il tasso di interesse applicato
    • eventuali garanzie e coperture assicurative

    Il richiedente deve presentare:

    • i dati anagrafici
    • l’ultima busta paga
    • il benestare dell’azienda

    Inoltre eventuali spese sono a caso del richiedente e in caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata saranno dovuti gli interessi di mora. Nel caso di altre problematiche come ad esempio riduzione dello stipendio o perdita del lavoro, l’istituto che ha finanziato il prestito può sciogliere il vincolo del contratto. Inoltre si rischia di essere inseriti nella lista dei cattivi pagatori.

    Infine alcune banche ed altri istituti di credito hanno attuato delle politiche di sostegno nei confronti di alcune categorie ad esempio i sanitari, elargendo prestiti a tasso zero o altri tipi di incentivi.

    Inoltre a sostegno della liquidità per le imprese e non solo, il Governo è intervenuto con la moratoria sui prestiti.

    Moratoria sui Prestiti

    Sia i professionisti, sia i lavoratori autonomi e sia le micro, le piccole e medie imprese che risiedono in Italia, possono beneficiare di una moratoria straordinaria sui prestiti.

    Questo è possibile con il Sostegno Liquidità che prevede la sospensione o la dilazione delle rate.

    Chi richiede il finanziamento, non deve essere debitore nei confronti della banca, nel periodo precedente allo stato di emergenza. Inoltre, deve dimostrare che la carenza di liquidità è avvenuta di conseguenza alla pandemia. Le banche e tutti gli altri istituti di credito, sono obbligati ad accettare la moratoria.

    Ovviamente devono sussistere tutti i requisiti richiesti dal Decreto Legge Cura Italia.

    rif. DL Cura Italia n°18 del 17 Marzo 2020

    Prestiti Covid garantiti da SACE

    Ma il Governo com’è intervenuto in sostegno dei prestiti covid?

    L’art.1 del Decreto Liquidità favorisce l’accesso al credito necessario per sostenere la continuità delle imprese. Di queste misure di sostegno ne possono usufruire:

    • lavoratori autonomi
    • professionisti
    • società di professionisti
    • associazioni professionali

    E ne possono usufruire tutte le aziende indipendentemente dal settore o dimensione dell’impresa e forma giuridica, ma con sede in Italia e che si siano trovati in difficoltà nel periodo conseguente al Coronavirus. Il prestito richiesto dalle imprese in difficoltà viene Garantito dal Fondo di Garanzia e dalla SACE S.p.A.

    Il Fondo Garanzia dà la possibilità di agevolare la concessione di un finanziamento alle piccole e medie imprese, dietro garanzia dello Stato. Questo fondo è già operativo dal 2000 ma con la pandemia è nata l’esigenza di inserire interventi straordinari. È stato più volte incrementato di ulteriori fondi che si prevedono saranno rifinanziati ancora negli anni a venire. Al momento la proroga all’accesso di questi sostegni è al 30 giugno 2021.

    La SACE s.p.a. è una società per azioni Italiana che ha come proprietario la Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario.

    Per le piccole e medie imprese PMI è possibile fare ricorso alla SACE S.p.A. in caso non ci siano risorse disponibili dai Fondi di Garanzia.

    Per quanto riguarda le imprese agricole e pesca possono fare ricorso al fondo di Garanzia SACE solo c’è stato il completo utilizzo del fondo costituito dall’ISMEA.

    L’ISMEA è l’istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. È un ente economico che si occupa anche di studi ricerche, informazioni e della Cassa per sostenere progetti di sviluppo di produzione agricola.

    rif. DL di Liquidità del 08 Aprile 2020

    Prestiti Covid: garanzie SACE e MEF

    Chi vuole ottenere un prestito deve rivolgersi alla banca dietro richiesta di garanzia.

    Le caratteristiche che rappresentano la garanzia SACE per le grandi imprese sono:

    • garanzia fino a 6 anni
    • prestito fino al 25% del fatturato
    • oppure prestito pari al doppio dei costi del personale per il 2019
    • pre-ammortamento esteso a 36 mesi

    Quindi, la società SACE, dietro il programma di Garanzia Italia, gestisce le richieste di copertura dei rischi.

    Per le imprese più piccole con meno di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro, la garanzia è del 90%. È prevista inoltre una procedura semplificata, cioè:

    • l’impresa richiede il finanziamento all’istituto di credito di fiducia con garanzia dello Stato
    • l’istituto di credito verifica che siano rispettati tutti i criteri per poi inserire la richiesta nel portale dell’azienda SACE.
    • la SACE riscontra l’esito positivo e assegna un codice CUI (Codice Unico Identificativo) ed emetta la garanzia
    • L’istituto di credito eroga al richiedente il finanziamento con garanzia SACE dietro contro-garanzia dello Stato

    Le garanzie SACE sono elargite anche a società di Leasing (noleggio) e di Factoring (cessione crediti).

    Invece per le imprese con più di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato tra 1,5 miliardi e i 5 miliardi, le garanzie coprono l’80% del finanziamento. Mentre per le imprese con un fatturato superiore a 5 miliardi, la garanzia è del 70%.

    La procedura per le imprese con più di 5000 dipendenti è quella ordinaria, cioè:

    • l’impresa presenta la richiesta di finanziamento alla Banca
    • la banca trasmetterà richiesta di garanzia alla SACE (se la richiesta è accettata)
    • la SACE, verifica i requisiti e trasmette la richiesta al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze)
    • il MEF pubblica un decreto specifico per emettere la garanzia
    • la Banca concede il finanziamento

    Fondo di Garanzia per le PMI

    Il fondo di garanzia per le PMI è stato ampliato con l’emissione di diversi decreti e deroghe. Questo fondo offre:

    • la sospensione del versamento delle commissioni
    • la garanzia gratuita
    • la rinegoziazione del debito
    • l’allungamento della garanzia

    Ne possono usufruire le imprese fino a 499 dipendenti. La copertura è del 90% del finanziamento, fino a 6 anni e in alcuni casi anche al 100%.

    I prestiti possono essere:

    Fino a 30.000 euro per le imprese che presentano alla propria banca un’autocertificazione per i danni subiti a causa del covid. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi o del doppio delle spese del personale. Garantiti al 100% dal fondo per le PMI.

    Prestiti oltre i 30.000 euro per le imprese fino a 499 dipendenti. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi. Il prestito non può essere superiore al doppio della spesa per i salari dei dipendenti o al fabbisogno, per i successivi 18 mesi.

    Infine, le imprese con ricavi non superiori a 3.2 miliardi, possono ottenere anche una garanzia al 100% dimostrando dietro autocertificazioni i danni economici subiti a causa del Covid.

  • Prestito Covid da 25.000 Euro – come funziona

    Prestito Covid da 25.000 Euro – come funziona

    Per far fronte alla emergenza economica collegata alla pandemia di Coronavirus il Governo ha deciso una serie di misure a sostegno dell’economia dei Paese. Alcune di queste misure sono contenute nel Decreto Liquidità pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno 8 Aprile 2020. Una di queste misure è il già famoso prestito da venticinquemila Euro, completamente garantito dallo Stato.

    Chi può avere il prestito da 25.000 Euro?

    La domanda sembra scontata ma in realtà non lo è tanto. In molti pensano che questo prestito sia riservato solo alla aziende ma non è così, praticamente tutto il mondo del lavoro non dipendente può accedere al prestito agevolato e garantito dallo Stato.

    • imprese
    • artigiani
    • autonomi
    • professionisti

    In questo elenco sembrano mancare i commercianti, per fortuna non è così. Lo stesso ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, lo ha detto nel corso della conferenza stampa di presentazione del provvedimento: “Ovviamente c’è bisogno immediato di liquidità anche per i più piccoli, di micro liquidità che serve all’artigiano, all’idraulico, al commerciante, al professionista.

    Per l’emissione del prestito sono state snellite le procedure burocratiche ed è stata posta una garanzia del 100%, a carico del Fondo di Garanzia per le Pmi.

    Requisiti per ottenere il prestito

    Il prestito sarà erogato dagli istituti bancari ma non è prevista una valutazione del credit score. In pratica al finanziamento possono accedere i soggetti indicati poco fa e, grazie alla sburocratizzazione del processo, i soldi potranno essere erogati in tempi molto rapidi. Per l’accettazione di una pratica le banche potranno decidere senza attendere il via libera del Fondo di Garanzia per le PMI.

    Le banche si riservano la possibilità (ma non l’obbligo) di valutare in centrale rischi la posizione del cliente. È ovvio che una segnalazione in CRIF potrebbe pregiudicare il buon fine di una pratica di finanziamento, ma la decisione è rimessa ai singoli istituti bancari che potrebbero concedere prestiti anche soggetti segnalati, come detto la garanzia è data al 100% dal Fondo di Garanzia per le PMI.

    Quanto si può ottenere con il prestito COVID?

    Il Decreto Liquidità emesso per superare la crisi economica dovuta al coronavirus prevede tre diversi strumenti con livelli di intervento crescenti

    • fino a un massimo di 25.000 euro
    • da 25.000 e fino a 800.000 euro
    • da 800.00 euro fino a 5 milioni di euro

    In questo articolo ci concentriamo sullo strumento più richiesto, quello fino a 25mila Euro.

    L’importo di cui fin qui ho parlato è il massimo che si può ottenere con questo strumento ed in particolare si possono ricevere in prestito importi non superiori al 25% dei ricavi dichiarati con un tetto massimo di 25.000 euro.

    A questo scopo è bene specificare che i ricavi sono i soldi che le imprese incassano grazie alla vendita di beni e/o servizi. I ricavi quindi coincidono con il fatturato e non vanno confusi con il profitto che invece è il guadagno effettivo ottenuto sottraendo ai ricavi i costi sostenuti per la produzione dei beni e per l’erogazione dei servizi.

    Se un professionista ha emesso fatture per importi inferiori a centomila Euro non potrà ottenere il massimo importo concedibile con questo prestito. Ad esempio un medico che ha dichiarato ricavi per 75.000€ potrà avere un massimo di 18.750€.

    • 75.000€ X 25%= 18.750€

    Quanto tempo ci vuole avere i soldi?

    Si è parlato di sburocratizzazione, il che vuol dire che in teoria non ci vuole molto tempo. In particolare il fatto  che le banche non devono aspettare il via libera dal fondo di garanzia, permette procedure molto rapide

    L’erogazione potrebbe avvenire in tempi stretti, massimo 48 ore. Qualcuno paventava possibili ritardi per la grande corsa al prestito che si sarebbe potuta scatenare. La realtà dei fatti è che finora non c’è stata l’assalto alle banche ed i motivi possono essere diversi.

    • Viste le attuali disposizioni sull’isolamento sociale dovuto al coronavirus, non tutti possono andare in banca. Solo quelle attività che sono operative in questa fase hanno la possibilità farlo e, come sappiamo, sono poche.
    • C’è tempo per presentare la domanda fino al 31 dicembre 2020, in molti stanno valutando il da farsi.
    • Dal punto precedente scaturisce un altro motivo di attesa.  Le aziende che hanno visto crescere il proprio fatturato nel 2019 aspettano di presentare la dichiarazione dei redditi così da poter ottenere una somma maggiore.

    Ripeto: in assenza di cause ostative alla concessione del prestito l’erogazione avviane in massimo 48 ore.

    Qual è il tasso di interesse del prestito agevolato?

    Molti hanno frainteso il fatto che il prestito sia garantito dalla Stato con il fatto che il prestito sia a tasso zero. Non è così. In ogni caso anche il tasso è agevolato e dipende dai singoli istituiti di credito. Il decreto dice che il tasso di interesse applicato a questi prestiti dovrà considerare i soli costi di istruttoria e di gestione dell’operazione finanziaria.

    Le banche si stanno attestando su prestiti con interessi intorno al 1,5%.

    Quando dovrò restituire i soldi?

    Non bisogna restituire niente per i primi due anni per quel che riguarda la quota capitale. Il decreto prevede un periodo di pre-ammortamento durante il quale la banca potrà chiedere solo il pagamento della quota interessi.

    A partire dal terzo anno e fino ad un massimo di sei (compresi i primi due) inizia l’ammortamento con il pagamento delle rate comprensive di quota capitale.

    Il modulo di richiesta per il prestito da venticinquemila Euro

    Il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato un modulo di presentazione della domanda che puoi scaricare qui

    Modulo di presentazione della domanda di prestito agevolato covid-19 fino a 25000 euro

    Tuttavia molti istituti bancari hanno prodotto moduli personalizzati, dedicati alle proprie filiali e agenzie. Pima di compialre il modulo qui allegato ti consiglio di informarti se la tua banca ha prodotto moduli propri.

  • Prestiti Findomestic online per tutte le esigenze

    Prestiti Findomestic online per tutte le esigenze

    Da tanti anni, fin dal 1984, Findomestic opera nel settore dei prestiti personali.  Findomestic propone soluzioni personalizzate per ogni tipo di finanziamento. Prima della fusione per incorporazione in BNP Paribas, l’azienda era attiva anche nel settore dei mutui. Dopo la fusione questo ramo d’attività è stato ceduto a BNL mutui anch’essa del gruppo Paribas.

    Essendo particolarmente specializzata, Findomestic ha un ventaglio di offerte che vanno a coprire ogni aspetto della vita familiare. Con i prestiti Findomestic infatti, è possibile finanziare:

    • Auto nuove e usate
    • Camper nuovi e usati
    • Imbarcazioni nuove e usate
    • Moto nuove e usate
    • Scooter nuovi e usati
    • Acquisto abitazione
    • Acquisto box/posto auto
    • Altro immobile
    • Acquisto terreno
    • Mobili e arredamento
    • Hi-Fi / Audio Video
    • PC / Foto / Telefonia
    • Elettrodomestici
    • Lavori di ristrutturazione
    • Cure mediche
    • Cerimonie ed eventi familiari
    • Estetica e benessere
    • Vacanze
    • Corsi / Scuola / Università
    • Altro
    • Progetti vari
    • Spese legali e tasse

    Inoltre è possibile consolidare tutti i propri finanziamenti in un solo progetto a rata unica.

    I  prestiti Findomestic sono online e 100% digitali

    Da sempre innovativa, Findomestic è stata tra le prime banche italiane a permettere di ottenere un prestito online; ancora oggi è all’avanguardia in questo settore. Dal sito web e tramite la app è possibile istruire e concludere l’intera pratica di finanziamento, senza compilare nessun modulo cartaceo.

    Il Prestito Personale Findomestic, grazie alla firma digitale, è gestito tutto in formato elettronico. Questa modalità facile e sicura, oltretutto è gratuita. Dopo aver presentato la domanda, potrai firmare il contratto utilizzando solo la firma digitale. Non avrai bisogno bisogno di certificazioni o caselle PEC o di recarti in qualche ufficio per apporre le tue firme.

    Per poter avere un prestito Findomestic o un preventivo personalizzato anche online è sufficiente contattare il Centro Clienti oppure compilare la richiesta di preventivo online presente sul loro sito web.

    prestiti findomestic

    Dettagli dei prestiti Findomestic

    Requisiti del richiedente

    • Età minima 18
    • Età massima 75 anni
    • Reddito dimostrabile
    • Titolare di conto corrente
    • Residenza nel territorio italiano

    Caratteristiche

    • Importo minimo 1.000€
    • Importo massimo 60.000€
    • Finanziamento del 100% del tuo progetto
    • Prestito gestito al 100% online senza uso di carta
    • Prestito flessibile con possibilità di gestire il piano di rientro
    • Non ci sono costi accessori
    • Erogazione con bonifico diretto su conto corrente bancario
    • Rimborso tramite addebito su conto corrente bancario

    Prestito Personale Flessibile

    Il Prestito Personale Flessibile di Findomestic è un finanziamento a tasso fisso. La caratteristica è quella di avere una rata flessibile che ti permette di gestire l’importo della rata in base alle tue esigenze. Con questo strumento di flessibilità, dopo aver pagato le prime 6 rate, puoi:

    • Cambiare l’importo della rata esercitando l’Opzione Cambio Rata. In questo caso la durata del prestito cambia adeguandosi alla nuova rata. Modifica gratuita.
    • Non pagare una rata esercitando l’Opzione Salto Rata. Pagherai la rata saltata alla fine, dopo aver pagato tutte le altre tare. Questa modifica è gratuita.

    Per cambiare o saltare la rata puoi scegliere tra le seguenti modalità in completa autonomia:

    • Sul sito web in Area Clienti → Prestito Personale
    • tramite il Centro Clienti Findomestic
    • con un SMS al numero 339-99 41 499

    N.B. Puoi esercitare queste opzioni al massimo tre volte

  • Prestiti per studenti – Fondo per lo studio

    Prestiti per studenti – Fondo per lo studio

    Buone notizie per tutti gli studenti che desiderano ottenere un sussidio economico che li aiuti a far fronte elle esigenze economiche nel periodo degli studi. I prestiti per studenti sono ancora accessibili. Il progetto Diamogli futuro è ancora operativo dal 2011 e molte  banche hanno ancora in portafoglio il prodotti finanziari dedicati a chi vuol studiare. Il Fondo per lo studio quindi è ancora attivo, ecco come accedere ai prestiti.

    Chi può ottenere i prestiti per studenti

    Il progetto per fortuna ha maglie abbastanza larghe e la platea di giovani che possono accedere ai prestiti per studenti è abbastanza ampia.

    Il requisito dell’età prevede che il richiedente debba essere maggiorenne e non aver compiuto il 40esimo anno.

    Requisiti scolastici per ottenere prestiti per studenti

    Il requisito scolastico deve essere uno dei seguenti: essere iscritto a un

    • corso di laurea triennale oppure di laurea specialistica a ciclo unico. Il richiedente deve essere in regola con il pagamento delle tasse universitarie e deve aver conseguito un diploma superiore con un votazione minima 75/100
    • corso di laurea magistrale. Chi richiede il prestito per studenti deve essere in regola con le tasse universitarie e deve avere un diploma di laurea triennale, voto minimo 100/110
    • corso di specializzazione post laurea magistrale di medicina e chirurgia (a ciclo unico), in regola con il pagamento delle tasse universitarie, voto minimo 100/110
    • Master universitario di primo o di secondo livello. Studente in regola con le tasse universitarie e con diploma di laurea, triennale o specialistica, con una voto minimo 100/110
    • dottorato di ricerca all’estero di durata legale triennale (riconosciuta in Italia)
    • corso di lingue, riconosciuto da un Ente Certificatore di durata minima sei mesi.

    Requisiti degli istituti ammessi per prestiti per studenti

    Gli studenti che intendono chiedere il prestito a loro dedicato devono aver conseguito il diploma di scuola superiore presso:

    • una scuola straniera, con succursale dell’istituto in Italia, autorizzata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, abilitata al rilascio di titoli di studio aventi valore legale
    • una scuola, pubblica o privata, italiana che sia stata autorizzata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca al rilascio di titoli di studio con valore legale

    I corsi di laurea magistrale, di laurea triennale, di specializzazione post laurea magistrale o i Master si devono tenere presso:

    • Università straniere o scuole superiori di insegnamento universitario straniere, con succursale in Italia autorizzate dal Ministero e abilitate a rilasciare titoli di studio con valore legale
    • Università italiane o scuole superiori di insegnamento universitario, private o pubbliche, autorizzate dal MIUR a rilasciare titoli di studio con valore legale

    Caratteristiche dei prestiti per studenti

    Uno studente può richiedere anche più di un finanziamento, l’ammontare massimo però non può superare i 25.000 €. I prestiti per studenti devono essere erogati con rate annuali di importo superiore a 3.000 € e inferiore a  5.000 €

    Ogni anno lo studente deve aver superato il 50% degli esami previsti dal piano di studi relativi agli anni precedenti. Le rate del prestito, successive alla prima, saranno erogate solo a condizione del rispetto della quantità minima di esami superati e dietro presentazione dell’attestazione dell’iscrizione alle annualità successive.

    Qualora i corsi linguistici o universitari siano di durata pluriennale, l’ente erogatore che concede il finanziamento, lo fa nel suo ammontare complessivo ma provvede all’erogazione a rate annuali. Il numero di anni in questo caso non può superiore alla durata del corso di studi. Se la richiesta di finanziamento  è concessa in un anno diverso dal primo il numero di anni da considerare è quello residuo per la conclusione del corso di studi.

    Le condizioni del finanziamento e il tasso applicato sono stabiliti singolarmente dagli istituti bancari aderenti all’accordo tra il Dipartimento della Gioventù e l’ABI. Condizioni e tassi devono rientrare nei parametri previsti dall’accordo .

    Il periodo di restituzione dei prestiti per studenti va da un minimo di tre anni e un massimo di quindici anni. Tale periodo devo iniziare come minimo 30 mesi dopo l’erogazione dell’ultima rata del finanziamento.

    Le banche erogatrici dei prestiti per studenti, non richiedono garanzie aggiuntive oltre alla garanzia fornita dallo Stato.

    Le banche che prestano soldi agli studenti

    Non tutte le banche erogano prestiti per gli studenti in accordo con il progetto visto fin qui. Se vuoi saper quali sono le banche aderenti vai sul sito dedicato al progetto Diamogli futuro dove c’è una pagina apposita.

    Molti istituti bancari pur non aderendo al progetto offrono prestiti per gli studenti a condizioni vantaggiose.

    Per merito di Intesa Sanpaolo

    Questo di Intesa Sanpaolo è un prestito dalle caratteristiche uniche che finanzia le spese da sostenere per ultimare gli studi. Più che un prestito però è una linea di credito.

    • La linea di credito ha una durata di 5 anni ed è rinnovabile
    • Concede fino a 50mila euro
    • Si può restituire il prestito in rate mensili o in un unica soluzione a conclusione degli studi
    • Il rimborso può avere una durata fino a 30 anni
    • Non servono garanzie patrimoniali o personali o familiari

    Per merito di Intesa Sanpaolo è concessa su un conto dedicato. In associazione al conto si ha una carta prepagata per la gestione delle spese.

    Ad Honorem di Unicredit

    Anche la soluzione Ad Honorem di Unicredit è una linea di credito su conto corrente per studenti.

    • L’importo massimo della linea di credito è 27.700€
    • il periodo di apertura della linea è in funzione del corso di studi
    • terminati gli studi il debito maturato (denaro utilizzato più interessi) viene trasformato in un prestito personale
    • il debito può essere rimborsato a rate mensili da 12 a 180 mesi
    • si può chiedere un periodo di grazia prima di iniziare a rimborsare il prestito. Tale periodo può durare al massimo di 2 anni. Durante il periodo di grazia non saranno calcolati ulteriori interessi.

    Prestito BNL Sconto e Lode di BNP Paribas

    Il Prestito BNL Sconto & Lode è destinato al finanziamento di

    • corsi di studi
    • università
    • master

    Il prestito viene concesso dietro presentazione di una fidejussione di terzi o di altre garanzie accettate dalla banca. BNL Sconto & Lode ha un tasso di interesse che varia annualmente in funzione dei voti universitari. Il prodotto ha una griglia di tassi prestabiliti relativi alla media dei voti conseguiti dallo studente universitario. Sono erogabili importi fino a 20mila euro, la restituzione ha una durata massima di 120 mesi.

    Prestito per studenti di Agos

    Con la soluzione di Agos è possibile richiedere fino a 30mila euro da rimborsare in rate mensili. Il Prestito per gli studenti di Agos si distingue per la semplicità di accesso: i prestiti sono richiedibili online, nella pagina del  sito deciderai l’importo e la durata del prestito conoscendo da subito la rata da rimborsare.

    La formula del prestito è molto elastica e permette di affrontare il piano di rimborso con tranquillità. In caso di necessità è possibile

    • posticipare o saltare una rata
    • modificare la durata del finanziamento
    • variare l’importo mensile da rimborsare

    Prestito d’Onore di Banca Sella

    Il prestito d’Onore Banca Sella viene erogato in favore degli studenti con lo scopo di fargli frequentare un master post-accademico in Italia o all’estero. Il finanziamento è erogato per meriti, questo vuol dire che un parametro di valutazione è il curriculum del richiedente.  Il prestito d’Onore Banca Sella ha un importo massimo di 30.000 euro. Il debito può essere rimborsato al termine degli studi con rate mensili con un massimo di 84 rate.

    Prestiti Universitari di Ubi Banca

    Prestiti Universitari di UBI Banca concedono un importo massimo di 25.00€. La garanzia al prestito è coperta fino al 70% dal Fondo per il credito ai giovani. Questa tipologia di prestito rientra nei prestiti d’onore al pari dei prodotti di Banca Sella e di Unicredit.

  • Cosa è la CRIF – Importanza della Centrale Rischi Finanziari

    Cosa è la CRIF – Importanza della Centrale Rischi Finanziari

    Ogni qual volta un cliente si reca presso una finanziaria o una banca per chiedere un prestito o un mutuo accade sempre la stessa cosa. Prima di qualsiasi altra operazione l’intermediario finanziario controlla la CRIF per valutare l’affidabilità ed assegnare un credit score al cliente. Ma che cosa è questa Centrale Rischi Finanziari e perché è così importante?

    Cosa è la CRIF?

    CRIF è una società privata con sede a Bologna che fornisce informazioni creditizie relative clientela business e retail (privati e aziende). Banche e finanziarie consultano la banca dati CRIF per valutare la bontà dei richiedenti mutui o prestiti. Il Sistema di Informazioni Creditizie (spesso indicato con il suo acronimo SIC) è lo strumento grazie al quale CRIF raccoglie o eroga i dati sull’affidabilità finanziaria dei clienti o dei potenziali clienti degli intermediari finanziari.

    Che cosa è il SIC

    Il SIC, o meglio un Sistema di Informazioni Creditizie è una organizzazione dotata di mezzi informatici per raccogliere ed erogare, automaticamente, informazioni relative alla capacità creditizia di privati ed aziende. Il SIC quindi è un sistema per tenere aggiornata una banca dati nella quale tutti gli aderenti al sistema stesso inseriscono i dati in loro possesso e dalla quale prelevano le informazioni creditizie.

    Ogni banca o finanziaria che aderisce al SIC ha sistemi informatici che dialogano con il database aggiornandolo o consultandolo quando necessario. Grazie ad un Sistema di Informazioni Creditizie le banche e le finanziarie hanno uno strumento in più per valutare la possibilità di erogare un prestito o un mutuo. Strumento che nel caso di CRIF è molto capillare ed aggiornato ed al quale gli intermediari finanziari danno molta fiducia.

    La banca dati di CRIF

    Il database della società raccoglie, ed eroga su richiesta, i dati relativi alla regolarità dei pagamenti dei soggetti che hanno chiesto mutui o prestiti presso oltre 6.300 istituti finanziari in 50 Paesi in tutto il mondo. La banca dati quindi è particolarmente affidabile in quanto è considerata un vero e proprio punto di riferimento che raccoglie quasi ogni dato relativo alla restituzione di finanziamenti.

    Per ottenere questa capillarità di informazioni, questo grado di penetrazione del mercato finanziario, CRIF ha stretto accordi con la quasi totalità delle banche e finanziarie in Italia e con i principali istituti finanziari mondiali. Oggi per ottenere un prestito o mutuo è praticamente obbligatorio rilasciare all’istituto erogatore la liberatoria per consentire l’inserimento dei dati relativi nella banca dati CRIF. Ciò nonostante, in fase di consultazione, non c’è la possibilità di sapere il nome dell’istituto di credito che ha iscritto il pagatore nella banca dati.

    Grazie ai flussi di dati provenienti dagli istituti finanziari ogni pagamento relativo a prestiti o mutui è registrato. Importo, metodo di pagamento utilizzato, regolarità dei pagamenti. Tutto quanto può essere importante nella valutazione creditizia di un cliente viene puntualmente memorizzato. Quando un intermediario finanziario consulta la banca dati CRIF ha a disposizione informazioni preziose che influiranno poi sulla decisione di erogare o meno il credito.

    A tal proposito la società bolognese ci tiene a precisare che non è preposta a prendere decisioni ma solo a fornire informazioni. La decisione di concedere o non concedere un finanziamento è sempre dell’istituto finanziario.

    Verifica della posizione in banca dati

    Chiunque abbia ottenuto o solamente richiesto un prestito viene iscritto in banca dati. Può rivelarsi utile o necessario per un soggetto (privato o azienda) verificare la propria posizione nella banca dati CRIF. Per ottenere le informazioni contenute nella banca dati è possibile fare richiesta direttamente sul sito CRIF. La società comunicherà la risposta a mezzo email o al domicilio del richiedente entro 30 giorni dalla richiesta e dall’invio della documentazione richiesta:

    • modulo di richiesta firmato
    • documenti identificativi

    Il costo di questa operazione è differente in funzione dello status del richiedente:

    • gratis per i privati
    • 4 € per le aziende in caso di dati rilevati
    • 10 € per le aziende in caso di dati non rilevati

    i prezzi sono comprensivi di IVA.

    Cosa è l’EURISC

    Il Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) utilizzato da CRIF si chiama EURISC. È importante sapere che si tratta di un sistema di tipo positivo e negativo. Non è quindi una lista di cattivi pagatori, piuttosto è una classifica in cui nella parte alta ci sono i buoni e nella parte bassa i cattivi pagatori. EURISC contiene tutte le informazioni relative ai finanziamenti richiesti ed erogati. I dati sono relativi sia alla clientela reteil sia a quella business. I dati sono presenti indipendentemente dal fatto che che il rimborso sia stato regolare o meno.

    A tutela della privacy dei soggetti presenti in banca dati, le società che aderiscono al SIC hanno la facoltà di consultare solo le informazioni che abbiano come  finalità quelle collegate alla tutela del credito.

    Banche e finanziare possono quindi consultare la banca dati solo in particolari situazioni:

    • quando devono valutare una nuova richiesta di prestito o mutuo
    • nel corso del periodo di rimborso di un finanziamento

    Quando avviene la cancellazione dei dati CRIF

    I dati contenuti nella banca dati sono soggetti ad una scadenza: vengono cancellati (o meglio non più considerati) dopo un periodo di tempo. Il SIC ha dei tempi prestabiliti per la conservazione dei dati acquisiti. Questi tempi variano a seconda del tipo di movimento e alla finalità di utilizzo da parte degli istituti finanziari.

    I tempi di cancellazione automatica dei dati CRIF, salvo eccezioni o richieste specifiche, sono:

    • 30 giorni per finanziamenti rifiutati o annullati dallo stesso richiedente (si calcola dalla data di annullamento o di rifiuto)
    • 6 mesi per i finanziamenti soggetti a valutazione (si calcola dalla data di richiesta del finanziamento)
    • 12 mesi per pagamenti ritardati, su massimo due rate, che hanno comportato l’applicazione di un mora (se le rate successive sono risultano regolari)
    • 24 mesi per pagamenti ritardati, su più di due rate, che hanno comportato l’applicazione di un mora (se le rate successive sono risultano regolari)
    • 36 mesi per finanziamenti mai rimborsati (si calcolano dalla data di fine contratto)
    • 36 per finanziamenti regolarmente rimborsati (si calcolano dalla data di fine contratto)

    Precisazione relativa ai finanziamenti mai rimborsati, quelli in cui il debitore ha omesso dei pagamenti. Il dato in CRIF viene cancellato (o meglio ignorato) dopo 36 mesi. Questo tipo di comportamento ha altre conseguenze oltre alla nota di demerito nei vei elenchi dei cattivi pagatori (SIC). Questo accade perché, il mancato rimborso di un finanziamento o di un mutuo, comporta una denuncia che l’intermediario finanziario è obbligato fare per poter mettere le perdite subite tra le passività. In questo caso la prescrizione del reato è di  5 anni.

    Quali sono le banche dati dei cattivi pagatori?

    Oltre a CRIF esistono altre banche dati di cattivi pagatori. Sono detenute da Società privte, Enti o da associazioni di consumatori. Nascono con le stesse finalità di CRIF ma in segmenti del mercato finanziario differenti.

    • Banca d’Italia
    • Experian
    • CTC (Consorzio per la Tutela del Credito)
    • Cerved
    • InfoCamere
    • Confartigianato

    Banca d’Italia

    La Banca d’Italia ha due banche dati relative ai cattivi pagatori:

    La  Centrale Rischi nella quale ci sono i dati relativi a

    • finanziamenti
    • mutui
    • aperture di credito
    • anticipazioni
    • fidi bancari (superiori a 30.000 euro)

    La Centrale Allarme Interbancaria, spesso indicata come CAI  in cui ci sono i dati relativi

    • alle carte di credito e alla loro eventuale revoca
    • All’eventuale emissione di assegni non coperti

    Experian

    Experian è un po’ la CRIF americana. È una società multinazionale di reportistica del credito al consumo. Experian ha un database enorme e offre informazioni su oltre un miliardo di soggetti tra persone e aziende. Il principale mercato di riferimento è quello statunitense.

    Consorzio per la Tutela del Credito

    Il CTC è il concorrente italiano di CRIF. Fornisce servizi simili ma sta puntando molto sull’innovazione per fornire servizi aggiuntivi che diano valore al core business.

    Cerved

    Oltre ad una banca dati gestita con un SIC e quindi alla valutazione del credito, Cerved offre soluzioni di marketing e di recupero del credito.

    InfoCamere

    InfoCamere è una società informatica di proprietà delle Camere di Commercio Italiane consorziate. La società è dotata del sistema telematico nazionale che collega tra loro tutte le Camere di Commercio e le sedi distaccate (oltre 300). La banca dati di InfoCamere fornisce sopratutto le informazioni relative alle società ed alla loro composizione.

    Confartigianato

    Confartigianato ha un istituito un osservatorio che nasce con la finalità di vigilare sul rispetto della legge contro i cattivi pagatori delle PA. Si tratta della legge recependo la direttiva europea 2011/7/UE sui pagamenti alle imprese, impone alle Pubblica Amministrazione di pagare i propri fornitori in tempi certi:  30 giorni (60 giorni al massimo ASL e Ospedali)

    Cancellazione dati positivi

    Come abbiamo già detto chiunque chieda un finanziamento o un mutuo è, automaticamente, registrato nella banca dati CRIF. Volendo, si possono far cancellare i propri dati, ma solo relativamente ai dati positivi. Basta farne richiesta e si sarà cancellati. Resta un dubbio sulla convenienza di questa operazione. Essere presenti in banca dati come buoni pagatori offre dei vantaggi, sopratutto se si intende in futuro ricorrere a mutui o prestiti.

    Come cancellare i propri dati CRIF negativi

    I dati CRIF negativi non possono essere cancellati. Come già detto le cancellazioni avvengono automaticamente secondo tempi e modi prestabiliti. Tuttavia ci sono alcuni casi in cui è possibile chiedere la cancellazione di un dato negativo. Di seguito alcuni casi come esempio, ma se esiste un motivo provato per il quel hai saltato un pagamento puoi comunque fare la domanda di cancellazione. Se sarà accolta o meno è però un altro discorso.

    • Errore di comunicazione tra la banca o la finanziaria e cliente
    • Errore tecnico della banca o dell’agenzia di finanziamento
    • Bollettino di pagamento arrivato in ritardo
    • Bollettino mancante nel blocchetto dei bollettini
    • Motivi vari ed eventuali personali (problemi di salute o di lavoro di una certa gravità)
    • Scambio di persona (di solito per omonimia)

    Si può chiedere la revoca della segnalazione in CRIF solo se il pagamento ritardato è stato tempestivamente sistemato.

    Quando si verifica una di queste situazioni (o un’altra altrettanto importante o grave) si può  chiedere la cancellazione dei dati. La cosa va fatta presso la banca o presso la finanziaria. La decisione in merito alla cancellazione la prende l’istituto erogatore. Se si assume la responsabilità del ritardato pagamento e il disguido si è risolto tempestivamente, provvede a comunicare le circostanze a CRIF che provvederà alla cancellazione dei dati negativi.

    Cancellazione o correzione di un dato errato in CRIF

    Il SIC effettua un controllo logico formale sui dati inviati dalle banche o dalle società finanziarie, ma non può effettuare controlli di merito sulla correttezza dell’informazione ricevuta e l’invio dei dati aggiornati relativi a ciascun rapporto di credito viene effettuato su base mensile.

    In caso di errore è sempre possibile ottenere gratuitamente la cancellazione del dato con la sostituzione di quello corretto, per questo bisogna rivolgersi al SIC o all’istituto di credito che ha effettuato la segnalazione.

    Nel caso in cui tu abbia regolarizzato un ritardo di pagamento pregresso, già segnalato nel SIC, non puoi ottenere la cancellazione del ritardo di pagamento sulla base del fatto che lo avete saldato. Quello che puoi fare è  chiedere che il rapporto di credito venga aggiornato con l’informazione che hai regolarizzato i ritardi di pagamento. Decorsi i tempi di conservazione fissati dalla legge, l’informazione sul ritardo di pagamento verrà cancellata da CRIF automaticamente.

    Cancellazioni dati CRIF in caso di truffa

    Potrebbe accadere che qualcuno utilizzi indebitamente i tuoi dati personali, ottenuti tramite un furto di documenti o di dati personali. Nel caso in cui il truffatore riesca a ottenere un finanziamento questo sarebbe registrato in EURISC. Purtroppo non si verrebbe a conoscenza della truffa se non dopo aver ricevuto le richieste di pagamento da parte della banca o società finanziaria, o nel caso in cui si richieda un nuovo finanziamento.

    In questo caso è necessario denunciare tempestivamente l’accaduto alle Forze dell’Ordine e verificare i dati presenti sul SIC di CRIF tramite una domanda di accesso a quest’ultimi. Successivamente bisogna comunicare alla società finanziaria o banca che ha erogato il finanziamento oggetto di truffa l’accaduto (allegando copia della denuncia).

    Infine è necessario inviare a CRIF la richiesta di cancellazione allegando la copia della denuncia e nel quale vanno inseriti i dati personali e i dati del finanziamento oggetto di truffa.

    Chiedere la cancellazione dei dati a CRIF

    Si può chiedere a CRIF, invece che alla banca, la cancellazione dei dati? Sì ma non in realtà conviene. Questo perché prima di  intervenire sulla banca dati, CRIF chiede informazioni all’istituto che ha erogato  il finanziamento. Quindi, quando ci si rivolge direttamente a CRIF per ottenere una cancellazione, è necessario aspettare i tempi tecnici per consentire le verifiche del caso. Questi tempi potrebbero essere anche lunghi: da 30 giorni ad un massimo non indicato, nel caso in cui le verifiche richiedano processi lunghi e/o complicate.

    È il caso di chiedere la cancellazione direttamente al CRIF solo quando non sia noto l’istituto che ha iscritto il cattivo pagatore in baca dati.

  • Dipendenti pubblici, per loro è nato il Piccolo Prestito

    Dipendenti pubblici, per loro è nato il Piccolo Prestito

    Purtroppo sono tante le famiglie che non se la passano benissimo e che devono ricorrere ad un prestito personale per poter comprare la macchina nuova, ri-arredare il salotto, sposare una figlia. Sappiamo come va in questi casi: lo stipendio serve per vivere tutti giorni, a stento si arriva dignitosamente a fine mese e difficilmente si riesce a mettere qualcosa da parte. Anche i dipendenti pubblici , pur avendo lo stipendio fisso, vivono le stesse logiche, le stesse dinamiche economiche. E così sono in tanti a rivolgersi a banche o finanziarie per richiedere un prestito personale. Per fortuna non ci sono solo banche e assicurazioni, i dipendenti pubblici, tramite la piattaforma NoiPA, possono ottenere un finanziamento: il “Piccolo Prestito”.
     
    È importante comprendere nel dettaglio come funziona questa particolare tipologia di prestito personale erogato dall’INPS. In questo articolo ti spiego quali sono le modalità di accesso a questa soluzione alternativa.

    Piccoli prestiti personali per dipendenti pubblici erogati dall’INPS

    Il Piccolo Prestito si ottiene tramite la piattaforma NoiPA. I dipendenti pubblici possono ottenere questo finanziamento rimborsabile in rate costanti. Le rate vengono trattenute dalla busta paga del dipendente della Pubblica Amministrazione con il meccanismo della cessione del quinto dello stipendio. I dipendenti che intendono ottenere il Piccolo Prestito devono essere iscritti al fondo della Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali denominato “Fondo credito”. L’adesione al fondo credito comporta una quota mensile dello 0.35% dello stipendio netto.

    Piccolo prestito ai dipendenti pubblici, quanto si può avere?

    Il meccanismo è semplice. Si possono chiedere imposti pari

    • 1 mensilità rimborsabile in un anno
    • 2 mensilità rimborsabile in due anni
    • 3 mensilità rimborsabile in tre anni
    • 4 mensilità rimborsabile in quattro anno

    La mensilità è intesa netta e l’anno corrisponde ai 12 mesi successivi al mese di erogazione del prestito. Con il Piccolo Prestito inoltre hai la possibilità di accedere a finanziamenti più corposi con la soluzione a doppia mensilità. Il meccanismo è lo stesso visto in precedenza ma si ottengono  importi pari al doppio della soluzione base.

    Quali tassi si applicano?

    Per quel che riguarda gli interessi, il Piccolo Prestito personale per dipendenti pubblici dell’INPS ha un TAN (Tasso Annuo Netto) del 4,25%. Al tasso netto vanno aggiunte le spese  amministrative per le quali si paga un’aliquota dello 0,50% ed un premio per il fondo rischi che varia in funzione della durata del prestito e dell’età del richiedente. Al Piccolo Prestito possono accedere i dipendenti della pubblica amministrazione sia  tempo indeterminato che determinato. Questi ultimi però possono richiedere prestiti rimborsabili entro la scadenza del loro contratto do lavoro.

    Come richiedere il prestito?

    Una grande qualità di questo servizio è che le operazioni si svolgono tutte online. L’accesso alla preventivazione ed alla richiesta del prestito è nell’area riservata del sito di NoiPa, sezione Self Service Piccolo Prestito. Grazie all’operatività online c’è il vantaggio di fare tutto direttamente via web senza dover andare ad uno sportello INPS o presso la propria amministrazione.

    Una volta fatta la richiesta il portale NoiPA trasmette all’INPS i dati economici, anagrafici, fiscali e giuridici del richiedente, necessari all’approvazione della pratica. Una volta ottenuto il prestito l’erogazione è automatica e l’importo viene versato sul conto corrente del richiedente.

    Accedere al self service Piccolo prestito: ecco come fare

    Il sito Noi Pa è nato con l’obbiettivo di  semplificare e migliorare la vita delle pubbliche amministrazione e dei lavoratori. Nel caso del Piccolo Prestito, il self service mette a disposizione gli strumenti per la gestione e monitoraggio del finanziamento. Grazie a NoiPA si hanno tre grandi vantaggi operativi

    • riduzione dei tempi per la lavorazione della pratica
    • eliminazione della modulistica cartacea
    • automazione dei meccanismi di amministrazione

    Quando entri nel self service e accedi al modulo per la compilazione della richiesta, trovi precompilati i campi relativi alla tuo reddito certificati da NoiPa. Il servizio inoltre tiene traccia dei passi relativi al processo di erogazione, per cui puoi monitorare lo stato di avanzamento della richiesta. Tra le opzioni disponibili in questa fase c’è anche la possibilità di rinunciare al prestito, ovviamente una volta erogato non è più possibile rinunciare. Una opzione disponibile invece in fase di ammortamento è la possibilità di estinguere anticipatamente il prestito, il sistema calcola automaticamente l’importo necessario per estinguere il debito in un unica soluzione.

    Se sei un dipendente pubblico puoi accedere al Piccolo Prestito, soluzione che prevede il rimborso tramite la cessione del quinto dello stipendio. Oltre al sito NoiPA puoi chiedere il Piccolo Prestito anche alle banche o finanziarie che hanno sottoscritto la convenzione con l’INPS.

    La soluzione più semplice e pratica però resta quella messa a disposizione da NoiPA il portele della Pubblica Amministrazione

  • Cessione del quinto dello stipendio – Cosa è, come funziona

    Cessione del quinto dello stipendio – Cosa è, come funziona

    Cosi vi abbiamo già esposto nella guida dedicata alla cessione del quinto della pensione, la cessione del quinto dello stipendio è una particolare tipologia di finanziamento agevolato destinata ai cittadini italiani e che, nello specifico, può essere richiesta dai lavoratori. Questo tipo di prestito viene rimborsato con un quinto dello stipendio del lavoratore che viene trattenuto automaticamente in busta paga.

    Che cosa è la cessione del quinto?

    Si tratta di un finanziamento a tasso fisso rimborsabile con rate il cui importo massimo della rata non può superare il valore di un quinto (il 20%) dello stipendio o della pensione. Il rimborso avviene per mezzo di una trattenuta sulla busta paga da parte del datore di lavoro o sul cedolino della pensione da parte dell’istituto previdenziale.

    L’importo massimo che si può richiedere con una cessione del quinto è 75.000 €. L’importo deve essere restituito tramite un piano di ammortamento la cui durata minima è di 24 mesi e la massima di 120 mesi.

    Chi può richiedere la cessione del quinto dello stipendio?

    Possono richiedere la cessione del quinto sullo stipendio:

    • I dipendenti pubblici (a tempo determinato e indeterminato)
    • I dipendenti privati (a tempo determinato e indeterminato);
    •  lavoratori atipici (vincolati da contratto a progetto).

    Come richiedere la cessione del quinto

    La cessione del quinto va richiesta presso un Istituto bancario o finanziario.

    Presentando la relativa documentazione vi saranno fornite quelle che sono le condizioni del prestito. In base a queste potrete effettuare le vostre valutazioni ed optare per il prestito più conveniente.

    Documenti necessari per ottenere il prestito

    I documenti necessari per richiedere la cessione del quinto sullo stipendio sono:

    • Valido documento d’identità
    • Codice fiscale
    • Almeno le ultime due buste paga
    • Certificato di stipendio (da richiedere al proprio datore di lavoro)
    • CUD aggiornato

    In base alle specifiche condizioni lavorative del cliente, la banca può riservarsi il diritto di richiedere ulteriori documentazioni da produrre.

    Cessione del quinto dello stipendio: quali garanzie si devono presentare?

    La natura stessa della cessione del quinto dello stipendio è basata sulla presenza di una busta paga.

    L’unica garanzia da presentare è dunque rappresentata dallo stipendio.
    Tuttavia proprio a causa della natura di questa tipologia di prestito, il richiedente è obbligato, per legge, a stipulare una copertura assicurativa garantire l’estinzione del debito anche in caso di premorienza (decesso) o in caso di perdita del lavoro.
    Oltre alla busta paga assume notevole importanza per la concessione (e l’eventuale importo) del prestito anche il TFR (Trattamento di fine rapporto)maturato dal dipendente.

    Il TFR rappresenta una sorta di garanzia per l’Istituto Finanziario che concede il prestito poiché, in caso di perdita del l’impiego, sarà proprio con la liquidità del TFR che il datore di lavoro potrebbe saldare il prestito.

    Con la cessione del quinto dello stipendio è possibile richiedere il TFR in busta paga?

    Come anticipato, il TFR funge da garanzia per l’Istituto bancario che, in caso di mancato pagamento della rata, può attingere da questo fondo.

    Dunque, per tutta la durata del prestito, il TFR è vincolato alla cessione del quinto sullo stipendio e non è possibile richiederlo in busta paga.
    Il datore di lavoro, per l’intera durata del contratto, ha l’obbligo di non concedere al dipendente anticipi del TFR in busta paga, anche qualora il lavoratore dovesse farne richiesta.

    Calcolo della cessione del quinto dello stipendio

    Così come per il calcolo della cessione del quinto della pensione, anche questo tipo di finanziamento prevede un calcolo del massimo importo ottenibile partendo dalla rata, che a sua volta è calcolato considerando la cifra massima pari a un quinto dello stipendio.

    Cessione del quinto: massimo erogabile e durata del prestito

    Importo massimo

    Il calcolo dell’importo massimo ottenibile sfruttando la cessione del quinto si ottiene partendo dalla singola rata da versare ogni mese. Tale cifra è direttamente proporzionale allo stipendio del lavoratore poiché, l’importo stesso della rata, non potrà superare un quinto del corrispettivo economico in busta paga. Ulteriori fattori che condizionano la somma del prestito sono:

    • età
    • anzianità lavorativa
    • TFR maturato

    Durata massima

    Generalmente è possibile ottenere un prestito estinguibile in ben 120 mesi, cioè 10 anni. Cosi come per l’importo massimo anche la durata del contratto può subire variazione in base all’ammontare del TFR, all’anzianità lavorativa, all’età e in relazione alla tipologia di contratto di lavoro (e dunque rispetto allo stipendio).

    Dopo quanto si può rinnovare la cessione del quinto

    A disciplinare il rinnovo della cessione del quinto è l’articolo 39 della legge 180 del 1950. In base a quanto stabilito dalla legge il rinnovo della cessione del quinto è possibile solo dopo:

    • un anno dall’estinzione del debito ( in caso di estinzione anticipata)
    • due anni dall’estinzione del debito (per i prestiti di 5 anni)
    • quattro anni dall’estinzione del debito (per i prestiti di 10 anni)

    Cessione del quinto: cosa succede in caso di rata non pagata?

    Come vi abbiamo anticipato è compito dell’azienda trattenere gli importi delle rate dalla busta paga per versarli all’Ente che ha concesso la cessione del quinto. Potrebbe però accadere che questo non avvenga, che l’azienda dimentichi, per cattiva gestione dell’amministrazione,di effettuare il versamento.

    Rata non pagata: cosa fare in questo caso?

    Se dalla busta paga si evince che gli importi della rata sono stati effettivamente trattenuti dall’azienda è buona norma informare l’Ente che ha elargito il prestito inviandogli la documentazione che attesti l’effettiva trattenuta da parte del datore di lavoro. In tal modo sarà chiaro che la mancanza è dell’azienda e non vostra. Successivamente sarà l’Ente finanziario a sollecitare il datore di lavoro in modo da normalizzare i pagamenti.

    Se invece lo stipendio rimane intatto, e dunque non sono state effettuate le relative trattenute per il pagamento del prestito, è bene informare subito sia il datore di lavoro che la banca, e sollecitare affinché si riprenda il normale corso dei pagamenti.

    La tempestiva comunicazione (sia con la banca che con l’azienda) è importantissima poiché in caso di dimenticanza dell’azienda, non sarà possibile utilizzare la polizza assicurativa che interviene solo in caso di decesso o licenziamento del richiedente.

    Cessione del quinto e fallimento dell’azienda

    In caso di fallimento dell’azienda, le rate del prestito verranno pagate dal datore di lavoro utilizzando i fondi del TFR. Inoltre, nel momento in cui questi non dovesse essere sufficiente, sarà la polizza assicurativa obbligatoria ad occuparsi del saldo del debito.

    Cessione del quinto e licenziamento del dipendente

    Anche in questo caso si farà affidamento agli importi maturati dal lavoratore o in alternativa alla polizza assicurativa. Tuttavia, in caso di licenziamento per giusta causa, la compagnia assicurativa può decidere di non saldare il debito. In questo caso il credito dovuto alla banca viene messo in sofferenza, ovvero rientra nei crediti la cui riscossione risulta incerta, vi è uno stato d’insolvenza da parte del debitore. Per questo motivo vi consigliamo di leggere attentamente e in maniera critica anche le condizioni dell’assicurazione.

    Estinzione anticipata e penale sulla cessione del quinto dello stipendio

    Per effettuare la richiesta del conto estintivo vi basterà redigere una richiesta scritta nella quale indicare:

    • estremità del titolare del prestito (nome cognome residenza luogo di nascita etc)
    • estremi del prestito (durata, importo, numero del contratto etc.)

    Prima di procedere con la concessione dell’estinzione anticipata del prestito, l’Istituto bancario produrrà un documento: il conteggio estintivo. Questo indica l’importo del capitale residuo dovuto (ovvero della somma di tutto il denaro dovuto alla banca) che sarà a versato in un’unica soluzione.

    Importante: oltre al capitale residuo dovuto il cittadino dovrà versare alla banca anche una penale di estinzione, che non può superare l’1% rispetto alla quota del capitale dovuto. Tutti i costi sostenuti per le spese di istruttoria e per il pagamento dell’imposta di bollo, verranno persi.

    Saranno invece recuperati gli importi delle spese di commissione bancaria.

    Per quanto riguarda la quota dell’assicurazione obbligatoria, questa verrà rimborsata solo prendendo in considerazione gli importi del premio non goduto.

    Nel momento in cui il cliente versa l’intera somma dovuta all’Istituto Bancario, questi si occuperà della redazione di una lettera liberatoria nella quale si attesta l’avvenuto pagamento del capitale dovuto.In tal modo la banca effettua una dichiarazione attraverso la quale svincola il cliente da qualsiasi debito.

    Tale lettera sarà inviata all’azienda del debitore in modo da sospendere le trattenute sullo stipendio per coprire le rate del debito.

    La differenza con un prestito classico

    Rispetto ad un prestito personale la cessione del quinto ha delle proprie peculiarità che riguardano le

    • modalità di rimborso del finanziamento
    • modalità di calcolo della rata
    • entità dell’importo richiedibile

    L’importo della rata di una cessione del quinto al massimo può arrivare un quinto dello stipendio netto o della pensione. Il pagamento delle rate avviene tramite trattenuta in busta paga o sul cedolino della pensione.

    Di contro la rata del prestito personale si calcola in base all’importo ed alla durata del prestito stesso. La rata viene pagata con una modalità scelta dal debitore. Classici metodi di pagamento per il rimborso del prestito personale sono l’addebito in conto corrente e bollettino postale.

    Con una cessione del quinto, è possibile ottenere prestiti di importo più elevato rispetto al prestito personale.

  • Cessione del quinto della pensione

    Cessione del quinto della pensione

    La cessione di un quinto della pensione  è che un prestito che può essere richiesto dai cittadini pensionati. La restituzione avverrà cedendo un quinto della propria pensione al prestatore, la somme verrà trattenuta automaticamente dall’INPS che quindi provvede a versarla all’Istituto Bancario che ha erogato il prestito . Tale finanziamento è fornito da determinati Istituti Bancari convenzionati con l’INPS.

    Cessione di un quinto sulla pensione: come funziona e chi può richiederla

    Per quel che riguarda la platea degli aventi diritto, questa è costituita dai titolari di almeno una pensione minima, il cui importo è fissato ogni anno dall’INPS (pari a 513,01 per il 2019), sono tutti possibili fruitori della cessione di un quinto della pensione.

    L’età del richiedente non è fissata in maniera specifica, in linea generale, l’età massima accettata è pari a 85 anni ma dipende anche: dalla durata del prestito, dalla cifra richiesta e dall’Istituto bancario cui ci si rivolge.

    Il pensionato che vuole ottenere la cessione di un quinto della pensione deve effettuare la richiesta presso uno degli Istituti bancari accreditati, dopo aver ottenuto la relativa documentazione dall’INPS.

    Il prestito agevolato prevede, per legge, una copertura assicurativa in caso di premorienza (decesso) del richiedente.

    Documenti richiesti

    Vediamo ora quali sono i documenti richiesti, oltre a:

    • documento valido d’identità,
    • codice fiscale
    • cedolino della pensione (o accredito in conto corrente)

    è fondamentale per poter effettuare domanda della cessione di un quinto la comunicazione di cedibilità della pensione. Questo documento indica quello che sarà l’importo massimo che è possibile ottenere dal prestito.

    La richiesta della comunicazione di cedibilità deve essere effettuata dal soggetto (titolare della pensione) presso qualsiasi Sede INPS. Una volta ottenuta la documentazione questa dovrà essere consegnata all’Ente al quale sarà richiesto il prestito (Banca o Società Finanziaria).

    Redditi inclusi dalla cessione di un quinto della pensione

    Tutti i cittadini che riscuotono una pensione possono richiedere la cessione del quinto.

    Nel dettaglio i redditi inclusi dalla cessione di un quinto della pensione sono quelli relativi a pensioni di:

    • anzianità;
    • vecchiaia;
    • reversibilità;
    • invalidità;
    • inabilità.

    Solo alcune categorie di pensione, a causa della loro natura, sono escluse da questa tipologia di prestito.

    Redditi esclusi dalle cessione della pensione

    I pensionati che non possono accedere alla cessione di un quinto della pensione sono coloro che percepiscono:

    • Pensioni sociali e assegni sociali;
    • Assegni assistenziali per inabilità;
    • Assegni di sostegno al reddito (VOESO, VOCRED, VOCOOP);
    • Assegni nucleo familiare;
    • Invalidità civile (pensione di invalidità)
    • Pensioni che prevedono contitolari (per le quote che non spettano al richiedente del prestito);
    • Prestazioni di esodo (in base all’ex art. 4 della Legge n. 92/2012).

    Cessione di un quinto sulla pensione: tassi più vantaggiosi

    Per ottenere tassi d’interesse più vantaggiosi, il pensionato può richiedere il prestito direttamente presso un Ente Finanziario convenzionato con l’INPS.

    In questo caso la documentazione che riporta la “cedibilità della pensione” sarà elaborata direttamente dall’Istituto Bancario sfruttando il canale telematico dell’INPS.

    Quanto è possibile richiederla

    L’importo del prestito è direttamente proporzionale all’ammontare della pensione percepita annualmente, e può arrivare fino ad una cifra massima di 50.000 euro.

    Tale importo è calcolato sulla pensione considerata al netto delle trattenute previdenziali e fiscali.La cifra è inoltre determinata in modo da non scalfire in alcun modo la pensione minima stabilita ogni anno dalla Legge.

    Per essere più specifici vi spiegheremo nel dettaglio come funziona.

    Calcolo cessione del quinto della pensione

    Come dice il nome stesso del prestito “cessione del quinto sulla pensione” la rata mensile del finanziamento è trattenuta direttamente dalla pensione mensile del richiedente. La cifra della rata può arrivare fino ad un importo massimo pari a un quinto della pensione stessa.

    Esempio calcolo rata su una pensione netta di 900 euro
    Quota mensile rata = 900/5 cioè 180 euro

    Durata del contratto

    La durata massima del prestito è di 10 anni (120 mesi) e varia rispetto: alla cifra richiesta , alla pensione e alle condizioni previste dalla Banca.

    Pignoramento e cessione del quinto della pensione

    Anche in caso di pignoramento, è possibile accedere alla cessione del quinto della pensione. In questo caso però il calcolo del prestito sarà effettuato sulla differenza fra i 2/5 dello stipendio e la cifra pignorata.

    Calcolo cessione del quinto in caso di pignoramento

    Esempio:
    Su una pensione netta di 1.000 euro l’importo massimo del prestito è calcolato sottraendo dai 2/5 (400 euro) la quota pignorata di 200 euro (1/5 della pensione). Quindi: 400 meno 200 uguale 200 che rappresenta la cifra massima ottenibile del prestito.

    Convenzione INPS con le banche

    Come vi abbiamo anticipato possono concedere la cessione di un quinto della pensione solo alcuni Istituti bancari convenzionati con l’INPS.

    Elenco delle Banche e degli Istituti finanziari che hanno aderito alla Convenzione:

    • Banca di Sassari
    • Banca Federico del Vecchio
    • Banca Nazionale del Lavoro spa
    • Banca Nuova
    • Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio,
    • Banca Popolare di Vicenza
    • Banca Popolare Pugliese
    • Banco Popolare
    • Banco Posta
    • BHW
    • BNL Finance spa
    • Carichieti S.p.A.
    • Cassa di Risparmio di Prato
    • Coges Finanziaria
    • Compass
    • Conetruria
    • Deutsche Bank S.p.A.
    • Italcredi
    • Prestinuova
    • Prestitalia S.p.A
    • Profamily
    • Races Finanziaria S.p.A.
    • Spefin Finanziaria S.p.A
  • Prestito partecipativo per il finanziamento dell’azienda

    Prestito partecipativo per il finanziamento dell’azienda

    Il prestito partecipativo non riguarda le persone fisiche né, le piccole realtà societarie, ma bensì le società di capitali. I prestiti partecipativi sono basati su un imminente futuro aumento del capitale sociale e che consente alla società l’apporto di liquidità al fine di fare nuovi investimenti e migliorare in genere l’aspetto patrimoniale della stessa.

    Questa forma di finanziamento oltre che essere accordato alle società di capitale è indirizzata anche alle società di persone, ma che abbiano l’obbiettivo di trasformarsi in società di capitale, grazie al prestito partecipativo. In questo tipo di prestito sono coinvolti la banca, la società e soci terzi obbligati.

    La particolarità del prestito partecipativo è che i soci versano alla società somme che coincidono con il capitale del prestito, mentre la società penserà agli interessi passivi che sommati al capitale formeranno la rata che, tecnicamente, la società salderà alla banca a scadenze prestabilite.

    Prestito partecipativo per imprese ed aziende

    Il vantaggio di questi finanziamenti è dato dall’immettere subito liquidità nelle casse della società tramite il prestito in cambio del tipico strumento del aumento di capitale e per i soci rappresenta una forma per poter aumentare gradualmente il capitale attuato tramite il rimborso delle rate del prestito partecipativo.

    Il vantaggio è quindi l’aumento di capitale della società dove i soci non erogano  il suddetto capitale in unica soluzione ma bensì a rate.

    Ogni banca ha la sua politica nella modalità di rimborso, ma difficilmente supererà il quinquennio. Inoltre la società può decidere se l’aumento di capitale avverrà ad ogni ammortamento della singola rata, o alla fine dell’intero prestito partecipativo.

    I prestiti partecipativi oltre che per finanziare nuovi investimenti vengono utilizzati anche per la ricapitalizzazione del capitale sociale.

    Caratteristiche del finanziamento “aziendale”

    Il prestito partecipativo è una forma di finanziamento finalizzata a sostenere le necessità connesse alla realizzazione di specifici obiettivi aziendali.

    • sviluppo
    • innovazione
    • programmi di investimento
    • ristrutturazione aziendale

    Il finanziamento è condizionato all’impegno dei soci ad aumentare il  “capitale proprio” .

    L’aumento del capitale aziendale può avvenire:

    • Con aumenti di capitale sociale a pagamento
    • Attraverso l’impegno dei soci ad effettuare versamenti annuali in conto “capitale proprio” e a non lasciare in società gli stessi almeno fino all’estinzione del prestito.