Tag: sostegno del reddito

  • Contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Con il Decreto Sostegni è stato approvato il contributo a fondo perduto per le aziende e i lavoratori autonomi colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia; dal 30 marzo 2021 è possibile presentare le domande. Il contributo sarà erogato a chi ha subìto un calo di almeno il 30% del fatturato tra il 2020 e il 2019. È previsto anche un importo minimo destinato a chi ha iniziato l’attività nel 2020 e quindi non può fare il confronto con l’anno precedente.

    Il contributo a fondo perduto ha un valore un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 € per le persone giuridiche. Il massimo importo erogabile a sostegno delle aziende in crisi è di 150mila euro. Potranno ottenerlo i titolari di partita IVA e le imprese. In queste categorie sono compresi

    • lavoratori autonomi in regime forfettario
    • professionisti iscritti agli ordini
    • enti non commerciali
    • aziende agricole
    • associazioni sportive dilettantistiche (ASD)

    La domanda va fatta inviando documentazione idonea all’agenzia delle Entrate a partire da martedì 30 marzo 2021. L’Agenzia delle Entrate ha predisposto un modello per la presentazione e le istruzioni.

    A chi spetta il contributo a fondo perduto del Decreto Sostegni

    Come già anticipato bisogna avere perdite superiori al 30% rispetto al 2019. Per poter chiedere all’agenzia delle Entrate il contributo a fondo perduto 2021 bisogna aver subìto un calo del fatturato e dei corrispettivi di almeno il 30% tra il 2020 e il 2019. Il calo del fatturato è un requisito indispensabile; senza non si ha diritto.

    Inoltre non hanno diritto alla prestazione tutti i soggetti che hanno avuto ricavi superiori ai 10 milioni di euro nel 2019. Anche chi non era in possesso di una partita IVA attiva nel giorno di entrata in vigore del decreto Sostegni; il 23 marzo 2021 (Dl 41/2021). Di conseguenza chi ha chiuso definitivamente la sua attività, non ha diritto ad alcuna contributo.

    Come si calcola il fatturato relativo al Decreto Sostegni

    Il calo di fatturato tra il 2020 e il 2019 deve essere calcolato sull’imponibile di tutte le fatture attive (sia le immediate che le differite) per  tutte le operazioni fatte tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. Sono incluse le cessioni dei beni ammortizzabili.

    Il calo del 30% va misurato su base mensile media. Questa scelta è stata fatta per permetter un confronto omogeneo anche per le attività che hanno aperto nel corso del 2019. A tal proposito va evidenziato che  il mese in cui è stata aperta la partita IVA non va conteggiato.

    A chi ha aperto la partita IVA a partire dal 1/1/2020, non avendo un parametro di confronto, gli spetta il contributo nella misura minima;  1.000 € per persone fisiche,  2.000 € per persone giuridiche .

    Il contributo minimo sarà erogato anche a chi ha aperto nel 2019, anche se non dovesse arrivare al calo del 30% o dovesse addirittura registrare un aumento degli affari.

    Come si calcola il contributo a fondo perduto

    Il contributo si calcola in percentuale sul calo di fatturato medio mensile, sono state stabiliti 5 scaglioni di indennizzo che sarà del

    • 60% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 100.000 euro
    • 50% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 400.000 euro
    • 40% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 1 milione di euro
    • 30% per le persone fisiche o giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 5 milioni di euro
    • 20% per le persone fisiche e giuridiche con ricavi e/o compensi fino a 10 milioni

    Oltre non si ha diritto ad alcun contributo.

    Il procedimento di calcolo prevede come primo passaggio il calcolo del calo di fatturato, in seguito si applica la percentuale di contributo a cui si ha diritto a seconda degli scaglioni.

    Come si chiede il contributo

    Il contributo può essere richiesto fino al 28 maggio 2021. La domanda va presentata all’Agenzia delle Entrate, telematicamente, sul  portale Fatture e corrispettivi del sito dell’Agenzia. La domanda può essere inoltrata con il tramite di un intermediario abilitato o in prima persona dal soggetto interessato..

    Nella domanda va specificato la modalità con cui ricevere il contributo

    • diretta con accredito su conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate
    • indiretta sotto forma di credito d’imposta

    Una volta fatta la scelta diventa irrevocabile e riguarda l’intero contributo.

    Sanzioni e revoca

    Per quel che riguarda le sanzioni, valgono sono le stesse previste dal Decreto Rilancio. Lo stesso vale per l’erogazione del contributo e per i controlli.

    È necessario quindi prestare molta attenzione alla compilazione delle domande; l’Agenzia ha predisposto controlli preventivi. Inoltre chi riceverà un contributo non dovuto, potrà essere passibile della restituzione maggiorata da i interessi e sanzioni.

    È comunque possibile rinunciare se ci si dovesse rendere tardivamente conto di non avere i requisiti necessari. L’istanza di rinuncia al contributo a fondo perduto può essere inoltrata anche oltre il termine del 28 maggio.

    La rinuncia può essere trasmessa per mezzo di un soggetto delegato al cassetto fiscale o alla consultazione delle fatture elettroniche. Nel caso in cui l’intermediario sia stato a suo tempo delegato esclusivamente alla richiesta del contributo previsto dal Decreto Sostegni, potrà inviare la rinuncia solo nel caso in cui è stato lui stesso a trasmettere la richiesta.

    Nel caso in cui il contributo sia stato già percepito, la rinuncia va fatta contestualmente alla restituzione della somma ottenuta maggiorata di sanzioni e interessi.

    Si potrà, godere dello sconto sulle sanzioni consentito dal ravvedimento operoso. La restituzione va fatta tramite modello F24 senza  possibilità compensare con altri crediti d’imposta.

  • Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

    In questi tempi di pandemia da Coronavirus, il Governo Italiano come tanti altri Governi, è dovuto intervenire a sostegno dell’economia. Per regolare gli aiuti, ha emesso dei decreti temporanei, poi aggiornati con continue modifiche e deroghe. Tra i sostegni attuati, nel Decreto di liquidità vi è quello per i Prestiti Covid alle imprese.

    Nuove condizioni per i Prestiti Covid

    In sostegno all’economia sofferente del Paese, aggravata dalla pandemia, il Governo ha dovuto potenziare e modificare Decreti Legge e Leggi, in alcuni casi anche già esistenti. Un esempio ne è la Legge di Bilancio.

    La Legge di Bilancio 2021 prevede:

    • credito agevolato alle imprese
    • il prolungamento del finanziamento da 10 a 15 anni, per i prestiti fino a 30 mila euro e garantiti al 100% dal fondo PMI
    • la proroga fino al 30 Giugno 2021 per le garanzie sul credito, a supporto della liquidità delle piccole e medie imprese
    • il potenziamento dei fondi
    • ampliamento della platea dei beneficiari
    • agevolazioni in ambito pensioni
    • tagli fiscali

    Inoltre il prolungamento del periodo della durata di 15 anni, può essere richiesto anche per finanziamenti già concessi, con l’adeguamento alle nuove condizioni, ad esempio, con:

    • un nuovo finanziamento
    • la sottoscrizione di un importo aggiunto al finanziamento stipulato in precedenza
    • mantenendo il piano di finanziamento precedente e creandone uno nuovo di ammortamento separato per l’importo aggiunto.

    rif. Legge di Bilancio 2021 

    Prestiti Covid personali

    Il governo è intervenuto anche a sostegno di chi si è trovato in difficoltà perdendo ad esempio il lavoro o trovandosi in cassa integrazione a causa dell’emergenza Coronavirus. L’ABI ( Associazione Bancaria Italiana) insieme ad alcune associazioni consumatori, hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di richiedere la sospensione per almeno 9 mesi, delle rate o dell’intera quota capitale di un prestito.

    Ma per chi oggi volesse chiedere prestiti covid proprio per far fronte alle difficoltà e alla carenza di liquidità come può ottenerlo? Innanzitutto, si può ottenere facilmente anche in caso di Lockdown, in quanto le banche lavorano anche da remoto, via telefono o online. La documentazione può essere spedita via e-mail e si può usufruire della firma digitale.

    Il prestito personale è il finanziamento di una somma non collegato allo specifico acquisto di beni o servizi, dietro pagamento di rate costanti ad un tasso di interesse fisso. Il contratto avviene direttamente tra il richiedente e il finanziatore e in questo caso non vi è nessun bene in garanzia. Le banche però si avvalgono di far sottoscrive delle polizze assicurative per tutelarsi nel caso di perdita di lavoro o di morte.

    Per i lavoratori dipendenti o per i pensionati che vogliono richiedere un prestito si può valutare la cessione del quinto. Cioè un finanziamento a tasso fisso di una rata, prelevata direttamente dalla busta paga o dalla pensione equivalente ad 1/5 dello stipendio.

    Requisiti per la cessione del quinto

    Ma chi altro può richiedere questo tipo di finanziamento?

    • i lavoratori statali
    • i lavoratori pubblici
    • i dipendenti privati

    L’ammontare del prestito dipende dal:

    • TFR
    • l’importo della retribuzione o della pensione
    • dagli anni di anzianità

    Ma c’è l’obbligo di una sottoscrizione di una polizza che garantisce il rimborso anche in caso di perdita di lavoro o morte. E per i lavoratori dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato con una certa anzianità lavorativa.

    Il contratto prevede:

    • l’ammontare del finanziamento
    • gli importi delle rate con le date di scadenza
    • il tasso di interesse applicato
    • eventuali garanzie e coperture assicurative

    Il richiedente deve presentare:

    • i dati anagrafici
    • l’ultima busta paga
    • il benestare dell’azienda

    Inoltre eventuali spese sono a caso del richiedente e in caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata saranno dovuti gli interessi di mora. Nel caso di altre problematiche come ad esempio riduzione dello stipendio o perdita del lavoro, l’istituto che ha finanziato il prestito può sciogliere il vincolo del contratto. Inoltre si rischia di essere inseriti nella lista dei cattivi pagatori.

    Infine alcune banche ed altri istituti di credito hanno attuato delle politiche di sostegno nei confronti di alcune categorie ad esempio i sanitari, elargendo prestiti a tasso zero o altri tipi di incentivi.

    Inoltre a sostegno della liquidità per le imprese e non solo, il Governo è intervenuto con la moratoria sui prestiti.

    Moratoria sui Prestiti

    Sia i professionisti, sia i lavoratori autonomi e sia le micro, le piccole e medie imprese che risiedono in Italia, possono beneficiare di una moratoria straordinaria sui prestiti.

    Questo è possibile con il Sostegno Liquidità che prevede la sospensione o la dilazione delle rate.

    Chi richiede il finanziamento, non deve essere debitore nei confronti della banca, nel periodo precedente allo stato di emergenza. Inoltre, deve dimostrare che la carenza di liquidità è avvenuta di conseguenza alla pandemia. Le banche e tutti gli altri istituti di credito, sono obbligati ad accettare la moratoria.

    Ovviamente devono sussistere tutti i requisiti richiesti dal Decreto Legge Cura Italia.

    rif. DL Cura Italia n°18 del 17 Marzo 2020

    Prestiti Covid garantiti da SACE

    Ma il Governo com’è intervenuto in sostegno dei prestiti covid?

    L’art.1 del Decreto Liquidità favorisce l’accesso al credito necessario per sostenere la continuità delle imprese. Di queste misure di sostegno ne possono usufruire:

    • lavoratori autonomi
    • professionisti
    • società di professionisti
    • associazioni professionali

    E ne possono usufruire tutte le aziende indipendentemente dal settore o dimensione dell’impresa e forma giuridica, ma con sede in Italia e che si siano trovati in difficoltà nel periodo conseguente al Coronavirus. Il prestito richiesto dalle imprese in difficoltà viene Garantito dal Fondo di Garanzia e dalla SACE S.p.A.

    Il Fondo Garanzia dà la possibilità di agevolare la concessione di un finanziamento alle piccole e medie imprese, dietro garanzia dello Stato. Questo fondo è già operativo dal 2000 ma con la pandemia è nata l’esigenza di inserire interventi straordinari. È stato più volte incrementato di ulteriori fondi che si prevedono saranno rifinanziati ancora negli anni a venire. Al momento la proroga all’accesso di questi sostegni è al 30 giugno 2021.

    La SACE s.p.a. è una società per azioni Italiana che ha come proprietario la Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario.

    Per le piccole e medie imprese PMI è possibile fare ricorso alla SACE S.p.A. in caso non ci siano risorse disponibili dai Fondi di Garanzia.

    Per quanto riguarda le imprese agricole e pesca possono fare ricorso al fondo di Garanzia SACE solo c’è stato il completo utilizzo del fondo costituito dall’ISMEA.

    L’ISMEA è l’istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. È un ente economico che si occupa anche di studi ricerche, informazioni e della Cassa per sostenere progetti di sviluppo di produzione agricola.

    rif. DL di Liquidità del 08 Aprile 2020

    Prestiti Covid: garanzie SACE e MEF

    Chi vuole ottenere un prestito deve rivolgersi alla banca dietro richiesta di garanzia.

    Le caratteristiche che rappresentano la garanzia SACE per le grandi imprese sono:

    • garanzia fino a 6 anni
    • prestito fino al 25% del fatturato
    • oppure prestito pari al doppio dei costi del personale per il 2019
    • pre-ammortamento esteso a 36 mesi

    Quindi, la società SACE, dietro il programma di Garanzia Italia, gestisce le richieste di copertura dei rischi.

    Per le imprese più piccole con meno di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro, la garanzia è del 90%. È prevista inoltre una procedura semplificata, cioè:

    • l’impresa richiede il finanziamento all’istituto di credito di fiducia con garanzia dello Stato
    • l’istituto di credito verifica che siano rispettati tutti i criteri per poi inserire la richiesta nel portale dell’azienda SACE.
    • la SACE riscontra l’esito positivo e assegna un codice CUI (Codice Unico Identificativo) ed emetta la garanzia
    • L’istituto di credito eroga al richiedente il finanziamento con garanzia SACE dietro contro-garanzia dello Stato

    Le garanzie SACE sono elargite anche a società di Leasing (noleggio) e di Factoring (cessione crediti).

    Invece per le imprese con più di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato tra 1,5 miliardi e i 5 miliardi, le garanzie coprono l’80% del finanziamento. Mentre per le imprese con un fatturato superiore a 5 miliardi, la garanzia è del 70%.

    La procedura per le imprese con più di 5000 dipendenti è quella ordinaria, cioè:

    • l’impresa presenta la richiesta di finanziamento alla Banca
    • la banca trasmetterà richiesta di garanzia alla SACE (se la richiesta è accettata)
    • la SACE, verifica i requisiti e trasmette la richiesta al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze)
    • il MEF pubblica un decreto specifico per emettere la garanzia
    • la Banca concede il finanziamento

    Fondo di Garanzia per le PMI

    Il fondo di garanzia per le PMI è stato ampliato con l’emissione di diversi decreti e deroghe. Questo fondo offre:

    • la sospensione del versamento delle commissioni
    • la garanzia gratuita
    • la rinegoziazione del debito
    • l’allungamento della garanzia

    Ne possono usufruire le imprese fino a 499 dipendenti. La copertura è del 90% del finanziamento, fino a 6 anni e in alcuni casi anche al 100%.

    I prestiti possono essere:

    Fino a 30.000 euro per le imprese che presentano alla propria banca un’autocertificazione per i danni subiti a causa del covid. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi o del doppio delle spese del personale. Garantiti al 100% dal fondo per le PMI.

    Prestiti oltre i 30.000 euro per le imprese fino a 499 dipendenti. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi. Il prestito non può essere superiore al doppio della spesa per i salari dei dipendenti o al fabbisogno, per i successivi 18 mesi.

    Infine, le imprese con ricavi non superiori a 3.2 miliardi, possono ottenere anche una garanzia al 100% dimostrando dietro autocertificazioni i danni economici subiti a causa del Covid.

  • Sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese

    Sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese

    A causa della pandemia da covid-19, la commissione Europea ha attuato un piano di sostegno alla liquidità delle famiglie, degli enti locali e delle imprese. Gli stati membri, collaborano in modo coordinato, allo scopo di sostenere l’economia di tutti i settori.

    Decreti per il sostegno alla liquidità

    Tutte le nazioni, a causa dell’epidemia di covid-19, hanno dovuto adottare misure restrittive in molti campi, come ad esempio: divieti di viaggio, di circolazione, quarantena e altro. Questo ha causato una mancanza di liquidità che ha colpito soprattutto le imprese, le famiglie e posti di lavoro.

    Per limitare danni ingenti all’economia, gli stati membri dell’Unione Europea sono intervenuti con sostegni economici. Il 13 Marzo 2020 sono state prese delle misure temporanee atte a garantire sostegno alla liquidità.

    Il Governo Italiano nel 2020 è intervenuto inserendo il Decreto Cura Italia e a seguito altri decreti come: il Decreto Liquidità, il Decreto Rilancio e il Decreto Agosto. Tutti posti come misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia.

    Le disposizioni prese per gli aiuti economici, essendo temporanee e legate al periodo pandemico, col tempo, hanno subito e ancora subiscono, deroghe e modifiche, sia per quanto riguarda le scadenze, sia per le misure economiche di sostegno.

    Alcune delle misure adottate sono:

    • sostegno ai consumatori
    • sospensione dei pagamenti delle imposte
    • misure in materia di sussidi salariali
    • intervento e riordino della rete ospedaliera
    • potenziamento dell’assistenza territoriale

    Inoltre sono stati istituiti indennizzi ai diversi settori colpiti come:

    • turismo
    • trasporti
    • cultura

    e diversi altri settori. La commissione, durante tutto il periodo di emergenza, potrebbe inoltre inserire ulteriori misure necessarie che si potrebbero presentare e che devono essere approvate velocemente.

    rif. Decreto Cura Italia, DL n°18 del 17 Marzo 2020

    rif. Decreto Liquidità, DL n°23 del 08 Aprile 2020

    rif. Decreto Rilancio, DL n°34 del 19 maggio 2020

    rif. Decreto Agosto, DL n°104 del 14 Agosto 2020

    A chi sono destinati gli aiuti?

    Attraverso il Decreto Rilancio, attualmente sono stati destinati 12 miliardi di liquidità a Regioni ed Enti Locali per il pagamento della Pubblica Amministrazione.

    Ad oggi, con il Decreto Agosto, sono stati incrementati gli aiuti. È stata istituita un ulteriore somma di 1,67 miliardi, destinata agli enti territoriali e distribuita tra province, comuni e città. Ai comuni, sono stati assegnati ulteriori contributi per le opere di messa in sicurezza del territorio e delle scuole. Invece, 900 milioni di Euro, sono stati destinati per il ristoro al sostegno del trasporto. E ancora è stata istituita la moratoria sui prestiti, cioè la sospensione delle rate in scadenza.

    Per dare sostegno alla liquidità di famiglie, enti e imprese, sono intervenuti anche con aiuti sotto forma di:

    • agevolazioni fiscali
    • prestiti pubblici agevolati
    • tassi d’interesse agevolati
    • prestiti garantiti dallo stato
    • gratuità della garanzia
    • estensione delle garanzie
    • sospensione di tributi e contributi

    E tante altre misure ancora, concesse a chi dimostra che la difficoltà economica non sussisteva già nel periodo che precedeva la pandemia. E che quindi le difficoltà sono iniziate successivamente a causa del covid.

    Ogni aiuto a sostegno dalle famiglie, delle imprese, degli enti e dell’economia in generale, sarà concesso dietro la verifica di requisiti specifici ampiamente spiegati in ogni decreto.

    Sostegno alla liquidità delle famiglie

    Ma quali sono i principali interventi attuati a favore delle famiglie?

    Il governo ha introdotto una serie di agevolazioni e bonus a sostegno delle famiglie, come:

    • il bonus baby-sitting
    • estensione dei congedi parentali
    • lavoro agile o smart working
    • acquisto di piattaforme e strumenti digitali

    I genitori lavoratori dipendenti del settore privato, autonomi o liberi professionisti, con almeno un figlio che non abbia compiuto 12 anni possono chiedere il bonus baby-sitting. Per l’acquisto del servizio, viene emesso un voucher che può arrivare fino a 100 euro a settimana.

    I congedi parentali, estesi da 15 giorni a 30 giorni, per chi ha figli che non superano i 12 anni con un’indennità di retribuzione al 50%.

    Il lavoro agile o smart working destinato ai genitori che sono lavoratori dipendenti e che hanno almeno un figlio minore di 14 anni. Questo vuol dire svolgere il proprio mestiere da remoto, cioè da qualsiasi postazione telematica anziché dal proprio ufficio o solito luogo di lavoro.

    La DAD, cioè la didattica a distanza, è uno dei tanti provvedimenti attuati riguardanti le restrizioni covid. Un percorso educativo attraverso l’utilizzo di computer e piattaforme. In questo modo, l’insegnante può collegarsi online e fare contemporaneamente lezione a tutti i suoi studenti. Ciascuno studente, partecipa quindi in videoconferenza in modo del tutto autonomo e in spazi personali come la cameretta.

    È nata così la necessità di intervenire con delle risorse destinate all’acquisto di piattaforme e strumenti digitali. IL Governo, mette quindi a disposizione per gli studenti privi di strumenti tecnologici adeguati, i dispositivi digitali individuali, dietro comodato d’uso gratuito. Cioè si da la possibilità di usufruire per un dato tempo e per un uso specifico motivo, di un oggetto, che in questo caso è il computer, per poi restituirlo al termine del contratto.

    Fondi di sostegno per disabilità

    Il Governo è intervenuto con ulteriori sostegni sociali:

    • ha rafforzato i permessi ex legge 104
    • incrementato i fondi per l’assistenza e la disabilità
    • potenziato il reddito d’emergenza o REM, per famiglie con componenti con disabilità
    • incrementato il fondo per la didattica per studenti con disabilità

    Per chi usufruisce dei permessi per la legge 104, si aggiungono, ai 3 giorni già spettanti, ulteriori 12 giorni di permesso retribuito.

    Sono intervenuti a sostegno del reddito:

    • sospensione di licenziamenti
    • sovvenzione del pagamento dei salari
    • cassa di integrazione e fondo di solidarietà per ulteriori nove settimane
    • reddito di emergenza per le famiglie in difficoltà a causa del covid
    • rafforzamento e proroga del reddito di cittadinanza

    Fondi di sostegno per enti e imprese

    Per sostenere le imprese, il decreto prevede un contributo a fondo perduto per i titolari di partita IVA.

    I beneficiari di questo fondo sono i soggetti che:

    • svolgono attività d’impresa
    • producono reddito agrario
    • svolgono attività di arte o professione

    È escluso chi ha attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto.

    L’attuale Governo Draghi ha attuato ulteriori proroghe al decreto sostegni. 

    • Proroga per la cassa integrazione gratis causa covid
    • blocco dei licenziamenti
    • fondi per lo spettacolo
    • Semplificazione delle procedure della cassa integrazione CIG
    • Stralcio cartelle esattoriali
    • ampliamento del reddito di emergenza
    • deroga sui contratti a tempo indeterminato

    e ancora tanti altre deroghe e provvedimenti atti al sostegno dell’economia.

    Inoltre grazie al DL Ristori-bis è previsto oltre all’ampliamento della platea dei beneficiari del fondo perduto, anche la sospensione dei versamenti fiscali per chi esercita attività di :

    • ristorazione
    • alberghiera
    • agenzia di viaggio
    • tour operator

    Ad oggi, la maggior parte delle scadenze delle temporanee misure di sostegno (Temporary Framework), sono state prorogate fino al 31/12/2021. E, probabilmente, nel tempo ci saranno ancora altri interventi e proroghe sia da parte del nostro Governo, sia da parte degli Stati dell’Unione Europea.

    rif. Decreto Milleproroghe,  diventato legge n°21 del 26 febbraio 2021.

  • Reddito di Emergenza – come si chiede, a chi spetta

    Reddito di Emergenza – come si chiede, a chi spetta

    La pandemia di coronavirus ha già fatto vedere i sui disastrosi effetti sull’economia, sia italiana sia mondiale. Il Governo ha studiato diverse misure  a sostegno del reddito delle fasce più deboli per contrastare la crisi. Il Reddito di Emergenza è una misura per dare liquidità immediata alle famiglie più in difficoltà.

    Chi può avere il reddito di emergenza?

    Come sempre accade per le misure economiche sociali è necessario tracciare un perimetro per definire chi sono i beneficiari di queste misure. Se anche tu ti stai chiedendo: “Posso avere il reddito di emergenza?”, ti spiego quali sono le condizioni per ottenerlo.

    I requisiti per ottenere il Reddito di emergenza sono

    • ISEE che non superi a 15mila euro
    • il richiedente deve avere la residenza in Italia
    • la persona non deve godere o aver goduto di altri contributi previsti nel Decreto Cura Italia
    • reddito familiare inferiore al Reddito di Emergenza spettante
    • patrimonio mobiliare relativo all’2019 inferiore a 10000 euro, aumentato di 5000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, con un massimo di 20000 euro

    Ci sono alcuni punti ancora da chiarire in merito, per esempio cosa vuol dire che il reddito familiare non deve superare il contributo previsto o se può goderne chi ha già avuto il contributo INPS di 600 euro.

    A quanto ammonta il Reddito di Emergenza

    Il Reddito di Emergenza previsto nel Decreto Rilancio va da 400 a 800 euro e ha una durata di due mesi. La base di calcolo è 400 euro che vanno moltiplicati per il coefficiente presente nell’attestazione ISEE denominata Valore della scala di equivalenza. Nel caso il coefficiente ISEE sia superiore a 2 la parte eccedente non entra nel calcolo: il massimo che si può ottenere da questa misura a sostegno del reddito è 800 euro. Il contributo a fondo perduto sarà erogato per due volte.

    Dove si presenta la domanda

    L’ente che erogherà il contributo è l’INPS. Le domande quindi vanno presentate all’Istituto

    • direttamente sul sito inps.it
    • tramite i Centri di Assistenza Fiscale (CAF)
    • tramite i patronati

    Il modulo per la presentazione della domanda sarà pubblicato dall’INPS prima della data di inizio del periodo di presentazione, il termine di detto periodo dovrebbe essere fissato a Giugno 2020. Per la presentazione della domanda tramite il sito dell’INPS è necessario disporre di uno dei seguenti metodi di riconoscimento

    • Pin INPS
    • SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale
    • CNS – Carta Nazionale dei Servizi
    • CIE  – Carta di Identità Elettronica 3.0

    A chi non spetta il contributo

    Il decreto cura Italia ha previsto delle incompatibilità al godimento di questa misura sociale. Non potranno ottenere il Reddito di Emergenza

      • le persone che si trovano in carcere o altro stato detentivo, per tutta la durata della pena
      • coloro che sono ricoverati a carico dello Stato in strutture residenziali o altri istituti di cura di lunga degenza
      • quelli che hanno nel nucleo familiare persone che hanno o hanno avuto indennità previste dal decreto Cura Italia
      • quelli che hanno nel nucleo familiare persone che, al momento della domanda, siano in una di queste condizioni:
        • percettori di pensione diretta o indiretta ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità
        • titolari di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie previste
        • percettori di reddito di cittadinanza

    Nel caso in cui tra i componenti di un nucleo familiare ci siano persone in stato di detenzione, il parametro della scala di equivalenza ISEE non ne tiene conto.