Clausole perfide nei contratti di mutuo

clausole perfide

Nei contratti di mutuo, ci sono molte clausole che definiscono limiti e paletti dell’operazione. Molto spesso le banche, tra le tante, inseriscono clausole perfide dalle quali è meglio fare a meno. Di queste alcune sono verosimilmente vessatorie e potrebbero essere tolte dal giudice (ma naturalmente non c’è certezza sulle sentenze), altre sono, più semplicemente, accettabili soltanto a fatica e in cambio di chiari vantaggi economici.

Clausole economiche

Tasso d’interesse arbitrario: si tratta di un fenomeno in via di estinzione, ma la clausola è pericolosissima, perciò non bisogna mai abbassare la guardia. Se è scritta in un contratto di mutuo o si elimina o è meglio evitare di concludere quel contratto, a costo di dover ricorrere ad un mutuo più caro.

Limiti all’estinzione anticipata: è contraria alla legge bancaria (d. lgs. 1993, art. 40) la quale stabilisce che il debitore può sempre estinguere in anticipo il mutuo, tutto o in parte. Comunque i limiti posti dalle banche sono in genere di scarsa importanza. Si riferiscono a particolari momenti dell’anno in cui non si può estinguere oppure alle dimensioni dei rimborsi minimi, perciò si può anche c­hiudere occhio.

Attenzione, però, perché non sempre è così: potete trovate una clausola che rimette all’arbitrio della banca la concessione di rimborsare in anticipo. In casi come questo la clausola va assolutamente fatta togliere.

Aumenti d’ipoteca, a spese del cliente e a semplice richiesta della banca: oltre che vessatoria, la clausola è inutile. La legge bancaria stabilisce infatti che, in presenza di clausole di indicizzazione (per esempio nei mutui a tasso variabili), l’ipoteca si adegua automaticamente al debito se questo aumenta. Se non ci sono clausole di indicizzazione (mutui a tasso fisso) il debito non aumenta e quindi non c’è bisogno di accrescere l’ipoteca. Questa clausola va eliminata anche se è improbabile che venga applicata.

Limitazioni operative

Ispezione della casa decisa in qualunque momento dalla banca, ma a carico del mutuatario: è una facoltà stabilita in molti contratti. In pratica risulta molto applicata, ma la sua vessatorietà è abbastanza evidente. Meglio toglierla, ma non è essenziale.

Il mutuatario deve chiedere il permesso alla banca per ristrutturare la casa: accettarla o meno dipende da ciò che si è intenzionati a fare con l’abitazione: se l’intenzione è di effettuare grossi lavori prima della fine del mutuo, o si elimina la clausola o conviene cambiare banca.

Il mutuatario deve chiedere il permesso alla banca per affittare la casa: come per la clausola precedente, non accettatela se intendete affittare l’abitazione

Il notaio della banca: poiché il notaio è pagato dal risparmiatore si deve chiedere di poterlo scegliere. Almeno due i vantaggi ottenibili:

  • l’operazione è portata avanti da una persona di fiducia
  • risparmiare denaro indicando un notaio meno caro di quello suggerito dalla banca