Il caso della banca danese che ha messo in commercio un mutuo a tasso negativo sta facendo parlare molto. Il motivo di tutto questo parlare è che la gente si fa tante domande. La più diffusa è se sia davvero possibile che facendo il mutuo con questa banca si debba restituire una somma più bassa di quella ricevuta in prestito.
In verità più di una banca sta proponendo questo tipo di soluzione che sembra essere un trend più che un caso isolato. Infatti, subito dopo uno dei maggiori istituti di credito danesi, la Jyske Bank, anche la Nordea Gruop si prepara a mettere in commercio un mutuo con tasso di interesse pari a 0. E dalla Germania, anche la Bundesbank, la banca centrale della Repubblica Tedesca, ha dato il suo OK alla commercializzazione di mutui a tasso negativo.
Mutuo a tasso negativo, come funziona
In un mutuo gli interessi si calcolano, utilizzando degli algoritmi finanziari, applicando la percentuale relativa al tasso, al capitale che viene prestato. Questa regola vale anche se il tasso di interesse è negativo. Senza entrare in complicate disquisizioni matematiche, è possibile affermare che se il tasso di un mutuo è negativo il capitale da restituire sarà più basso della somma ricevuta in prestito. Quindi per tutti quelli che si pongono la fatidica domanda “ma davvero è possibile?” la risposta è sì. Come sia possibile te lo spiego tra poco.
Mi preme precisare che, perchè si possa davvero restituire meno di quanto si è avuto, è necessario che eventuali spese accessorie, imposte di bollo e spread applicato al tasso, non riportino la situazione in positivo. In pratica perchè la condizione sia vera deve essere negativo anche l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC) noto anche come TAEG.
Mutuo a tasso negativo, come è possibile?
Questa novità dei mutui a tasso negativo suscita diverse domande, una di queste è: “Come è possibile?“. Un po’ tutti si chiedono cosa si nasconda dietro questa situazione dei tassi e come mai una banca collochi un mutuo senza guadagnarci. Ti risolvo subito un grande dubbio: la banca continua a guadagnarci. D’altronde se non guadagnasse non avrebbe alcun interesse a stipulare un contratto di mutuo con tutti gli oneri ed i rischi connessi.
Per spiegare come sia possibile bisogna capire come funziona l’approvvigionamento del denaro per le banche.
Mutui, l’approvvigionamento del denaro per le banche.
Le banche commerciali non sempre dispongono delle somme di denaro necessario a coprire le richieste dei mutui dei propri clienti. Per questo motivo possono chiedere denaro in prestito alle grandi banche europee. Quindi le banche comprano il denaro da rivendere ai propri clienti. Ma a quale costo queste banche acquistano il denaro?
Il costo del denaro per le banche è oscillante ed è agganciato ad un parametro finanziario europeo: l’Euribor.
L’EURo Inter Bank Offered Rate, in breve Euribor, è il tasso al quale le banche si scambiano denaro. Di solito sono le banche più piccole che dispongono di scarsa liquidità ad acquistare il denaro dalle grandi banche.
Ebbene l’Euribor, che storicamente ha sempre avuto valori positivi da qualche anno a questa parte ha invertito la tendenza. Dal 2015 i tassi Euribor sono negativi ed ad Agosto 2019 (ultima rilevazione utile) sono scesi in territorio negativo per oltre 40 centesimi percentuali.
In questo scenario una banche che applica ai propri mutui a tasso variabile uno spread dello 0,2% si troverebbe nella condizione di vendere un mutuo a tasso negativo continuando a guadagnarci.
Il caso della Jyske Bank è un po’ diverso, lo scenario è arricchito dal grande successo del collocamento di un prestito obbligazionario a tasso negativo che ha permesso alla banca di procurasi una notevole quantità di denaro. Denaro che dovrà restituire pagando meno di quanto avuto in prestito dai risparmiatori.
Euribor negativo: dov’è il trucco?
Ora che è chiaro come facciano le banche a guadagnare con tassi negativi, un’altra domanda sorge spontanea: “Se l’Euribor è negativo, che vantaggio ha una banca a prestare denaro ad un’altra banca senza guadagnarci?“.
Si tratta della stessa domanda precedente, ma riportata a livello bancario, in pratica la domanda è: “Ma chi è che ci perde?“.
Effettivamente una banca che presta denaro ad un altro istituto di credito ad un tasso negativo apparentemente non guadagna. Ma bisogna vedere sempre questa banca dove a preso il denaro.
La spiegazione (non troppo tecnica) sta in due diverse situazioni.
La prima è che la Banca Centrale Europea che ha iniettato capitali nel mercato, tramite le banche, per sostenere l’economia: il cosiddetto Quantitative Easing. Lo scopo del Quantitative Easing era quello di fornire alla banche la liquidità necessaria per prestare capitali al sistema produttivo: grande industria, PMI, artigianato, agricoltura ect. L’effetto di questa misura economica non è stato raggiunto perché il sistema bancario ha dirottato questi capitali dal mercato produttivo a quello finanziario, drogandolo e favorendo la discesa dei tassi di interesse.
La seconda sta nel fatto che il gli analisti finanziari scommettono sul fatto che la situazione economica dell’area Euro non migliorerà a breve. Per questo motivo consigliano ad investitori professionali e privati di acquistare obbligazioni a tasso negativo con la speranza che il loro valore cresca con l’atteso, futuro, ulteriore calo dei tassi. Non è un caso se ci si aspetta che la Banca Centrale Europea riprenda la politica monetaria degli ultimi anni riattivando il Quantitative Easing, è il quadro economico a dettare queste scelte.
E quindi chi ci perde?
Alla luce degli effetti del Quantitative Easing e dell’attesa di ulteriori cali dei tassi dei prestiti obbligazionari, nonché della ripresa del QE, è possibile comprendere come le banche possano procurarsi denaro a tassi negativi che potranno rivendere a tassi bassissimi se non negativi anch’essi.
Alla fine, la domanda “chi ci perde?”, ha una risposta un po’ inattesa ma purtroppo molto aderente con la realtà. Come in uno schema Ponzi ci perdono gli ultimi che immettono liquidità in questo sistema senza avere il tempo di venirne fuori o di averci realizzato i propri guadagni. Strano ma vero.