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Prestiti Covid e sostegni ai tempi del Coronavirus

In questi tempi di pandemia da Coronavirus, il Governo Italiano come tanti altri Governi, è dovuto intervenire a sostegno dell’economia. Per regolare gli aiuti, ha emesso dei decreti temporanei, poi aggiornati con continue modifiche e deroghe. Tra i sostegni attuati, nel Decreto di liquidità vi è quello per i Prestiti Covid alle imprese.

Nuove condizioni per i Prestiti Covid

In sostegno all’economia sofferente del Paese, aggravata dalla pandemia, il Governo ha dovuto potenziare e modificare Decreti Legge e Leggi, in alcuni casi anche già esistenti. Un esempio ne è la Legge di Bilancio.

La Legge di Bilancio 2021 prevede:

  • credito agevolato alle imprese
  • il prolungamento del finanziamento da 10 a 15 anni, per i prestiti fino a 30 mila euro e garantiti al 100% dal fondo PMI
  • la proroga fino al 30 Giugno 2021 per le garanzie sul credito, a supporto della liquidità delle piccole e medie imprese
  • il potenziamento dei fondi
  • ampliamento della platea dei beneficiari
  • agevolazioni in ambito pensioni
  • tagli fiscali

Inoltre il prolungamento del periodo della durata di 15 anni, può essere richiesto anche per finanziamenti già concessi, con l’adeguamento alle nuove condizioni, ad esempio, con:

  • un nuovo finanziamento
  • la sottoscrizione di un importo aggiunto al finanziamento stipulato in precedenza
  • mantenendo il piano di finanziamento precedente e creandone uno nuovo di ammortamento separato per l’importo aggiunto.

rif. Legge di Bilancio 2021 

Prestiti Covid personali

Il governo è intervenuto anche a sostegno di chi si è trovato in difficoltà perdendo ad esempio il lavoro o trovandosi in cassa integrazione a causa dell’emergenza Coronavirus. L’ABI ( Associazione Bancaria Italiana) insieme ad alcune associazioni consumatori, hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di richiedere la sospensione per almeno 9 mesi, delle rate o dell’intera quota capitale di un prestito.

Ma per chi oggi volesse chiedere prestiti covid proprio per far fronte alle difficoltà e alla carenza di liquidità come può ottenerlo? Innanzitutto, si può ottenere facilmente anche in caso di Lockdown, in quanto le banche lavorano anche da remoto, via telefono o online. La documentazione può essere spedita via e-mail e si può usufruire della firma digitale.

Il prestito personale è il finanziamento di una somma non collegato allo specifico acquisto di beni o servizi, dietro pagamento di rate costanti ad un tasso di interesse fisso. Il contratto avviene direttamente tra il richiedente e il finanziatore e in questo caso non vi è nessun bene in garanzia. Le banche però si avvalgono di far sottoscrive delle polizze assicurative per tutelarsi nel caso di perdita di lavoro o di morte.

Per i lavoratori dipendenti o per i pensionati che vogliono richiedere un prestito si può valutare la cessione del quinto. Cioè un finanziamento a tasso fisso di una rata, prelevata direttamente dalla busta paga o dalla pensione equivalente ad 1/5 dello stipendio.

Requisiti per la cessione del quinto

Ma chi altro può richiedere questo tipo di finanziamento?

  • i lavoratori statali
  • i lavoratori pubblici
  • i dipendenti privati

L’ammontare del prestito dipende dal:

  • TFR
  • l’importo della retribuzione o della pensione
  • dagli anni di anzianità

Ma c’è l’obbligo di una sottoscrizione di una polizza che garantisce il rimborso anche in caso di perdita di lavoro o morte. E per i lavoratori dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato con una certa anzianità lavorativa.

Il contratto prevede:

  • l’ammontare del finanziamento
  • gli importi delle rate con le date di scadenza
  • il tasso di interesse applicato
  • eventuali garanzie e coperture assicurative

Il richiedente deve presentare:

  • i dati anagrafici
  • l’ultima busta paga
  • il benestare dell’azienda

Inoltre eventuali spese sono a caso del richiedente e in caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata saranno dovuti gli interessi di mora. Nel caso di altre problematiche come ad esempio riduzione dello stipendio o perdita del lavoro, l’istituto che ha finanziato il prestito può sciogliere il vincolo del contratto. Inoltre si rischia di essere inseriti nella lista dei cattivi pagatori.

Infine alcune banche ed altri istituti di credito hanno attuato delle politiche di sostegno nei confronti di alcune categorie ad esempio i sanitari, elargendo prestiti a tasso zero o altri tipi di incentivi.

Inoltre a sostegno della liquidità per le imprese e non solo, il Governo è intervenuto con la moratoria sui prestiti.

Moratoria sui Prestiti

Sia i professionisti, sia i lavoratori autonomi e sia le micro, le piccole e medie imprese che risiedono in Italia, possono beneficiare di una moratoria straordinaria sui prestiti.

Questo è possibile con il Sostegno Liquidità che prevede la sospensione o la dilazione delle rate.

Chi richiede il finanziamento, non deve essere debitore nei confronti della banca, nel periodo precedente allo stato di emergenza. Inoltre, deve dimostrare che la carenza di liquidità è avvenuta di conseguenza alla pandemia. Le banche e tutti gli altri istituti di credito, sono obbligati ad accettare la moratoria.

Ovviamente devono sussistere tutti i requisiti richiesti dal Decreto Legge Cura Italia.

rif. DL Cura Italia n°18 del 17 Marzo 2020

Prestiti Covid garantiti da SACE

Ma il Governo com’è intervenuto in sostegno dei prestiti covid?

L’art.1 del Decreto Liquidità favorisce l’accesso al credito necessario per sostenere la continuità delle imprese. Di queste misure di sostegno ne possono usufruire:

  • lavoratori autonomi
  • professionisti
  • società di professionisti
  • associazioni professionali

E ne possono usufruire tutte le aziende indipendentemente dal settore o dimensione dell’impresa e forma giuridica, ma con sede in Italia e che si siano trovati in difficoltà nel periodo conseguente al Coronavirus. Il prestito richiesto dalle imprese in difficoltà viene Garantito dal Fondo di Garanzia e dalla SACE S.p.A.

Il Fondo Garanzia dà la possibilità di agevolare la concessione di un finanziamento alle piccole e medie imprese, dietro garanzia dello Stato. Questo fondo è già operativo dal 2000 ma con la pandemia è nata l’esigenza di inserire interventi straordinari. È stato più volte incrementato di ulteriori fondi che si prevedono saranno rifinanziati ancora negli anni a venire. Al momento la proroga all’accesso di questi sostegni è al 30 giugno 2021.

La SACE s.p.a. è una società per azioni Italiana che ha come proprietario la Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario.

Per le piccole e medie imprese PMI è possibile fare ricorso alla SACE S.p.A. in caso non ci siano risorse disponibili dai Fondi di Garanzia.

Per quanto riguarda le imprese agricole e pesca possono fare ricorso al fondo di Garanzia SACE solo c’è stato il completo utilizzo del fondo costituito dall’ISMEA.

L’ISMEA è l’istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. È un ente economico che si occupa anche di studi ricerche, informazioni e della Cassa per sostenere progetti di sviluppo di produzione agricola.

rif. DL di Liquidità del 08 Aprile 2020

Prestiti Covid: garanzie SACE e MEF

Chi vuole ottenere un prestito deve rivolgersi alla banca dietro richiesta di garanzia.

Le caratteristiche che rappresentano la garanzia SACE per le grandi imprese sono:

  • garanzia fino a 6 anni
  • prestito fino al 25% del fatturato
  • oppure prestito pari al doppio dei costi del personale per il 2019
  • pre-ammortamento esteso a 36 mesi

Quindi, la società SACE, dietro il programma di Garanzia Italia, gestisce le richieste di copertura dei rischi.

Per le imprese più piccole con meno di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro, la garanzia è del 90%. È prevista inoltre una procedura semplificata, cioè:

  • l’impresa richiede il finanziamento all’istituto di credito di fiducia con garanzia dello Stato
  • l’istituto di credito verifica che siano rispettati tutti i criteri per poi inserire la richiesta nel portale dell’azienda SACE.
  • la SACE riscontra l’esito positivo e assegna un codice CUI (Codice Unico Identificativo) ed emetta la garanzia
  • L’istituto di credito eroga al richiedente il finanziamento con garanzia SACE dietro contro-garanzia dello Stato

Le garanzie SACE sono elargite anche a società di Leasing (noleggio) e di Factoring (cessione crediti).

Invece per le imprese con più di 5000 dipendenti e con un valore di fatturato tra 1,5 miliardi e i 5 miliardi, le garanzie coprono l’80% del finanziamento. Mentre per le imprese con un fatturato superiore a 5 miliardi, la garanzia è del 70%.

La procedura per le imprese con più di 5000 dipendenti è quella ordinaria, cioè:

  • l’impresa presenta la richiesta di finanziamento alla Banca
  • la banca trasmetterà richiesta di garanzia alla SACE (se la richiesta è accettata)
  • la SACE, verifica i requisiti e trasmette la richiesta al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze)
  • il MEF pubblica un decreto specifico per emettere la garanzia
  • la Banca concede il finanziamento

Fondo di Garanzia per le PMI

Il fondo di garanzia per le PMI è stato ampliato con l’emissione di diversi decreti e deroghe. Questo fondo offre:

  • la sospensione del versamento delle commissioni
  • la garanzia gratuita
  • la rinegoziazione del debito
  • l’allungamento della garanzia

Ne possono usufruire le imprese fino a 499 dipendenti. La copertura è del 90% del finanziamento, fino a 6 anni e in alcuni casi anche al 100%.

I prestiti possono essere:

Fino a 30.000 euro per le imprese che presentano alla propria banca un’autocertificazione per i danni subiti a causa del covid. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi o del doppio delle spese del personale. Garantiti al 100% dal fondo per le PMI.

Prestiti oltre i 30.000 euro per le imprese fino a 499 dipendenti. Per un importo non superiore al 25% dei ricavi. Il prestito non può essere superiore al doppio della spesa per i salari dei dipendenti o al fabbisogno, per i successivi 18 mesi.

Infine, le imprese con ricavi non superiori a 3.2 miliardi, possono ottenere anche una garanzia al 100% dimostrando dietro autocertificazioni i danni economici subiti a causa del Covid.


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